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Prescrizione debiti fiscali: la sospensione la allunga

Una società nata da una scissione è stata chiamata a pagare un debito fiscale della società originaria. I giudici di merito avevano dichiarato la prescrizione del debito. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che il calcolo della prescrizione debiti fiscali deve tenere conto dei periodi di sospensione legale, come quelli previsti per le sanatorie fiscali, che di fatto allungano il termine.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Debiti Fiscali: Come la Sospensione per “Rottamazione” Allunga i Termini

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale sulla prescrizione debiti fiscali, specificando come i periodi di sospensione legale, come quelli introdotti per le sanatorie (c.d. “rottamazione”), incidano sul calcolo del termine decennale. Questa pronuncia sottolinea che la sospensione “congela” il decorso del tempo, estendendo di fatto la scadenza entro cui l’Amministrazione Finanziaria può legittimamente richiedere il pagamento.

Il Caso: Debito Fiscale, Scissione e Prescrizione

La vicenda trae origine da un debito IRAP risalente al 1999, inizialmente a carico di una società commerciale. Anni dopo, nel 2014, questa società ha effettuato un’operazione di scissione parziale, dando vita a una nuova azienda. L’Agente della riscossione, ritenendo la nuova società responsabile in solido per i debiti della società originaria, le ha notificato una cartella di pagamento nel 2016.

Il debito era stato oggetto di un precedente contenzioso, conclusosi con una sentenza divenuta definitiva il 18 gennaio 2006. Da quella data era iniziato a decorrere il termine di prescrizione decennale previsto dall’art. 2953 del Codice Civile. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato ragione alla società, ritenendo che, al momento della notifica della nuova cartella (aprile 2016), i dieci anni fossero già trascorsi e il debito, quindi, estinto.

La Decisione della Cassazione sulla Prescrizione Debiti Fiscali

L’Amministrazione Finanziaria ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che i giudici di merito avessero errato nel calcolare il termine di prescrizione. Il motivo del ricorso si basava su un punto cruciale: la mancata considerazione di un periodo di sospensione legale.

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando l’esito del giudizio. Il punto centrale della decisione è che il termine di prescrizione decennale, pur iniziando a decorrere dal 18 gennaio 2006, è stato legalmente sospeso in un momento successivo.

L’Impatto della Sospensione Legale

Nello specifico, la legge n. 147 del 2013, che ha introdotto una forma di “rottamazione” dei ruoli, prevedeva la sospensione dei termini di prescrizione dal 1° gennaio 2014 al 15 giugno 2014. Si tratta di un periodo di cinque mesi e quindici giorni.

Questo intervallo di sospensione deve essere sommato al termine di prescrizione ordinario. Di conseguenza, la scadenza originaria del 18 gennaio 2016 è stata posticipata, diventando il 3 luglio 2016. La notifica della cartella di pagamento, avvenuta il 4 aprile 2016, risulta quindi tempestiva e pienamente legittima, in quanto effettuata prima della nuova data di scadenza.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la normativa sulla “rottamazione” è chiara nel disporre la sospensione dei termini di prescrizione per i carichi affidati alla riscossione. Questa sospensione ha un effetto generale e si applica anche alla prescrizione decennale derivante da un giudicato (c.d. actio iudicati). I giudici di merito hanno commesso un errore nel non considerare questa norma, sorvolando su un elemento decisivo per il calcolo corretto del termine. La Corte ha ribadito che, una volta che una pretesa fiscale è cristallizzata in una sentenza passata in giudicato, il termine per farla valere è di dieci anni, ma questo termine non è immune da eventuali cause di sospensione o interruzione previste dalla legge, come nel caso in esame. La sospensione non annulla il tempo già trascorso, ma semplicemente ne arresta il decorso per un determinato periodo, che va poi aggiunto alla scadenza finale.

Le Conclusioni

La pronuncia ha importanti implicazioni pratiche sia per i contribuenti che per l’Amministrazione Finanziaria. Essa stabilisce con chiarezza che nel calcolare la prescrizione debiti fiscali, specialmente quando questa è decennale a seguito di un giudicato, è indispensabile verificare l’esistenza di periodi di sospensione legale. Le normative speciali, come quelle sulle sanatorie fiscali, possono dilatare significativamente i tempi a disposizione del Fisco per agire. Per i debitori, ciò significa che non è sufficiente contare dieci anni dalla data del giudicato, ma occorre accertare che in tale lasso di tempo non siano intervenute leggi che abbiano “congelato” la decorrenza della prescrizione. La Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata, rinviando la causa a un’altra sezione della Corte di giustizia tributaria regionale per un nuovo esame alla luce del principio affermato.

Quando inizia a decorrere la prescrizione decennale per un debito fiscale accertato giudizialmente?
La prescrizione decennale inizia a decorrere dalla data in cui la sentenza che accerta il debito diventa definitiva e non più appellabile (passaggio in giudicato).

Le leggi sulla “rottamazione” dei debiti fiscali possono allungare i termini di prescrizione?
Sì. Se la legge che introduce la sanatoria prevede un periodo di sospensione della riscossione, questo stesso periodo sospende anche il decorso dei termini di prescrizione, posticipandone di fatto la scadenza finale.

Una società nata da una scissione è responsabile per i debiti fiscali della società originaria?
Sì, la società beneficiaria della scissione è responsabile in solido per i debiti, anche fiscali, della società scissa, preesistenti all’operazione, nei limiti e secondo le modalità previste dalla legge (in questo caso, l’art. 173 del TUIR).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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