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Prescrizione imposta di registro: da quando decorre?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21513/2025, ha stabilito un principio cruciale in materia di prescrizione dell’imposta di registro. Il caso riguardava una cartella di pagamento per imposta di registro, che il contribuente riteneva notificata oltre il termine di prescrizione decennale. La Corte ha chiarito che il ‘dies a quo’, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere la prescrizione, non è la data di notifica dell’avviso di liquidazione, ma il momento in cui tale avviso diventa definitivo. Questo avviene allo scadere dei 60 giorni utili per l’impugnazione. Di conseguenza, l’azione di riscossione dell’Agenzia delle Entrate è stata considerata tempestiva, riformando la precedente decisione di merito.

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Pubblicato il 22 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Imposta di Registro: La Cassazione fissa il Dies a Quo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale sul calcolo della prescrizione imposta di registro. La questione centrale, di grande rilevanza per contribuenti e professionisti, riguarda l’individuazione del momento esatto da cui far decorrere il termine decennale per la riscossione del credito erariale. Contrariamente a quanto stabilito in secondo grado, la Corte ha affermato che il termine non decorre dalla notifica dell’avviso di liquidazione, ma da quando quest’ultimo diventa definitivo.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una cartella di pagamento emessa dall’Agenzia delle Entrate per l’omesso versamento dell’imposta di registro relativa a una sentenza civile. Il contribuente impugnava la cartella, eccependo l’intervenuta prescrizione del credito. In particolare, sosteneva che il termine decennale fosse già trascorso, calcolandolo a partire dalla data di notifica dell’avviso di liquidazione originario.

Mentre la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) rigettava il ricorso, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) accoglieva le ragioni del contribuente. I giudici d’appello, infatti, avevano erroneamente individuato il dies a quo della prescrizione nella data di notifica dell’atto impositivo. Di conseguenza, la cartella di pagamento, notificata oltre dieci anni da quel momento (pur considerando un periodo di sospensione), era stata giudicata illegittima.

La Decisione della Corte di Cassazione

L’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso in Cassazione, contestando la violazione dell’art. 2935 del codice civile. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado in diversa composizione.

Il principio di diritto affermato è netto: il termine di prescrizione di un tributo non inizia a decorrere finché il credito non è divenuto definitivo e, quindi, esigibile. La semplice notifica dell’avviso di liquidazione non è sufficiente, poiché il contribuente ha 60 giorni di tempo per impugnarlo.

Le Motivazioni: Dies a Quo della Prescrizione Imposta di Registro

Le motivazioni della Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale e su una precisa interpretazione delle norme. L’art. 2935 c.c. stabilisce che ‘la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere’. Nel contesto tributario, il diritto dell’amministrazione finanziaria alla riscossione sorge e può essere pienamente esercitato solo quando la pretesa tributaria diventa stabile e non più contestabile in via giudiziaria.

L’avviso di liquidazione, una volta notificato, non è immediatamente definitivo. Lo diventa solo dopo che sono decorsi 60 giorni senza che il contribuente abbia presentato ricorso. È solo da questo momento, il sessantunesimo giorno, che il credito è ‘definitivamente accertato’ ai sensi dell’art. 78 del d.p.r. 131/1986 e che, quindi, inizia a decorrere il termine di prescrizione decennale.

Nel caso specifico:
1. Notifica avviso di liquidazione: 13 febbraio 2008.
2. Definitività dell’atto (dies a quo prescrizione): 14 aprile 2008 (60 giorni dopo).
3. Scadenza originaria della prescrizione: 13 aprile 2018 (10 anni dopo).
4. Periodo di sospensione normativa: 166 giorni.
5. Scadenza finale della prescrizione: 27 settembre 2018 (scadenza originaria + 166 giorni).

Poiché la cartella di pagamento era stata notificata il 9 agosto 2018, essa risultava ampiamente all’interno del termine prescrizionale, rendendo legittima l’azione di riscossione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per il calcolo della prescrizione imposta di registro e, più in generale, per i crediti tributari. Per i contribuenti, significa che il tempo a disposizione dell’erario per la riscossione è di fatto più lungo di dieci anni dalla semplice ricezione dell’atto impositivo, in quanto a tale periodo vanno aggiunti i 60 giorni per l’impugnazione. Per i professionisti del settore, è un monito a calcolare con precisione il dies a quo, identificandolo correttamente nel momento in cui l’atto impositivo diventa inoppugnabile, per fornire una consulenza accurata ed evitare errori di valutazione che potrebbero compromettere la difesa del cliente.

Quando inizia a decorrere la prescrizione decennale per l’imposta di registro?
La prescrizione decennale per il credito relativo all’imposta di registro inizia a decorrere non dalla data di notifica dell’avviso di liquidazione, ma dal momento in cui tale avviso diventa definitivo, ovvero una volta trascorsi 60 giorni dalla notifica senza che sia stata proposta impugnazione.

La notifica dell’avviso di liquidazione fa partire il termine di prescrizione?
No, la sola notifica dell’avviso di liquidazione non è sufficiente a far decorrere il termine di prescrizione. Il termine inizia a decorrere solo dopo che la pretesa tributaria è divenuta definitiva.

Perché il termine di prescrizione non decorre immediatamente dalla notifica dell’atto impositivo?
Perché, in base all’art. 2935 del codice civile, la prescrizione decorre dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Il diritto alla riscossione coattiva del Fisco può essere esercitato solo quando il credito è certo e definitivo, ovvero dopo la scadenza del termine per l’impugnazione dell’atto da parte del contribuente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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