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Prescrizione interessi sanzioni: Cassazione conferma 5 anni

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23052/2025, ha stabilito che la prescrizione per interessi e sanzioni tributarie è di cinque anni. Il caso riguardava una società che aveva impugnato una richiesta di pagamento per vecchie cartelle esattoriali. La Suprema Corte ha chiarito che sia gli interessi, in base all’art. 2948 c.c., sia le sanzioni, secondo il D.Lgs. 472/1997, seguono il termine breve quinquennale, respingendo l’applicazione del termine ordinario decennale e consolidando un importante principio a tutela del contribuente sulla prescrizione interessi sanzioni.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Interessi e Sanzioni: la Cassazione Fissa il Termine a Cinque Anni

La definizione dei termini di prescrizione in materia fiscale è una questione di fondamentale importanza sia per i contribuenti che per l’amministrazione finanziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo sulla prescrizione interessi sanzioni, stabilendo in via definitiva l’applicazione del termine breve di cinque anni. Questa pronuncia consolida un orientamento a favore della certezza del diritto e della tutela del contribuente contro pretese creditorie eccessivamente datate.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’impugnazione, da parte di una società, di un avviso di intimazione relativo al pagamento di ventotto cartelle esattoriali. La società eccepiva la prescrizione dei crediti, sostenendo che fosse decorso il termine quinquennale. Mentre la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) aveva parzialmente accolto questa tesi, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva riformato la decisione, ritenendo applicabile il termine ordinario decennale per gli accessori del debito tributario, come interessi e sanzioni. Di fronte a questa decisione, la società ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: la violazione delle norme sulla prescrizione quinquennale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza della CTR e rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per una nuova decisione. Il fulcro della pronuncia è il principio di diritto secondo cui la disciplina della prescrizione per gli interessi e le sanzioni in materia tributaria deve essere risolta applicando il termine di cinque anni.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato le sue motivazioni distinguendo chiaramente la natura degli interessi da quella delle sanzioni, ma giungendo per entrambi alla medesima conclusione sul termine di prescrizione.

La Prescrizione Quinquennale per gli Interessi

Secondo gli Ermellini, la norma di riferimento per gli interessi è l’articolo 2948, n. 4, del codice civile. Questa disposizione prevede che si prescrivono in cinque anni “gli interessi e, in generale, tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi”. La Corte ha sottolineato che questa è una norma speciale che si applica a tutte le categorie di interessi, indipendentemente dalla natura o dalla fonte dell’obbligazione principale.

Il ragionamento chiave risiede nel principio di autonomia dell’obbligazione degli interessi. Sebbene l’obbligazione degli interessi nasca come accessoria a quella principale (la sorte capitale), una volta sorta, essa vive di vita propria. Gli interessi maturano progressivamente e costituiscono un’obbligazione autonoma, la cui prescrizione non segue quella del debito principale, ma la regola speciale quinquennale. Pertanto, anche in materia tributaria, in assenza di norme speciali diverse, si deve applicare il termine di cinque anni.

La Prescrizione Interessi Sanzioni: Conferma Normativa per le Sanzioni

Per quanto riguarda le sanzioni, la Corte ha richiamato l’articolo 20, comma 3, del D.Lgs. n. 472 del 1997, il quale stabilisce esplicitamente che “il diritto alla riscossione della sanzione irrogata si prescrive nel termine di cinque anni”. La giurisprudenza ha consolidato una distinzione fondamentale:
1. Sanzioni derivanti da un provvedimento giurisdizionale irrevocabile: In questo caso, si applica la prescrizione decennale dell’ actio judicati (art. 2953 c.c.).
2. Sanzioni in assenza di un provvedimento irrevocabile: In tutti gli altri casi, trova applicazione la norma speciale che fissa la prescrizione a cinque anni.

Nel caso di specie, non essendoci una sentenza passata in giudicato a monte, era corretto applicare il termine quinquennale. La Corte ha ribadito che questa durata generalizzata risponde a esigenze di certezza e tutela del contribuente.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, ha enunciato un principio di diritto chiaro e inequivocabile: “la disciplina della prescrizione, che attiene alla fase in cui gli interessi, in quanto sorti già separati dal capitale, vengono a maturazione, deve necessariamente essere risolta in base al principio dell’autonomia, con la conseguenza che il termine prescrizionale è quello quinquennale stabilito dall’art. 2948, n. 4, cod. civ., … pertanto, anche per gli interessi che sorgono in materia tributaria si deve ritenere applicabile il termine di prescrizione quinquennale, al pari delle sanzioni, nonostante l’assenza di norme speciali”.

Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche. Per i contribuenti, significa una maggiore certezza sui tempi entro cui l’amministrazione finanziaria può esigere il pagamento di interessi e sanzioni. Non è più sostenibile la tesi del termine decennale per queste voci accessorie, che spesso possono raggiungere importi considerevoli. La sentenza rafforza la tutela del contribuente, impedendo che pretese creditorie per somme accessorie possano rimanere pendenti per un decennio e allineando la loro disciplina a un principio di ragionevolezza temporale.

Qual è il termine di prescrizione per gli interessi sui debiti tributari?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione per gli interessi maturati su debiti tributari è di cinque anni, in applicazione dell’art. 2948, n. 4, del codice civile. Questo termine si applica autonomamente rispetto a quello del debito principale.

E per le sanzioni tributarie, quanto tempo ha l’Agenzia per riscuoterle?
Il diritto alla riscossione delle sanzioni tributarie si prescrive nel termine di cinque anni, come stabilito dall’art. 20, comma 3, del D.Lgs. n. 472/1997, a meno che non derivino da un provvedimento giurisdizionale divenuto irrevocabile, nel qual caso si applica il termine decennale.

La prescrizione di cinque anni per gli interessi si applica sempre, a prescindere dal tipo di tributo?
Sì, la Corte ha specificato che la regola della prescrizione quinquennale per gli interessi, basata sul principio di autonomia dell’obbligazione, prescinde sia dalla tipologia degli interessi sia dalla natura dell’obbligazione principale. Pertanto, si applica a tutti gli interessi che sorgono in materia tributaria, in assenza di specifiche norme contrarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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