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Potestà impositiva TARI: chi tassa le aree portuali?

Una società di gestione dei servizi ambientali ha richiesto il pagamento della TARI a un’azienda operante in un’area portuale. La Corte di Cassazione ha stabilito che la potestà impositiva TARI su tali aree spetta in via esclusiva all’Autorità di Sistema Portuale e non al Comune. Di conseguenza, la richiesta di pagamento è stata ritenuta illegittima perché proveniente da un soggetto privo del potere legale di imporre il tributo.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Potestà impositiva TARI: chi tassa le aree portuali? La Cassazione fa chiarezza

La questione della potestà impositiva TARI all’interno delle aree portuali è un tema complesso che coinvolge competenze e normative specifiche. Con la sentenza n. 2058 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo a chi spetta il potere di imporre e riscuotere la tassa sui rifiuti in questi contesti strategici: al Comune o all’Autorità di Sistema Portuale? La risposta della Corte è netta e ridefinisce i confini delle rispettive competenze.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un invito di pagamento per la TARI relativa all’anno 2017, emesso da una società di gestione di servizi ambientali (subentrata al Comune) nei confronti di un’azienda che deteneva aree operative all’interno di un importante porto italiano. L’azienda si opponeva alla richiesta, sostenendo che il Comune non avesse il potere di imporre il tributo in quell’area.

La Commissione Tributaria Regionale, riformando la decisione di primo grado, accoglieva le ragioni dell’azienda contribuente. I giudici d’appello avevano rilevato una carenza di potere impositivo da parte del Comune, motivata dalla costituzione dell’Autorità di Sistema Portuale, ente a cui la legge attribuisce specifiche competenze. Inoltre, era emerso che la società concessionaria del servizio di raccolta rifiuti non aveva nemmeno l’autorizzazione per accedere all’area portuale in questione.

La Questione sulla Potestà Impositiva TARI nelle Aree Portuali

Il cuore della controversia, giunta fino alla Corte di Cassazione, riguardava l’individuazione del soggetto titolare della potestà impositiva TARI. La società di servizi ambientali sosteneva la persistenza del potere impositivo del Comune, argomentando che la mera istituzione formale dell’Autorità Portuale non ne implicava l’immediata e piena operatività, soprattutto in assenza di una chiara delimitazione delle aree di competenza. Di contro, l’azienda portuale ribadiva la competenza esclusiva e assorbente dell’Autorità Portuale, come previsto dalla normativa speciale in materia.

La risoluzione del caso dipendeva quindi dall’interpretazione della legislazione che disciplina le Autorità di Sistema Portuale (in particolare la legge n. 84/1994 e il d.lgs. n. 169/2016) e il suo coordinamento con le norme sulla tassa rifiuti.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società di servizi ambientali, confermando la decisione d’appello con motivazioni precise e ben articolate.

### La competenza esclusiva è stabilita ex lege

Il punto centrale della decisione è che la normativa di settore assegna in modo inequivocabile la competenza sulla gestione dei rifiuti nelle aree portuali all’Autorità di Sistema Portuale. Questa competenza è definita come ‘totale e completa, in alternativa ai Comuni’. La legge, infatti, non solo attribuisce all’Autorità il compito di affidare e controllare i servizi di interesse generale, tra cui la ‘pulizia e raccolta dei rifiuti’, ma lo fa escludendo implicitamente la competenza comunale.

### L’irrilevanza dell’operatività di fatto

La Corte ha chiarito che la potestà impositiva TARI non può derivare da una situazione di fatto, come l’eventuale svolgimento del servizio da parte del Comune. Il potere impositivo deve trovare la sua fonte esclusivamente nella legge (ex lege). Pertanto, anche se il Comune avesse di fatto continuato a raccogliere i rifiuti, ciò non sarebbe sufficiente a fondare il suo diritto di pretendere il pagamento della tassa. La competenza funzionale assegnata per legge all’Autorità Portuale priva automaticamente il Comune di qualsiasi potere impositivo in quell’ambito.

### L’immediata vigenza della normativa

I giudici hanno inoltre specificato che la legge istitutiva dell’Autorità di Sistema Portuale è entrata immediatamente in vigore, trasferendo da subito le relative competenze. Non esistono, secondo la Corte, ragioni giuridiche per sostenere un differimento dell’operatività della normativa. Di conseguenza, dal momento della sua istituzione, l’Autorità è l’unico soggetto legittimato a gestire il servizio e, di riflesso, a imporre il relativo tributo.

Conclusioni

La sentenza n. 2058/2024 della Corte di Cassazione stabilisce un principio di diritto di grande importanza pratica: nelle aree portuali, la potestà impositiva TARI spetta esclusivamente all’Autorità di Sistema Portuale. I Comuni sono privi di qualsiasi potere di imposizione in tali aree, poiché la legge ha creato una competenza speciale, alternativa e assorbente in capo all’Autorità.

Questa decisione offre certezza giuridica alle imprese che operano nei porti, chiarendo che ogni pretesa tributaria relativa alla TARI proveniente dai Comuni è illegittima per carenza assoluta di potere. La sentenza ribadisce un principio fondamentale del diritto tributario: il potere impositivo non può basarsi su situazioni di fatto, ma deve avere sempre un solido e inequivocabile fondamento normativo.

A chi spetta imporre e riscuotere la TARI (tassa sui rifiuti) nelle aree portuali?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza per la gestione dei rifiuti e la relativa potestà impositiva nelle aree portuali spetta in via esclusiva all’Autorità di Sistema Portuale. Di conseguenza, i Comuni non hanno il potere di richiedere il pagamento della TARI alle aziende che operano in tali aree.

Un semplice ‘invito di pagamento’ può essere impugnato davanti al giudice tributario?
Sì. La Corte ha confermato che qualsiasi atto, anche se non formalmente un avviso di accertamento, che porti a conoscenza del contribuente una pretesa tributaria ben individuata, può essere impugnato. Questo per garantire il diritto di difesa del contribuente, che non deve attendere un atto formale successivo.

Se un Comune svolge di fatto il servizio di raccolta rifiuti in un’area portuale, può pretendere il pagamento della TARI?
No. La Corte ha chiarito che il potere impositivo deve derivare esclusivamente dalla legge (principio ‘ex lege’) e non da una situazione di fatto. Anche se il Comune ha materialmente svolto il servizio, non può pretendere il pagamento della tassa se la legge assegna la competenza funzionale a un altro ente, in questo caso l’Autorità di Sistema Portuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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