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Prescrizione tributi locali: Cassazione conferma 5 anni

La Corte di Cassazione ha confermato la prescrizione di cinque anni per i tributi locali come la TARSU. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione sosteneva un termine decennale, ma la Corte ha ribadito che la prescrizione breve si applica a prestazioni periodiche e il termine più lungo vale solo per crediti accertati con sentenza definitiva, non per una semplice cartella di pagamento. Il ricorso dell’Agenzia è stato quindi respinto, confermando la correttezza della decisione dei giudici di merito sulla prescrizione tributi locali.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione tributi locali: la Cassazione conferma il termine di 5 anni

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di prescrizione tributi locali, stabilendo che il termine per la riscossione è quinquennale e non decennale, a meno che il debito non sia stato accertato con una sentenza passata in giudicato. Questa decisione chiarisce definitivamente i dubbi sollevati dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione e offre una tutela importante per i contribuenti.

I fatti del caso

La vicenda trae origine dal ricorso di un istituto tecnico statale contro un’intimazione di pagamento emessa dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. L’intimazione richiedeva il versamento della Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani (TARSU) relativa agli anni 2005 e 2006. Sia in primo grado che in appello, presso la Commissione Tributaria Regionale, i giudici avevano dato ragione all’istituto, dichiarando il credito prescritto. Secondo la Commissione, infatti, erano trascorsi più di cinque anni tra la notifica delle originarie cartelle di pagamento e quella della successiva intimazione, senza che potesse applicarsi il termine decennale, poiché la pretesa non era fondata su una sentenza definitiva (giudicato).

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che per tutti i tributi iscritti a ruolo, inclusi quelli locali, dovesse valere il termine di prescrizione ordinario di dieci anni.

La decisione della Corte sulla prescrizione dei tributi locali

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia, confermando la correttezza delle sentenze di merito. Gli Ermellini hanno stabilito che il termine di prescrizione applicabile al caso di specie è quello breve di cinque anni, previsto dall’articolo 2948, n. 4 del Codice Civile. Questa norma riguarda specificamente le prestazioni periodiche, categoria alla quale appartengono i tributi locali come la TARSU, che devono essere pagati a intervalli regolari (tipicamente annuali).

Le motivazioni della Corte

Il cuore della motivazione risiede nella distinzione tra una pretesa creditoria basata su un atto amministrativo (come una cartella di pagamento) e una basata su una sentenza passata in giudicato. La Corte ha richiamato il fondamentale orientamento delle Sezioni Unite (sentenza n. 23397 del 2016), che ha chiarito in modo definitivo la questione.

Secondo le Sezioni Unite, la notifica di una cartella di pagamento, se non impugnata, rende il credito definitivo, ma non trasforma la natura del termine di prescrizione da breve a ordinario (decennale). La conversione del termine in quello decennale, ai sensi dell’art. 2953 c.c., avviene solo quando il diritto di credito è stato accertato con una sentenza passata in giudicato. In assenza di un accertamento giurisdizionale definitivo, il credito tributario, se derivante da prestazioni periodiche, rimane soggetto al suo termine di prescrizione originario, ovvero quello quinquennale.

La Corte ha inoltre specificato che le disposizioni invocate dall’Agenzia (in particolare l’art. 20, comma 6, del d.lgs. n. 112 del 1999) sono irrilevanti ai fini della determinazione del termine di prescrizione, come già chiarito dalle Sezioni Unite.

Le conclusioni

La decisione consolida un principio di certezza del diritto a favore del contribuente. Per i tributi locali (IMU, TARI, TARSU, etc.), che hanno natura di prestazione periodica, il diritto dell’ente impositore alla riscossione si estingue in cinque anni. Il termine più lungo, di dieci anni, si applica solo nell’ipotesi eccezionale in cui il debito sia stato confermato da una sentenza non più impugnabile. Pertanto, un’intimazione di pagamento notificata oltre cinque anni dopo la notifica della cartella esattoriale è illegittima per intervenuta prescrizione del credito. Questa ordinanza rappresenta un importante punto di riferimento per la gestione del contenzioso in materia di prescrizione tributi locali.

Qual è il termine di prescrizione per i tributi locali come la TARSU?
Il termine di prescrizione è di cinque anni, trattandosi di prestazioni da pagarsi periodicamente, secondo quanto previsto dall’art. 2948, n. 4 del Codice Civile.

Quando si applica il termine di prescrizione di dieci anni a un debito tributario?
Il termine di prescrizione decennale si applica solo quando il credito tributario è stato accertato con una sentenza passata in giudicato, ovvero una decisione del giudice non più soggetta a impugnazione.

Una cartella di pagamento non impugnata fa scattare la prescrizione decennale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una cartella di pagamento, anche se non impugnata e quindi definitiva, non è equiparabile a una sentenza passata in giudicato. Pertanto, non è sufficiente a trasformare il termine di prescrizione da quinquennale a decennale per i tributi periodici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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