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Prescrizione crediti fiscali: la guida della Cassazione

Un contribuente ha impugnato diverse cartelle esattoriali per vizi di notifica e per la maturata prescrizione dei crediti fiscali. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15864/2025, ha rigettato il ricorso, fornendo importanti chiarimenti. Ha ribadito che la prescrizione per i tributi erariali, una volta divenuto definitivo l’atto impositivo, è decennale. Al contrario, per sanzioni e interessi, il termine di prescrizione è quinquennale. La Corte ha inoltre considerato inammissibili o infondate le censure del contribuente relative ai vizi di notifica, confermando la validità degli atti interruttivi posti in essere dall’agente della riscossione.

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Pubblicato il 2 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Qual è il termine di prescrizione per i tributi erariali una volta che la cartella è definitiva?
Una volta che l’atto impositivo è divenuto definitivo, il termine di prescrizione per i tributi erariali, come l’IRAP, è quello ordinario di dieci anni.

Sanzioni e interessi fiscali seguono lo stesso termine di prescrizione del tributo principale?
No. Secondo la Corte, sia le sanzioni che gli interessi seguono un proprio termine di prescrizione di cinque anni, più breve rispetto a quello decennale previsto per il tributo principale.

Un preavviso di iscrizione ipotecaria è un atto idoneo a interrompere la prescrizione?
Sì. La Corte ha confermato che il preavviso di iscrizione ipotecaria, essendo una comunicazione diretta a spingere il debitore all’adempimento, è un atto valido per interrompere il decorso della prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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