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Prescrizione crediti erariali: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23912/2024, ha stabilito principi fondamentali in materia di riscossione. È stato confermato che la prescrizione crediti erariali per imposte come IRES e IVA è decennale e non quinquennale, poiché non si tratta di prestazioni periodiche. Inoltre, la Corte ha chiarito le modalità di notifica delle cartelle di pagamento alle società, ritenendo valida la consegna presso la sede legale a persona incaricata, senza necessità di ulteriori adempimenti, e ammettendo come prova della notifica la raccomandata con avviso di ricevimento inviata direttamente dal concessionario.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Crediti Erariali: La Cassazione Sceglie il Termine Decennale

Con una recente e significativa ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato temi cruciali per la riscossione dei tributi, soffermandosi in particolare sulla prescrizione crediti erariali. La decisione chiarisce che per le principali imposte, come IRES e IVA, si applica il termine ordinario di dieci anni e non quello breve di cinque, fornendo inoltre importanti precisazioni sulle modalità di notifica degli atti impositivi alle società.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso di una società contribuente avverso cinque intimazioni di pagamento, relative a diverse cartelle esattoriali per crediti erariali (IRES, IRPEG, IVA, diritto annuale e addizionale comunale) risalenti agli anni dal 2002 al 2006. La società lamentava l’irregolarità delle notifiche delle cartelle presupposte e l’avvenuta prescrizione dei crediti.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione alla società. I giudici di merito avevano dichiarato inesistenti le notifiche di due cartelle di pagamento e, per le altre, avevano ritenuto maturata la prescrizione quinquennale. Secondo la Corte Tributaria Regionale, infatti, i tributi in questione, avendo carattere periodico e continuativo, rientravano nell’ipotesi di prescrizione breve prevista dal Codice Civile.

I Motivi del Ricorso e la prescrizione crediti erariali

L’Agente della Riscossione ha impugnato la sentenza di secondo grado dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su quattro motivi. I punti salienti contestati erano:
1. L’erronea declaratoria di inesistenza della notifica di una cartella, eseguita a mani di una persona addetta presso la sede legale della società.
2. Il mancato esame di un documento decisivo (la ricevuta di una raccomandata) che provava la notifica di un’altra cartella.
3. La violazione di legge nell’applicazione della prescrizione quinquennale anziché quella decennale per i crediti erariali in oggetto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto i primi tre motivi di ricorso, ritenendo assorbito il quarto, e ha cassato la sentenza impugnata. L’analisi della Corte si è concentrata sui tre punti giuridici fondamentali.

Sulla Notifica della Cartella di Pagamento

La Corte ha stabilito che la notifica eseguita ai sensi dell’art. 145 c.p.c. presso la sede legale di una persona giuridica, mediante consegna dell’atto a una persona qualificatasi come incaricata alla ricezione, si presume valida. Questa modalità perfeziona la notifica senza che sia necessario l’invio di una successiva raccomandata informativa. La presunzione di avvenuta conoscenza da parte della società destinataria può essere vinta solo fornendo la prova che il consegnatario era totalmente estraneo alla sede.

Sulla Prova della Notifica tramite Raccomandata

Per un’altra cartella, la cui notifica era stata ritenuta inesistente per mancata produzione della relata di notifica, la Cassazione ha censurato la decisione dei giudici di merito. Essi avevano omesso di considerare un documento decisivo: la ricevuta della raccomandata inviata direttamente dal concessionario ai sensi dell’art. 26 del d.P.R. 602/73. Questa modalità di notifica, alternativa a quella tramite ufficiale giudiziario, si perfeziona con la ricezione della raccomandata da parte del destinatario e la prova è costituita dall’avviso di ricevimento.

Sulla Prescrizione dei Crediti Erariali

Questo è il punto più rilevante della decisione. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato secondo cui la prescrizione crediti erariali per tributi come IRPEF, IRES, IRAP e IVA è soggetta al termine ordinario decennale previsto dall’art. 2946 c.c. Tali crediti non possono essere considerati prestazioni periodiche, poiché l’obbligazione tributaria, pur avendo cadenza annuale, si basa su presupposti impositivi autonomi e diversi per ogni anno d’imposta. Non si tratta di una prestazione continuativa, ma di obbligazioni distinte che sorgono annualmente. Pertanto, non si applica la prescrizione breve quinquennale di cui all’art. 2948, n. 4 c.c. La CTR, applicando il termine quinquennale, ha commesso un errore di diritto.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza della Corte di Cassazione cassa la decisione della Commissione Tributaria Regionale e rinvia la causa a un’altra sezione per un nuovo esame. La pronuncia rafforza due principi fondamentali: la validità delle notifiche eseguite presso la sede legale delle società secondo le forme previste e, soprattutto, conferma in modo netto che il termine di prescrizione per i principali crediti tributari è quello decennale. Questa decisione offre maggiore certezza giuridica sia agli operatori della riscossione sia ai contribuenti, delineando con chiarezza i termini temporali entro cui lo Stato può legittimamente pretendere il pagamento delle imposte.

Qual è il termine di prescrizione per crediti erariali come IRES, IRAP e IVA?
Secondo la Corte di Cassazione, il diritto alla riscossione di questi tributi erariali si prescrive nel termine ordinario di dieci anni (art. 2946 c.c.), e non nel più breve termine quinquennale, poiché non costituiscono prestazioni periodiche.

La notifica di una cartella di pagamento presso la sede legale di una società a una persona addetta alla ricezione è valida senza l’invio di una raccomandata informativa?
Sì, la Corte ha confermato che la notifica diretta alla sede della società, con consegna del plico a una persona qualificatasi come incaricata, perfeziona il procedimento notificatorio ai sensi dell’art. 145 c.p.c., determinando una presunzione di conoscenza da parte del destinatario, senza necessità di spedire una raccomandata informativa.

La notifica di una cartella esattoriale può avvenire tramite invio diretto di una raccomandata da parte del concessionario?
Sì, l’art. 26 del d.P.R. n. 602/73 prevede la possibilità di notificare la cartella mediante invio diretto di una lettera raccomandata con avviso di ricevimento. In questo caso, la notifica si perfeziona con la ricezione della raccomandata da parte del destinatario e la prova è costituita dalla produzione dell’avviso di ricevimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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