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Potere rappresentativo ente pubblico: la Cassazione decide

Una contribuente ha impugnato una cartella per tasse automobilistiche non pagate, eccependo la nullità della procura dell’ente impositore e la mancata notifica degli avvisi. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo i principi sul potere rappresentativo ente pubblico. Ha stabilito che spetta a chi contesta, e non a chi agisce per l’ente, l’onere di provare l’inesistenza dei poteri rappresentativi. Inoltre, ha confermato la legittimità della rappresentanza da parte del vice-presidente in assenza di prove contrarie e ha dichiarato inammissibile il motivo sulle notifiche per carenza di specificità.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Potere Rappresentativo Ente Pubblico: La Cassazione Chiarisce Onere della Prova e Ruolo del Vice-Presidente

Quando un ente pubblico si costituisce in giudizio, chi deve dimostrare la validità dei poteri di chi lo rappresenta? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo aspetto cruciale, definendo i contorni del potere rappresentativo ente pubblico e l’onere della prova in caso di contestazione. La decisione analizza anche il ruolo del vice-presidente di una Regione e le modalità corrette per contestare documenti prodotti in fotocopia. Approfondiamo i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa: Una Cartella per Tasse Automobilistiche Contestate

Il caso ha origine dall’impugnazione di una cartella di pagamento relativa a tasse automobilistiche non versate per l’anno 2008. La contribuente si opponeva alla richiesta di pagamento, sollevando diverse eccezioni, tra cui la nullità della costituzione in giudizio dell’ente impositore nel primo grado per un presunto difetto di procura.

La Commissione Tributaria Regionale aveva rigettato l’appello della contribuente, confermando la decisione di primo grado. Secondo i giudici di merito, non vi era nullità nella procura e l’eccezione di prescrizione era infondata, data la rituale notifica degli avvisi di accertamento prodromici. Contro questa sentenza, la contribuente ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su tre motivi principali.

L’Eccezione sul Potere Rappresentativo dell’Ente Pubblico e la Procura

Il primo e il secondo motivo di ricorso si concentravano sulla questione della rappresentanza legale dell’ente. La ricorrente sosteneva che la procura rilasciata in primo grado fosse nulla a causa di una firma illeggibile e dell’impossibilità di verificare l’identità del firmatario e la fonte del suo potere.

Inoltre, in appello, l’ente si era costituito tramite un avvocato munito di procura rilasciata dal vice-presidente della Giunta Regionale. Secondo la contribuente, la normativa regionale attribuiva il potere di rappresentanza esclusivamente al Presidente, non al vice-presidente, rendendo invalida anche questa costituzione. Si lamentava che la Commissione Tributaria Regionale non avesse rilevato d’ufficio questa nullità.

La Questione delle Notifiche e delle Copie Fotostatiche

Con il terzo motivo, la contribuente contestava la regolarità delle notifiche degli avvisi di accertamento. Sosteneva che l’ente impositore si era limitato a produrre mere copie fotostatiche di tali avvisi, documenti che lei aveva specificamente disconosciuto. In assenza della produzione degli originali, a suo dire, la prova della valida interruzione della prescrizione non poteva considerarsi raggiunta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo importanti chiarimenti su ciascuno dei punti sollevati.

In merito al potere rappresentativo ente pubblico, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: in tema di capacità processuale, la persona fisica che agisce in giudizio come organo di una persona giuridica non ha l’onere di dimostrare tale qualità. La sua veste si presume legittima. Spetta, invece, a chi contesta tale potere l’onere di provare l’inesistenza dei poteri rappresentativi. Nel caso di specie, la contribuente ha sollevato la questione relativa ai poteri del vice-presidente per la prima volta in Cassazione, e quindi tardivamente.

La Corte ha inoltre specificato che il potere di rappresentanza, ove spettante al presidente, si estende di regola anche al vice-presidente, che svolge funzioni vicarie senza necessità di un’apposita delega. Si presume, fino a prova contraria (iuris tantum), che il vice-presidente agisca nel rispetto delle condizioni previste dalla legge o dallo statuto. È onere del terzo interessato (in questo caso, la contribuente) dimostrare l’eventuale insussistenza di tali poteri.

Infine, riguardo al terzo motivo, la Corte lo ha dichiarato inammissibile per difetto di autosufficienza. La ricorrente non aveva specificato nel ricorso il contenuto degli avvisi contestati né le modalità precise con cui aveva operato il disconoscimento in sede di merito. La Corte ha colto l’occasione per ricordare che il disconoscimento di copie fotostatiche, ai sensi dell’art. 2719 c.c., deve essere fatto in modo chiaro e univoco, indicando specificamente gli aspetti di difformità rispetto all’originale, non essendo sufficienti clausole di stile o generiche asserzioni.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida importanti principi in materia di contenzioso tributario e processuale. In primo luogo, inverte l’onere della prova riguardo al potere rappresentativo ente pubblico: non è l’ente a dover dimostrare la legittimità del suo rappresentante, ma è la controparte a doverne provare il difetto. In secondo luogo, rafforza la figura del vice-presidente come legittimo rappresentante vicario, la cui azione si presume valida. Infine, sottolinea la necessità di un approccio rigoroso e specifico nella contestazione dei documenti prodotti in copia, pena l’inammissibilità della censura.

Chi deve provare il potere rappresentativo di chi agisce per un ente pubblico?
Non è l’ente pubblico che deve dimostrare la legittimità della veste del proprio rappresentante. Al contrario, spetta alla parte che contesta tale potere l’onere di provare l’inesistenza dei poteri rappresentativi.

Il vice-presidente di una Giunta Regionale può rappresentare l’ente in giudizio?
Sì. Secondo la Corte, il potere di rappresentanza spettante al presidente, di regola, si estende anche al vice-presidente, che esercita funzioni vicarie. Si presume, salvo prova contraria, che egli agisca nel rispetto delle condizioni previste dalla legge o dallo statuto.

Come si contesta efficacemente la conformità di una copia fotostatica prodotta in giudizio?
La contestazione non può essere generica o basata su clausole di stile. Deve essere compiuta, a pena di inefficacia, con una dichiarazione chiara e univoca che identifichi sia il documento contestato sia gli specifici aspetti di difformità rispetto all’originale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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