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Prescrizione cartelle pagamento: Cassazione conferma

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12509/2025, ha rigettato il ricorso di un contribuente, confermando che la prescrizione delle cartelle di pagamento per tributi erariali come IVA e imposta di registro è decennale e non quinquennale. La Corte ha inoltre chiarito che l’eccezione di interruzione della prescrizione può essere sollevata dall’Amministrazione finanziaria anche per la prima volta in appello, configurandosi come mera difesa.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Cartelle di Pagamento: La Cassazione Conferma il Termine Decennale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale per molti contribuenti: la prescrizione delle cartelle di pagamento. La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato, specificando che per i principali tributi erariali, come l’IVA e l’imposta di registro, il termine per la riscossione è di dieci anni e non di cinque. Questa decisione chiarisce anche importanti aspetti procedurali, come la possibilità per l’Amministrazione finanziaria di eccepire l’interruzione della prescrizione anche in fase di appello.

I Fatti del Caso

Un contribuente aveva impugnato diverse cartelle di pagamento sostenendo che le pretese tributarie in esse contenute fossero ormai estinte per intervenuta prescrizione quinquennale. In primo grado, la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) aveva accolto il ricorso. Successivamente, l’Ufficio finanziario aveva presentato appello e la Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva riformato la decisione, applicando il termine di prescrizione decennale e respingendo le pretese del contribuente. Quest’ultimo, ritenendo la sentenza errata, ha proposto ricorso per cassazione basandosi su tre motivi principali.

La Questione della Prescrizione delle Cartelle di Pagamento in Appello

Il ricorrente lamentava, in primo luogo, che la CTR avesse erroneamente considerato l’eccezione di interruzione della prescrizione, sollevata dall’Agenzia delle Entrate per la prima volta solo in appello. Secondo il contribuente, ciò avrebbe violato il divieto di introdurre nuove eccezioni nel secondo grado di giudizio (c.d. divieto dei “nova”).

Il secondo motivo di ricorso verteva sul merito della questione: il contribuente sosteneva l’applicazione del termine di prescrizione breve di cinque anni, anziché quello ordinario di dieci, per i tributi oggetto delle cartelle (IVA, imposta di registro, contributo al servizio sanitario nazionale e diritti camerali).

Infine, il terzo motivo contestava la decisione della CTR di ritenere non maturata la prescrizione per due specifiche cartelle, a seguito di un atto interruttivo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo importanti chiarimenti su ciascuno dei motivi sollevati.

L’Interruzione della Prescrizione è una Mera Difesa

Riguardo al primo motivo, la Corte ha spiegato che l’allegazione dell’interruzione della prescrizione non costituisce un’eccezione “nuova” inammissibile in appello. Essa rappresenta, piuttosto, una mera difesa o una controeccezione volta a contestare l’eccezione di prescrizione sollevata dal contribuente. Si tratta di un'”eccezione in senso lato”, che il giudice può rilevare anche d’ufficio sulla base degli atti, e non di un'”eccezione in senso stretto”, riservata esclusivamente all’iniziativa di parte. Di conseguenza, la CTR ha legittimamente esaminato tale difesa anche se proposta per la prima volta in appello.

La Regola Generale è il Termine Decennale per la Prescrizione delle Cartelle di Pagamento

Sul punto centrale della controversia, la Suprema Corte ha confermato il suo orientamento consolidato: per i tributi erariali come IRPEF, IRES, IRAP e IVA, in assenza di una specifica disposizione di legge che preveda un termine più breve, si applica il termine di prescrizione ordinario decennale (art. 2946 c.c.).

La Corte ha specificato che tali crediti non possono essere considerati “prestazioni periodiche” che si prescrivono in cinque anni. La debenza dell’imposta, infatti, non deriva da una causa continuativa, ma da presupposti impositivi che devono essere valutati autonomamente per ciascun anno d’imposta. Una volta che l’atto di accertamento diventa definitivo, la pretesa tributaria è soggetta al termine di prescrizione proprio del tributo, che per i principali è, appunto, decennale.

Conclusioni

La decisione in esame consolida un principio fondamentale in materia di riscossione dei tributi. I contribuenti devono essere consapevoli che per la maggior parte delle imposte erariali, il debito si estingue per prescrizione solo dopo dieci anni dalla notifica della cartella di pagamento o dall’ultimo atto interruttivo. L’ordinanza ribadisce inoltre che le difese dell’Amministrazione finanziaria, come l’interruzione della prescrizione, possono essere validamente introdotte anche nel giudizio d’appello. Questa pronuncia offre quindi un quadro chiaro e stabile, confermando la solidità della giurisprudenza in tema di prescrizione delle cartelle di pagamento.

Qual è il termine di prescrizione per le cartelle di pagamento relative a tributi come l’IVA e l’imposta di registro?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione applicabile è quello ordinario di dieci anni, a meno che una specifica norma di legge non preveda espressamente un termine diverso.

L’Agenzia delle Entrate può sollevare per la prima volta in appello l’interruzione della prescrizione?
Sì. La Corte ha stabilito che l’interruzione della prescrizione non è un’eccezione nuova inammissibile, ma una mera difesa (o un’eccezione in senso lato) che serve a contestare l’eccezione di prescrizione del contribuente. Pertanto, può essere legittimamente esaminata anche se sollevata per la prima volta in appello.

I crediti per tributi erariali sono considerati prestazioni periodiche con prescrizione breve di cinque anni?
No. La Cassazione ha ribadito che i crediti per tributi erariali non costituiscono prestazioni periodiche, poiché la loro esistenza dipende da presupposti impositivi che vengono valutati per ogni singolo anno d’imposta. Di conseguenza, si applica il termine di prescrizione ordinario decennale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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