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Prescrizione credito d’imposta: quando inizia?

La Corte di Cassazione ha confermato che il termine di prescrizione del credito d’imposta, pari a dieci anni, inizia a decorrere dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. L’ordinanza rigetta la tesi del contribuente, secondo cui il termine dovrebbe iniziare solo dopo la scadenza dei controlli automatizzati. La Corte ha inoltre ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale sollevata riguardo a una norma che sospendeva la prescrizione solo per le dichiarazioni presentate entro una certa data, considerandola una scelta legislativa razionale.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Credito d’Imposta: La Cassazione Fissa il Punto di Partenza

Comprendere quando inizia la prescrizione del credito d’imposta è fondamentale per ogni contribuente. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: il termine decennale per richiedere il rimborso di un credito fiscale esposto in dichiarazione decorre dal momento stesso della sua presentazione. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica, chiarendo definitivamente che non è necessario attendere la scadenza dei termini per i controlli fiscali.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Rimborso Oltre i Termini?

La vicenda ha origine dalla dichiarazione dei redditi presentata il 19 settembre 1997 da un istituto di credito, dalla quale emergeva un cospicuo credito d’imposta. Trascorsi oltre dieci anni, il 22 dicembre 2008, la società (nel frattempo succeduta nei diritti della prima) ha presentato un’istanza per ottenere il rimborso di tale credito. L’Amministrazione Finanziaria ha negato il rimborso, eccependo l’avvenuta prescrizione decennale del diritto, calcolata a partire dalla data di presentazione della dichiarazione. La contribuente ha impugnato il diniego, sostenendo una diversa decorrenza del termine di prescrizione, ma sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno dato ragione al Fisco.

Il Dibattito sulla Prescrizione del Credito d’Imposta

Il caso è giunto dinanzi alla Corte di Cassazione, incentrato su due questioni principali.

La Tesi del Contribuente

Secondo la società ricorrente, il termine di prescrizione del credito d’imposta non dovrebbe iniziare dalla data di presentazione della dichiarazione, bensì dallo spirare del termine previsto per la liquidazione automatizzata da parte dell’Agenzia delle Entrate (ex art. 36-bis d.P.R. n. 600/1973). In questo specifico caso, tale termine scadeva il 31 dicembre 1998. Seguendo questa logica, la richiesta di rimborso del 2008 sarebbe stata tempestiva.

La Difesa dell’Amministrazione Finanziaria

L’Amministrazione Finanziaria, al contrario, ha sostenuto che la dichiarazione stessa, evidenziando il credito, rende la pretesa del contribuente immediatamente nota e azionabile. Di conseguenza, il diritto può essere esercitato fin da subito, e da quel momento inizia a decorrere la prescrizione ordinaria decennale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso della società, fornendo motivazioni chiare e in linea con i suoi precedenti orientamenti.

Il “Dies a Quo” della Prescrizione del Credito d’Imposta

I giudici hanno riaffermato il principio, già sancito dalle Sezioni Unite nel 2007, secondo cui quando un credito d’imposta è esposto in dichiarazione, l’Amministrazione è immediatamente messa in condizione di conoscere la pretesa creditoria del contribuente. Non è necessaria un’apposita istanza di rimborso per far sorgere il diritto. Pertanto, il termine di prescrizione ordinario di dieci anni inizia a decorrere proprio dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. I limiti temporali stabiliti per i controlli formali o cartolari (come l’art. 36-bis) sono irrilevanti ai fini della decorrenza della prescrizione del diritto al rimborso.

La Questione di Legittimità Costituzionale

La Corte ha anche respinto il secondo motivo di ricorso, che sollevava dubbi sulla costituzionalità di una legge del 2003. Tale norma impediva al Fisco di eccepire la prescrizione per i rimborsi derivanti da dichiarazioni presentate entro il 30 giugno 1997. La ricorrente, avendo presentato la dichiarazione a settembre 1997, si sentiva discriminata. La Cassazione ha ritenuto la questione manifestamente infondata, spiegando che la data del 30 giugno 1997 non era arbitraria. Essa coincideva con l’introduzione del meccanismo del versamento unitario e della compensazione (D.Lgs. 241/1997), che ha permesso ai contribuenti di utilizzare i crediti fiscali per pagare altri debiti erariali, rendendo meno necessaria la richiesta di rimborso. La scelta del legislatore è stata quindi razionale e non ha creato disparità di trattamento ingiustificate.

Le Conclusioni: Un Principio Consolidato

L’ordinanza in esame consolida un principio fondamentale in materia fiscale: il contribuente che vanta un credito risultante dalla dichiarazione deve agire entro dieci anni dalla sua presentazione per chiederne il rimborso, pena la prescrizione. L’attesa della conclusione dei controlli da parte del Fisco non sospende né posticipa l’inizio di tale termine. Questa chiarezza è essenziale per la gestione dei rapporti tributari e per la certezza del diritto, sia per i contribuenti che per l’Erario.

Da quale momento inizia a decorrere il termine di prescrizione di dieci anni per il rimborso di un credito d’imposta esposto in dichiarazione?
Il termine di prescrizione decennale inizia a decorrere dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi in cui il credito è esposto.

La scadenza del termine per i controlli automatizzati da parte dell’Agenzia delle Entrate influisce sull’inizio della prescrizione?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il limite temporale stabilito per il controllo formale (liquidazione automatizzata ex art. 36-bis) non incide sulla decorrenza della prescrizione del diritto al rimborso, che parte sempre dalla presentazione della dichiarazione.

Perché la legge che sospendeva la prescrizione solo per le dichiarazioni presentate entro il 30 giugno 1997 è stata considerata legittima?
La Corte ha ritenuto la scelta non arbitraria perché quella data precedeva l’entrata in vigore del sistema di versamento unitario e compensazione (D.Lgs. 241/1997). Dopo tale riforma, i contribuenti avevano la possibilità di compensare crediti e debiti fiscali, rendendo la richiesta di rimborso un’opzione e non più una necessità. Pertanto, la distinzione operata dal legislatore era razionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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