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Prescrizione crediti tributari: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6286/2024, ha chiarito le regole sulla prescrizione dei crediti tributari. È stato stabilito che la notifica di una cartella di pagamento non converte automaticamente il termine di prescrizione in quello decennale. Si applica il termine originario previsto per ciascun tributo. Inoltre, è stato ribadito che per sanzioni e interessi il termine di prescrizione è di cinque anni. La Corte ha cassato la precedente decisione e rinviato la causa per un nuovo esame.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Crediti Tributari: La Cassazione Fa Chiarezza sui Termini

La questione della prescrizione crediti tributari è un tema di fondamentale importanza sia per i contribuenti che per l’Amministrazione Finanziaria. Sapere entro quanto tempo un debito fiscale può essere richiesto è cruciale per la certezza dei rapporti giuridici. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta per ribadire principi fondamentali, distinguendo nettamente i termini applicabili a seconda della natura del credito e dell’atto di riscossione notificato.

I Fatti del Caso: La Decisione della Commissione Tributaria

Una contribuente impugnava un’intimazione di pagamento relativa a numerose cartelle per crediti tributari e non. La Commissione Tributaria Regionale (CTR) accoglieva parzialmente il suo appello, dichiarando la prescrizione di gran parte dei crediti fiscali. La CTR aveva ritenuto che il termine di prescrizione fosse decennale e che fosse stato interrotto dalla notifica di un preavviso di fermo amministrativo. Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione proponeva ricorso in Cassazione, lamentando un’errata applicazione delle norme sulla prescrizione.

Il Ricorso e la Regola sulla Prescrizione dei Crediti Tributari

L’unico motivo di ricorso dell’Agenzia si basava sulla violazione degli articoli 2946 e 2953 del codice civile. L’ente di riscossione sosteneva che la CTR avesse erroneamente dichiarato prescritti crediti erariali (come IRES, IRPEF, IRAP e IVA) per i quali il termine di prescrizione applicabile è quello decennale. Il fulcro della questione verteva sulla corretta interpretazione della legge a seguito della notifica di un atto riscossivo, come una cartella di pagamento o un avviso di intimazione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, fornendo precisazioni dirimenti sulla materia. I giudici hanno richiamato un principio consolidato, espresso dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 23397 del 2016, che rappresenta il faro in tema di prescrizione crediti tributari.

Secondo tale principio, la notifica di un atto di riscossione (come una cartella di pagamento) non determina la conversione del termine di prescrizione breve in quello ordinario decennale. Quest’ultimo, infatti, si applica solo ed esclusivamente quando il credito è sancito da una sentenza passata in giudicato. In tutti gli altri casi, il termine di prescrizione rimane quello originariamente previsto per il singolo tributo, anche dopo la notifica della cartella. Ad esempio, se un tributo si prescrive in cinque anni, tale termine continuerà ad applicarsi anche dopo la ricezione dell’atto di riscossione.

La Distinzione tra Tributi, Sanzioni e Interessi

La Corte ha inoltre specificato un altro punto cruciale. Il giudice del rinvio dovrà tenere conto del fatto che il termine di prescrizione per le sanzioni e gli interessi relativi ai crediti erariali è diverso da quello dei tributi stessi. Citando un’altra pronuncia (Cass. n. 2095/2023), la Corte ha ribadito che per sanzioni e interessi si applica il termine di prescrizione di cinque anni.

La CTR aveva quindi commesso un duplice errore: in primo luogo, applicando un termine decennale ab origine ai crediti erariali senza che vi fosse una sentenza passata in giudicato; in secondo luogo, non distinguendo i diversi termini di prescrizione applicabili a tributi, sanzioni e interessi.

Le Conclusioni: Cosa Cambia per il Contribuente?

La decisione della Cassazione riafferma un principio di diritto essenziale: ogni credito tributario ha il suo specifico termine di prescrizione, e questo non viene ‘allungato’ a dieci anni dalla semplice notifica di una cartella esattoriale. Per il contribuente, ciò significa che è fondamentale verificare la natura del debito richiesto per calcolare correttamente i termini di prescrizione. La sentenza chiarisce che la pretesa per tributi come IRPEF e IVA si prescrive nel termine lungo, mentre quella per sanzioni e interessi si estingue nel termine più breve di cinque anni. La causa è stata quindi rinviata alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Toscana, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questi principi.

La notifica di una cartella di pagamento trasforma sempre la prescrizione in decennale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica di un atto di riscossione non converte il termine di prescrizione in quello ordinario decennale. Si continua ad applicare il termine di prescrizione specifico per ogni singolo tributo, che può essere inferiore a dieci anni.

Qual è il termine di prescrizione per le sanzioni e gli interessi sui crediti tributari?
Secondo l’ordinanza, il termine di prescrizione per sanzioni e interessi relativi a crediti erariali è di cinque anni, diversamente da quello previsto per i tributi stessi a cui si riferiscono.

Quando si applica la prescrizione decennale ai crediti tributari?
La prescrizione ordinaria decennale si applica solo quando il credito è contenuto in una sentenza passata in giudicato, ovvero una decisione del giudice che è diventata definitiva e non più impugnabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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