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Prescrizione sanzioni tributarie: da quando decorre?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17575/2025, ha chiarito un punto cruciale sulla prescrizione sanzioni tributarie in caso di prelievo irregolare di energia. La Corte ha stabilito che il termine di prescrizione quinquennale non decorre dal momento della scoperta della frode da parte del fornitore di energia, ma dal giorno in cui l’Amministrazione finanziaria (in questo caso, l’Agenzia delle Dogane) riceve la comunicazione dell’illecito. Questo principio protegge l’azione accertatrice dell’ente impositore dai ritardi di terzi, affermando che la “scoperta del fatto illecito” si concretizza solo con la conoscenza effettiva da parte dell’organo preposto alla riscossione e alla sanzione.

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Pubblicato il 2 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Sanzioni Tributarie: La Cassazione Chiarisce il Momento della Decorrenza

Comprendere le regole sulla prescrizione sanzioni tributarie è fondamentale sia per i contribuenti che per gli operatori del diritto. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha affrontato un caso emblematico, relativo al prelievo fraudolento di energia elettrica, stabilendo un principio chiave sul momento esatto da cui far partire il conteggio dei termini per l’irrogazione delle sanzioni. La questione è semplice ma dalle conseguenze significative: il termine decorre da quando la frode viene scoperta da un soggetto terzo (come il fornitore di energia) o da quando ne viene a conoscenza l’Amministrazione finanziaria?

I Fatti di Causa

Una società commerciale era stata accusata di prelievo irregolare di energia elettrica, accertato tramite un verbale di verifica da parte della compagnia elettrica in data 20 maggio 2014. Tuttavia, la comunicazione di tale illecito all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’ente competente per le accise sull’energia, era avvenuta solo tre anni dopo, il 14 agosto 2017. L’Agenzia, una volta quantificato il danno erariale, notificava alla società l’atto di irrogazione della sanzione il 13 dicembre 2019.
La società impugnava l’atto, sostenendo che la sanzione fosse prescritta, poiché erano trascorsi più di cinque anni dalla data di scoperta dell’illecito (20/05/2014). La Commissione Tributaria Regionale accoglieva questa tesi, ritenendo che il dies a quo per la prescrizione coincidesse con l’accertamento materiale della frode. L’Agenzia, non condividendo tale interpretazione, proponeva ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica sulla Prescrizione Sanzioni Tributarie

Il nodo centrale del contendere verteva sull’interpretazione dell’art. 57 del D.Lgs. 504/1995. Questa norma stabilisce che, in caso di comportamenti omissivi, la prescrizione per il recupero dell’imposta (e, per estensione, delle sanzioni collegate) decorre dal momento della “scoperta del fatto illecito”. La Corte di secondo grado aveva interpretato questo momento come la data della verifica tecnica effettuata dal fornitore di energia. L’Agenzia delle Dogane, invece, sosteneva che la “scoperta” rilevante ai fini fiscali potesse avvenire solo quando l’Amministrazione finanziaria stessa acquisisce conoscenza della violazione, potendo solo da quel momento attivare i propri poteri di accertamento e sanzionatori.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, ribaltando la decisione precedente e chiarendo in modo definitivo il principio applicabile. Secondo gli Ermellini, il termine “scoperta del fatto illecito” deve essere inteso come il momento in cui l’Amministrazione finanziaria viene effettivamente a conoscenza della violazione.
Il ragionamento della Corte si fonda su una logica ineccepibile: l’ente impositore non può essere penalizzato per l’inerzia o il ritardo di un soggetto terzo (in questo caso, la compagnia elettrica) nel comunicare l’illecito. L’azione dell’Amministrazione può iniziare solo quando essa dispone degli elementi necessari per contestare la violazione. Pertanto, il dies a quo per la decorrenza del termine quinquennale di prescrizione va collocato nella data in cui l’Agenzia ha ricevuto la comunicazione della frode, ovvero il 14 agosto 2017.
La Corte distingue nettamente il rapporto contrattuale tra fornitore e consumatore, dal quale scaturisce la verifica tecnica, e il rapporto tributario tra contribuente e Amministrazione finanziaria. La responsabilità dell’illecito ricade esclusivamente sul contribuente, il quale non può trarre vantaggio dal ritardo comunicativo di un altro soggetto per invocare la prescrizione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza pratica in materia di prescrizione sanzioni tributarie. La decorrenza del termine non è legata all’oggettiva scoperta della violazione, ma alla sua conoscibilità da parte dell’ente titolare del potere impositivo e sanzionatorio. Le implicazioni sono rilevanti:
1. Per i contribuenti: Non si può fare affidamento sulla data di una verifica tecnica da parte di terzi per calcolare la prescrizione. Il termine può iniziare a decorrere molto tempo dopo, a seguito della comunicazione agli uffici competenti.
2. Per l’Amministrazione Finanziaria: Viene tutelata la sua capacità di azione, che non può essere compromessa da ritardi esterni. L’ente è responsabile solo della propria inerzia a partire dal momento in cui è messo in condizione di agire.
In definitiva, la decisione assicura la coerenza del sistema, legando l’inizio della prescrizione all’effettiva possibilità di esercitare il diritto di accertamento e sanzione.

Da quale momento decorre il termine di prescrizione per le sanzioni in caso di frode sull’energia elettrica?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione quinquennale decorre non dalla data della scoperta materiale dell’illecito da parte di un terzo (es. il fornitore di energia), ma dal giorno in cui l’Amministrazione finanziaria competente (es. l’Agenzia delle Dogane) riceve la comunicazione formale della violazione.

Il ritardo nella comunicazione della frode da parte di un terzo può determinare la prescrizione della sanzione?
No. La Corte ha stabilito che il ritardo con cui un soggetto terzo comunica l’illecito all’Amministrazione finanziaria non può andare a detrimento di quest’ultima. La prescrizione inizia a correre solo da quando l’ente impositore ha conoscenza dei fatti e può esercitare i propri poteri.

Quale principio ha seguito la Corte per definire la “scoperta del fatto illecito”?
La Corte ha interpretato la “scoperta del fatto illecito”, ai fini della decorrenza della prescrizione, come il momento in cui l’organo preposto all’accertamento e all’irrogazione della sanzione acquisisce effettiva conoscenza della violazione. È un concetto legato alla conoscibilità da parte del titolare del potere, non alla mera scoperta materiale del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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