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Prescrizione decennale imposta di registro: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20906/2024, ha stabilito che il credito per l’imposta di registro, una volta divenuto definitivo l’avviso di liquidazione, si estingue con la prescrizione decennale e non con quella quinquennale. La controversia nasceva dalla notifica di un’intimazione di pagamento a distanza di dodici anni dalla cartella originaria. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva erroneamente applicato il termine breve, ribadendo la validità della prescrizione decennale per l’imposta di registro e rinviando il caso per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta di registro: la Cassazione conferma la prescrizione decennale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia fiscale: la prescrizione decennale per l’imposta di registro. Questa pronuncia chiarisce definitivamente la durata del termine a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria per riscuotere il credito derivante da una cartella di pagamento non opposta, mettendo fine ai dubbi sulla possibile applicazione di un termine più breve.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un debito per imposta di registro relativo a un atto pubblico del 1999. L’Amministrazione Finanziaria notificava al contribuente una prima cartella di pagamento nel marzo 2007. Successivamente, nel marzo 2019, a distanza di dodici anni, veniva notificata un’intimazione di pagamento per la stessa somma.

Il contribuente impugnava quest’ultimo atto, sostenendo che il credito tributario si fosse estinto per prescrizione, ritenendo applicabile il termine di cinque anni. La Commissione Tributaria Regionale accoglieva la tesi del contribuente, annullando la pretesa fiscale.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla prescrizione decennale per l’imposta di registro

L’Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso per cassazione, lamentando l’errata applicazione della normativa sulla prescrizione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando con rinvio la sentenza impugnata. I giudici di legittimità hanno ribadito che, in materia di imposta di registro, una volta che l’avviso di liquidazione è divenuto definitivo per mancata impugnazione, la riscossione del relativo credito è soggetta all’ordinario termine di prescrizione decennale previsto dall’art. 2946 del codice civile.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione su una giurisprudenza costante e consolidata. Il punto centrale è l’articolo 78 del D.P.R. n. 131/1986 (Testo Unico dell’Imposta di Registro), il quale stabilisce esplicitamente un termine decennale per la riscossione dell’imposta. Secondo la Corte, i giudici di secondo grado hanno commesso un errore applicando il termine quinquennale, richiamando impropriamente una pronuncia relativa a tributi di diversa natura (TARSU/TIA), per i quali si applica un regime di prescrizione differente.

La Cassazione ha chiarito che il dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere il termine decennale, coincide con la data di notifica della cartella di pagamento. A partire da quel momento, l’Amministrazione Finanziaria ha dieci anni per agire per la riscossione, salvo il compimento di atti interruttivi della prescrizione.

Nel caso specifico, la Corte ha quindi incaricato il giudice del rinvio di verificare due aspetti cruciali: primo, se il termine decennale, decorrente dalla notifica della cartella del 2007, fosse effettivamente scaduto al momento della notifica dell’intimazione del 2019; secondo, se nel frattempo fossero intervenuti atti interruttivi, come un presunto avviso di intimazione notificato nel 2009, che avrebbero fatto ripartire il conteggio del termine.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di certezza giuridica per contribuenti e Amministrazione Finanziaria. Viene confermato che per i crediti relativi all’imposta di registro, una volta che la pretesa diventa definitiva, il tempo per la riscossione è di dieci anni. I contribuenti devono quindi essere consapevoli che il debito può essere richiesto per un lungo arco temporale, mentre per l’Erario si tratta di una conferma della solidità delle sue pretese. La decisione sottolinea l’importanza di non confondere i regimi di prescrizione previsti per i diversi tributi, ciascuno soggetto a specifiche disposizioni normative.

Qual è il termine di prescrizione per riscuotere l’imposta di registro dopo la notifica di una cartella di pagamento non impugnata?
Il termine di prescrizione per la riscossione del credito relativo all’imposta di registro è quello ordinario decennale, come stabilito dall’art. 78 del d.P.R. n. 131 del 1986.

Perché la Corte di Cassazione ha escluso l’applicabilità della prescrizione quinquennale?
La Corte ha escluso la prescrizione quinquennale perché la normativa specifica per l’imposta di registro prevede un termine decennale. La sentenza di merito aveva erroneamente applicato un principio valido per altri tributi (come la TARSU/TIA), commettendo un errore di diritto.

Cosa succede ora nel caso specifico esaminato dalla sentenza?
La causa è stata rinviata alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado, in diversa composizione. Quest’ultima dovrà riesaminare i fatti applicando il corretto principio della prescrizione decennale e verificare se tale termine fosse effettivamente trascorso, tenendo conto di eventuali atti interruttivi notificati al contribuente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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