LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione debiti fiscali: la notifica alla società

La Corte di Cassazione ha stabilito che la prescrizione dei debiti fiscali relativi all’IRPEF è decennale. Inoltre, ha chiarito che la notifica di una cartella di pagamento a una società di persone interrompe la prescrizione anche per i soci illimitatamente responsabili, in virtù del vincolo di solidarietà. La Corte ha quindi annullato la decisione precedente che aveva erroneamente dichiarato prescritto il debito di un socio, al quale la cartella era stata notificata cinque anni dopo la notifica alla società.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione debiti fiscali: la notifica alla società vale anche per i soci

La questione della prescrizione dei debiti fiscali è un tema di costante interesse per contribuenti e professionisti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su due aspetti fondamentali: la durata della prescrizione per tributi come l’IRPEF e gli effetti della notifica di un atto impositivo a una società di persone nei confronti dei singoli soci. La Corte ha ribadito che la notifica alla società interrompe efficacemente la prescrizione anche per i soci illimitatamente responsabili.

I fatti di causa

Il caso esaminato riguardava un contribuente, socio di una società in nome collettivo (s.n.c.), che aveva impugnato una cartella di pagamento per debiti IRPEF. La cartella era stata notificata alla società nell’agosto del 2003, mentre al socio era stata notificata quasi cinque anni dopo, nel gennaio del 2008.

Il contribuente sosteneva che il credito fosse prescritto, poiché la notifica a lui indirizzata era avvenuta a distanza di nove anni dall’insorgenza del debito e ben oltre il termine di cinque anni dalla notifica alla società. La Commissione Tributaria Regionale aveva accolto questa tesi, affermando che la notifica eseguita nei confronti della società non fosse “fungibile” e non potesse interrompere la prescrizione per i singoli soci.

La decisione della Cassazione sulla prescrizione dei debiti fiscali

L’Ente di Riscossione ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la violazione delle norme sulla prescrizione e sulla responsabilità solidale. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa al giudice di secondo grado per un nuovo esame.

I giudici di legittimità hanno smontato la decisione della Commissione Tributaria su due fronti principali: la durata del termine di prescrizione e l’efficacia interruttiva della notifica alla società.

Le motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su due principi giuridici consolidati.

1. Il termine di prescrizione per l’IRPEF è decennale

In primo luogo, la Cassazione ha ribadito che il credito erariale per la riscossione dell’IRPEF (così come per l’IRAP e l’IVA) si prescrive nel termine ordinario di dieci anni, come previsto dall’art. 2946 del codice civile. Non si applica, invece, il termine più breve di cinque anni previsto per le “prestazioni periodiche” (art. 2948, n. 4, c.c.). Questo perché l’obbligazione tributaria annuale ha carattere autonomo e unitario, derivando ogni anno da nuove e autonome valutazioni sui presupposti impositivi, e non può essere considerata una mera rata di un debito complessivo.

2. L’efficacia interruttiva della notifica verso i soci

Il secondo punto, ancora più rilevante nel caso specifico, riguarda il principio della responsabilità solidale nelle società di persone. Ai sensi degli artt. 2267 e 2291 del codice civile, i soci di una s.n.c. sono responsabili illimitatamente e in solido per tutte le obbligazioni sociali, incluse quelle di natura tributaria. Il debito della società è, a tutti gli effetti, un debito anche dei soci.

Di conseguenza, in applicazione dell’art. 1310 del codice civile, l’atto con cui il creditore interrompe la prescrizione nei confronti di uno dei debitori in solido (in questo caso, la società) ha effetto anche nei confronti degli altri condebitori (i soci). Pertanto, la notifica della cartella di pagamento alla società, avvenuta nell’agosto del 2003, ha interrotto la prescrizione anche per il socio, facendo decorrere un nuovo termine decennale da quella data. La successiva notifica al socio nel 2008 era quindi pienamente valida e tempestiva.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida due importanti principi in materia di prescrizione debiti fiscali. Anzitutto, conferma la durata decennale della prescrizione per i principali tributi diretti e indiretti, salvo diverse disposizioni di legge. In secondo luogo, chiarisce in modo inequivocabile che, per le società di persone, la notifica di un atto impositivo o di una cartella di pagamento alla società è sufficiente a interrompere la prescrizione per tutti i soci illimitatamente responsabili. I soci non possono quindi eccepire la prescrizione se non sono trascorsi dieci anni dalla notifica dell’atto alla compagine sociale, a prescindere da quando l’atto sia stato notificato individualmente a loro.

Qual è il termine di prescrizione per i crediti fiscali relativi all’IRPEF?
In assenza di una previsione specifica, si applica il termine di prescrizione ordinario di dieci anni, come stabilito dall’art. 2946 del codice civile.

La notifica di una cartella di pagamento a una società di persone interrompe la prescrizione anche per i singoli soci?
Sì. In virtù della responsabilità solidale e illimitata dei soci per le obbligazioni sociali, la notifica alla società ha efficacia interruttiva della prescrizione anche nei confronti di tutti i soci, ai sensi dell’art. 1310 del codice civile.

Perché per l’IRPEF non si applica la prescrizione quinquennale prevista per le prestazioni periodiche?
Perché l’obbligazione tributaria, pur avendo cadenza annuale, è considerata autonoma e unitaria per ogni periodo d’imposta. Non si tratta di un pagamento periodico derivante da un’unica fonte di obbligazione, ma di una prestazione che sorge di volta in volta al verificarsi di nuovi presupposti impositivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati