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Prestazioni extra-budget: quando si tassano i ricavi?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26367/2025, ha stabilito che i ricavi derivanti da prestazioni extra-budget fornite da strutture sanitarie convenzionate non sono tassabili nell’anno in cui il servizio è reso. La tassazione è rinviata all’anno in cui tali ricavi diventano certi e oggettivamente determinabili, ovvero quando l’ente pubblico li riconosce e quantifica. Questa decisione deroga al principio generale di competenza, sottolineando che la mera erogazione della prestazione non garantisce la certezza del corrispettivo.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prestazioni Extra-Budget: La Cassazione Fissa il Momento Impositivo

Quando una struttura sanitaria convenzionata eroga servizi oltre il tetto di spesa concordato, i ricavi derivanti da queste prestazioni extra-budget diventano un tema complesso dal punto di vista fiscale. La domanda centrale è: in quale anno d’imposta devono essere tassati tali ricavi? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale, derogando al principio generale di competenza e stabilendo che la tassazione deve avvenire solo quando il credito diventa certo e determinabile.

I Fatti di Causa

Una società che gestisce una casa di cura convenzionata con il servizio sanitario regionale si è vista notificare un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’amministrazione finanziaria contestava alla società il mancato inserimento, nella dichiarazione dei redditi di un determinato anno, dei corrispettivi relativi a prestazioni sanitarie erogate oltre il limite di budget stabilito dalla convenzione con l’azienda sanitaria locale.

Secondo l’Agenzia, in base al principio di competenza, tali ricavi avrebbero dovuto essere tassati nell’anno in cui le prestazioni erano state rese, a prescindere dal momento dell’effettivo pagamento. La società contribuente ha impugnato l’atto, sostenendo che tali ricavi non fossero né certi né liquidi, in quanto il loro pagamento era subordinato a un successivo riconoscimento da parte dell’ente pubblico. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno dato ragione alla società, portando l’Agenzia delle Entrate a ricorrere in Cassazione.

La Tassazione delle Prestazioni Extra-Budget e il Principio di Competenza

Il cuore della controversia risiede nell’applicazione dell’articolo 109 del TUIR, che disciplina il principio di competenza fiscale. Tale principio stabilisce che i ricavi e i costi debbano essere imputati all’esercizio in cui si acquisisce il diritto al corrispettivo o si verifica la spesa, e non quando avviene l’incasso o il pagamento. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che il diritto al corrispettivo sorgesse con l’erogazione della prestazione sanitaria.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ribadito un orientamento già consolidato, specificando che il principio di competenza per i ricavi d’impresa presuppone due requisiti fondamentali: la certezza nell’esistenza del credito e la sua oggettiva determinabilità nell’ammontare. Nel caso delle prestazioni extra-budget, questi requisiti non sono soddisfatti al momento dell’erogazione del servizio.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando le sentenze dei giudici di merito. I magistrati hanno spiegato che il principio di competenza non trova applicazione per i ricavi delle strutture convenzionate per le prestazioni extra-budget. Questi ricavi, infatti, sono privi dei requisiti di certezza e determinabilità fino a quando non interviene il formale riconoscimento e la quantificazione da parte dell’ente sanitario pubblico.

La Corte ha sottolineato che il diritto al pagamento non sorge automaticamente con l’esecuzione della prestazione, ma è condizionato dall’esistenza di risorse disponibili e da una specifica procedura di riconoscimento prevista dalla convenzione. L’osservanza del tetto di spesa è un vincolo inderogabile per la Pubblica Amministrazione. Di conseguenza, finché l’ente pubblico non riconosce formalmente il debito, il ricavo rimane incerto e non può essere assoggettato a tassazione.

Le Conclusioni

In conclusione, la decisione della Cassazione stabilisce un principio di tutela per le imprese sanitarie convenzionate. I ricavi derivanti da prestazioni extra-budget devono essere imputati a reddito, ai fini IRES e IRAP, non nell’esercizio in cui le prestazioni sono state eseguite, ma nell’esercizio in cui il diritto al corrispettivo diventa certo e oggettivamente determinabile. Questo momento coincide con il riconoscimento del debito da parte dell’azienda sanitaria. La sentenza evita che le imprese debbano pagare imposte su crediti la cui riscossione è incerta, allineando l’obbligazione fiscale alla reale e consolidata capacità contributiva.

Quando diventano tassabili i ricavi di una struttura sanitaria per le prestazioni extra-budget?
I ricavi per prestazioni extra-budget diventano fiscalmente rilevanti, e quindi tassabili, solo nell’anno in cui il corrispettivo viene formalmente riconosciuto e quantificato dall’ente sanitario pubblico, non nell’anno in cui il servizio è stato materialmente erogato.

Il principio di competenza fiscale si applica sempre ai ricavi d’impresa?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, per l’applicazione del principio di competenza, un ricavo deve possedere i requisiti di certezza giuridica e di oggettiva determinabilità. Per le prestazioni extra-budget, questi requisiti mancano fino al riconoscimento formale da parte della P.A.

Perché un ricavo da prestazione extra-budget non è considerato ‘certo’ al momento dell’erogazione?
Non è considerato certo perché il suo pagamento non è automatico ma è subordinato al rispetto dei tetti di spesa imposti alla sanità pubblica e all’esistenza di fondi disponibili. Il diritto al compenso sorge solo dopo che l’ente pubblico ha verificato queste condizioni e ha proceduto al riconoscimento del debito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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