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Prescrizione dazi doganali: il termine per l’azione

La Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale sulla prescrizione dazi doganali. In un caso relativo a dazi antidumping, la Corte ha stabilito che per sospendere il termine di prescrizione triennale a causa di un reato, è indispensabile che la notizia di reato (notitia criminis) sia trasmessa all’autorità giudiziaria entro lo stesso triennio. Se la comunicazione avviene dopo la scadenza, l’azione di recupero dell’amministrazione è prescritta. La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata, accogliendo il motivo di ricorso della società importatrice.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Dazi Doganali e Reati: La Cassazione Chiarisce il Ruolo della Notitia Criminis

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale nel diritto doganale: la prescrizione dazi doganali e le condizioni per la sua sospensione in presenza di un illecito penalmente rilevante. La Corte di Cassazione, con una pronuncia chiara e precisa, stabilisce un paletto fondamentale per l’azione di recupero dell’Amministrazione finanziaria, legando l’estensione dei termini alla tempestiva comunicazione della notizia di reato. Analizziamo insieme i fatti e i principi di diritto affermati dai giudici.

I Fatti di Causa

Una società importatrice si è trovata al centro di una verifica da parte dell’Ufficio doganale. L’amministrazione contestava una serie di importazioni di lampade fluorescenti, effettuate tra il 2007 e il 2008, che erano state dichiarate di origine tunisina. Tuttavia, a seguito di un’indagine dell’organismo europeo antifrode (OLAF), era emerso che la merce proveniva in realtà dalla Cina e subiva in Tunisia solo un assemblaggio minore o un semplice reimballaggio. Di conseguenza, le importazioni avrebbero dovuto essere soggette a un dazio antidumping.

Un primo atto di rettifica emesso dall’Ufficio di Firenze veniva annullato per incompetenza territoriale. Successivamente, l’Ufficio doganale di Livorno emetteva un nuovo atto di rettifica. La società importatrice impugnava anche questo secondo atto, sostenendo, tra le altre cose, l’intervenuta prescrizione del diritto alla riscossione dei dazi. Mentre il giudizio di primo grado le dava ragione, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) accoglieva l’appello dell’Agenzia delle Dogane. La società, quindi, ricorreva in Cassazione, lamentando, in particolare, la violazione delle norme sulla prescrizione.

L’Ordinanza della Corte e la prescrizione dazi doganali

La Corte di Cassazione ha esaminato congiuntamente i motivi di ricorso relativi alla prescrizione, ritenendoli fondati. Il punto centrale della controversia era l’applicazione dell’articolo 221 del Codice Doganale Comunitario, il quale prevede che il termine di prescrizione ordinario di tre anni per il recupero dei dazi possa essere esteso quando la mancata riscossione sia dovuta a un atto penalmente perseguibile.

La giurisprudenza consolidata, richiamata dalla stessa Corte, afferma che tale estensione è possibile, a condizione però che la notitia criminis (notizia di reato) sia trasmessa all’autorità giudiziaria competente nel corso del termine triennale di prescrizione, e non dopo la sua scadenza. Solo in questo caso il termine per l’accertamento doganale inizierà a decorrere dalla data in cui la sentenza penale diviene irrevocabile.

Le Motivazioni

La Corte ha rilevato che la CTR, pur avendo correttamente enunciato il principio generale, ha commesso un errore cruciale: non ha verificato se, nel caso specifico, l’amministrazione avesse fornito la prova che la notizia di reato fosse stata trasmessa entro i tre anni dalle dichiarazioni doganali.

Il ricorso della società, basandosi sul principio di autosufficienza, aveva chiaramente documentato le date: le bollette doganali risalivano al periodo tra il 22 ottobre 2007 e il 21 luglio 2008, mentre la notizia di reato era stata trasmessa alla Procura solo il 16 novembre 2010. Per la prima dichiarazione, quindi, il termine triennale era già scaduto.

La Cassazione ha sottolineato che questa regola serve a tutelare la certezza dei rapporti giuridici e a impedire che l’amministrazione possa, a sua discrezione, ritardare la comunicazione del reato per posticipare indefinitamente la decorrenza della prescrizione. La trasmissione della notitia criminis entro il triennio è un presupposto indispensabile per poter beneficiare della sospensione. La mancata verifica di questo fatto decisivo da parte del giudice di secondo grado ha portato alla cassazione della sentenza.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto i motivi relativi alla prescrizione, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Toscana, in diversa composizione. Quest’ultima dovrà riesaminare la questione attenendosi al principio di diritto stabilito: l’azione di recupero dei dazi è prescritta se la notizia di reato, presupposto per la sospensione del termine, è stata comunicata all’autorità giudiziaria dopo la scadenza del triennio ordinario. Questa decisione ribadisce l’importanza del rispetto dei termini per l’amministrazione e fornisce una tutela fondamentale per i contribuenti.

Quando si estende il termine di prescrizione per il recupero dei dazi doganali?
Il termine di prescrizione triennale può essere esteso solo se la mancata determinazione dei dazi è dovuta a un fatto che costituisce reato.

Qual è la condizione fondamentale per estendere la prescrizione in caso di reato?
È indispensabile che la notizia di reato (notitia criminis) sia trasmessa all’autorità giudiziaria competente entro il termine ordinario di prescrizione di tre anni dalla data in cui è sorta l’obbligazione doganale.

Cosa succede se la notizia di reato viene comunicata dopo la scadenza del triennio?
Se la comunicazione della notizia di reato avviene dopo la scadenza del termine di tre anni, la possibilità di estendere o sospendere la prescrizione viene meno. Di conseguenza, il diritto dell’amministrazione al recupero dei dazi deve considerarsi prescritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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