LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione cartelle di pagamento: quando è 10 anni?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12338/2025, interviene sul tema della prescrizione delle cartelle di pagamento. Un agente della riscossione aveva impugnato la decisione di una corte tributaria che applicava la prescrizione breve di cinque anni a crediti erariali. La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, stabilendo che la prescrizione per i crediti tributari non impugnati è quella ordinaria decennale. Tuttavia, ha confermato che per sanzioni, interessi e diritti camerali si applica la prescrizione quinquennale, seguendo il principio stabilito dalle Sezioni Unite nel 2016.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prescrizione Cartelle di Pagamento: la Cassazione fa Chiarezza

La durata della prescrizione delle cartelle di pagamento è una questione di cruciale importanza per i contribuenti. Spesso ci si chiede se il termine per la riscossione sia di cinque o dieci anni, soprattutto quando la cartella non viene impugnata. La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito chiarimenti fondamentali, distinguendo tra la sorte dei crediti erariali e quella di sanzioni e interessi.

I Fatti del Caso: La Controversia sulla Durata della Prescrizione

Una contribuente aveva impugnato un’intimazione di pagamento basata su 53 cartelle notificatele in un arco di quattro anni. In secondo grado, la Corte di Giustizia Tributaria regionale aveva accolto parzialmente le sue ragioni, dichiarando la prescrizione quinquennale per i crediti erariali portati da gran parte delle cartelle. Contro questa decisione, l’agente della riscossione ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che, in assenza di impugnazione delle cartelle, il termine di prescrizione applicabile dovesse essere quello ordinario di dieci anni, e non quello breve di cinque.

La Decisione della Corte e la prescrizione delle cartelle di pagamento

La Corte di Cassazione ha accolto in parte il ricorso dell’agente della riscossione, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Giustizia Tributaria per una nuova valutazione. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale già espresso dalle Sezioni Unite.

Il Principio delle Sezioni Unite

La decisione si fonda sull’orientamento consolidato, inaugurato dalla sentenza n. 23397 del 2016 delle Sezioni Unite. Secondo questo principio, la mancata impugnazione di un atto di riscossione, come una cartella di pagamento, produce l’effetto di rendere il credito “irretrattabile”, cioè non più contestabile. Tuttavia, questo non determina una “conversione” del termine di prescrizione da breve a ordinario decennale. In altre parole, se la legge prevede una prescrizione più breve per un determinato tributo, tale termine rimane invariato anche se la cartella non viene opposta.

Prescrizione Ordinaria vs. Prescrizione Breve

Il termine di prescrizione ordinario è di dieci anni (art. 2946 c.c.). Questo si applica a meno che la legge non disponga diversamente. La Corte ha chiarito che, per i crediti erariali (come le imposte dirette), non essendo previsto un termine specifico più breve, si applica la prescrizione decennale. Di conseguenza, la corte di merito aveva sbagliato a dichiarare prescritti in cinque anni tali crediti.

Le Motivazioni: Distinzione tra Crediti Erariali, Sanzioni e Interessi

La Corte ha specificato che la decisione della corte territoriale era errata nell’applicare la prescrizione quinquennale a tutti i crediti erariali. Il termine prescrizionale per questi crediti, in assenza di una norma specifica che preveda un termine inferiore, è quello ordinario decennale.

Tuttavia, la Cassazione ha precisato che un discorso diverso vale per le componenti accessorie del debito. Per le sanzioni e gli interessi, il termine di prescrizione è effettivamente di cinque anni. Lo stesso termine quinquennale si applica anche ai diritti camerali. Pertanto, il motivo di ricorso dell’agente della riscossione è stato accolto per quanto riguarda i crediti erariali, ma rigettato per sanzioni, interessi e diritti della Camera di Commercio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza consolida un principio di diritto di grande rilevanza pratica. I contribuenti devono sapere che:
1. I crediti per imposte (es. IRPEF, IRES) portati da cartelle di pagamento non impugnate si prescrivono in dieci anni.
2. Le sanzioni, gli interessi e i diritti camerali contenuti nelle stesse cartelle si prescrivono, invece, nel termine più breve di cinque anni.
La mancata impugnazione della cartella rende definitivo il debito, ma non ne allunga la vita oltre il termine di prescrizione previsto dalla legge per ciascuna tipologia di credito.

Qual è il termine di prescrizione per le cartelle di pagamento non impugnate relative a crediti erariali?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione è quello ordinario decennale, salvo che la legge non preveda espressamente un termine inferiore per quello specifico credito d’imposta.

La mancata impugnazione di una cartella di pagamento trasforma la prescrizione breve in decennale?
No. La mancata impugnazione rende il credito non più contestabile (irretrattabile), ma non produce la cosiddetta “conversione” del termine di prescrizione breve in quello ordinario decennale. Il termine di prescrizione rimane quello originariamente previsto per quel tipo di credito.

Quale termine di prescrizione si applica a sanzioni, interessi e diritti camerali?
Per le sanzioni, gli interessi e i diritti camerali, anche se contenuti in cartelle di pagamento relative a crediti erariali, si applica il termine di prescrizione breve di cinque anni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati