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Prescrizione debiti fiscali: la Cassazione dice 10 anni

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13960/2025, ha rigettato il ricorso di una società che sosteneva la prescrizione quinquennale per alcuni debiti fiscali. La Corte ha confermato che la prescrizione per tributi erariali come IVA e IRES è decennale, in quanto non si tratta di prestazioni periodiche. Inoltre, ha stabilito che il preavviso di fermo amministrativo è un atto idoneo a interrompere la prescrizione dei debiti fiscali.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Debiti Fiscali: La Cassazione Conferma il Termine di 10 Anni

La questione della prescrizione debiti fiscali è un tema cruciale per contribuenti e imprese. Sapere con certezza entro quanto tempo l’amministrazione finanziaria può richiedere il pagamento di un tributo è fondamentale per la pianificazione e la certezza del diritto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito principi consolidati, facendo chiarezza sul termine ordinario di dieci anni per i principali tributi e sul valore interruttivo del preavviso di fermo amministrativo.

Il Caso: La Controversia sulla Durata della Prescrizione

Una società si è opposta a un’intimazione di pagamento relativa a diverse cartelle esattoriali per tributi come IVA, IRPEG, IRAP e altri. La tesi principale della società era che il diritto alla riscossione di tali somme fosse estinto per il decorso della prescrizione quinquennale (5 anni).

La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, aveva respinto questa tesi, applicando il termine di prescrizione ordinario decennale (10 anni). La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando la decisione e sostenendo l’errata applicazione della legge in materia di prescrizione.

La Decisione della Corte: la prescrizione debiti fiscali è decennale

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso della società, confermando la correttezza della sentenza di appello. Gli Ermellini hanno riaffermato un principio ormai consolidato nella loro giurisprudenza: il credito erariale per la riscossione di imposte come IRPEF, IVA e IRAP è soggetto al termine di prescrizione ordinario di dieci anni, previsto dall’art. 2946 del Codice Civile.

Questo perché la prestazione tributaria, pur essendo dovuta annualmente, non rientra nella categoria dei pagamenti da effettuarsi “periodicamente ad anno o in termini più brevi” descritta dall’art. 2948 c.c., che prevede la prescrizione breve di cinque anni. Ogni annualità d’imposta, infatti, deriva da una valutazione autonoma e nuova dei presupposti impositivi, e non da una causa debendi continuativa e unica.

L’Efficacia Interruttiva del Preavviso di Fermo Amministrativo

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguardava l’efficacia del preavviso di fermo amministrativo come atto idoneo a interrompere la prescrizione. La società ricorrente sosteneva che tale atto non avesse questa capacità.

Anche su questo punto, la Cassazione ha dato torto al contribuente. Ha stabilito che il preavviso di fermo, avendo la funzione di portare a conoscenza del debitore la pretesa dell’amministrazione e valendo come richiesta di pagamento, possiede tutti i requisiti per interrompere il decorso del termine di prescrizione. Il suo contenuto informativo e la sua natura di intimazione al pagamento lo rendono un atto pienamente idoneo a produrre l’effetto interruttivo.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi su un orientamento giurisprudenziale consolidato. La distinzione fondamentale risiede nella natura del debito tributario. I crediti per imposte come IVA e IRPEF sorgono anno per anno sulla base di presupposti impositivi che vengono autonomamente valutati. Non si tratta, quindi, di una prestazione unica che viene frazionata nel tempo (come un canone di locazione), ma di obbligazioni distinte che nascono periodicamente. Di conseguenza, in assenza di una specifica legge che preveda un termine più breve (come accade per i contributi previdenziali), si applica la regola generale della prescrizione decennale.

Per quanto riguarda il preavviso di fermo, la Corte ha sottolineato la sua duplice funzione: informare il debitore della pretesa e sollecitarne il pagamento, avvisandolo delle conseguenze in caso di inadempimento. Questo lo qualifica come un atto di costituzione in mora, che per legge interrompe la prescrizione, facendo decorrere un nuovo periodo dal momento della sua notifica.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida due principi fondamentali in materia di riscossione. Primo, la prescrizione dei debiti fiscali per i principali tributi erariali (salvo diverse disposizioni di legge) è decennale. Secondo, atti della riscossione come il preavviso di fermo amministrativo sono pienamente validi per interrompere il decorso di tale termine. Questa decisione offre certezza agli operatori e ricorda ai contribuenti l’importanza di monitorare attentamente la propria posizione debitoria e gli atti ricevuti dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione.

Qual è il termine di prescrizione per i debiti fiscali relativi a IVA, IRPEF e IRAP?
Secondo la Corte di Cassazione, in assenza di una normativa specifica che preveda un termine più breve, per questi tributi si applica il termine di prescrizione ordinario di dieci anni (art. 2946 c.c.).

Perché per queste imposte non si applica la prescrizione breve di cinque anni?
Non si applica la prescrizione quinquennale perché l’obbligazione tributaria, pur avendo cadenza annuale, non è una prestazione periodica derivante da un’unica causa continuativa. Ogni periodo d’imposta genera un’obbligazione autonoma, basata su una nuova valutazione dei presupposti impositivi.

Il preavviso di fermo amministrativo può interrompere la prescrizione?
Sì, la Corte ha confermato che il preavviso di fermo amministrativo è un atto idoneo a interrompere la prescrizione, in quanto ha la funzione di comunicare la pretesa tributaria al debitore e di sollecitarne il pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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