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Plusvalenze IRAP: non tassabili in liquidazione

Un consorzio in liquidazione coatta amministrativa ha subito un accertamento fiscale per IRAP su plusvalenze derivanti dalla vendita di immobili. La Corte di Cassazione ha stabilito che le plusvalenze IRAP non sono imponibili se le operazioni rientrano nella mera attività liquidatoria, finalizzata a soddisfare i creditori, e non nell’ambito di un “esercizio provvisorio” dell’attività d’impresa, poiché manca il presupposto dell’esercizio abituale di un’attività organizzata.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Plusvalenze IRAP: la Cassazione chiarisce la non tassabilità in liquidazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante chiave di lettura sulla tassabilità delle plusvalenze IRAP nel contesto delle procedure di liquidazione coatta amministrativa. La decisione distingue nettamente tra le operazioni rientranti nell’esercizio provvisorio dell’impresa e quelle che costituiscono mera attività liquidatoria, stabilendo che solo le prime sono soggette all’imposta. Questo principio ha implicazioni significative per le imprese in crisi e per i professionisti che le assistono.

I Fatti di Causa: un accertamento su un’impresa in liquidazione

Il caso riguarda un Consorzio Agrario, posto in liquidazione coatta amministrativa, che aveva ricevuto diversi avvisi di accertamento dall’Agenzia delle Entrate per gli anni dal 2004 al 2007. Le contestazioni si concentravano su due punti principali:
1. L’indebita deduzione, ai fini IRAP, di quote di ammortamento relative a fabbricati strumentali calcolate sul loro valore rivalutato anziché sul costo storico.
2. Il mancato assoggettamento a IRAP delle plusvalenze realizzate dalla cessione di due immobili strumentali.

Mentre i giudici di primo grado avevano dato ragione al Consorzio, la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la decisione, accogliendo l’appello dell’Amministrazione finanziaria. Il Consorzio ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

Il Principio di Derivazione e le Rivalutazioni Ante-IRAP

La Corte ha affrontato in primo luogo la questione degli ammortamenti. L’Agenzia sosteneva che, poiché la rivalutazione era avvenuta prima dell’introduzione dell’IRAP, i maggiori valori non potessero avere rilevanza per la determinazione della base imponibile di tale imposta.

La Cassazione ha respinto questa tesi, affermando un principio fondamentale: la base imponibile IRAP, per le società di capitali, è determinata in base alle voci del conto economico (art. 2425 c.c.). Poiché l’ammortamento è una di queste voci, il suo valore, così come iscritto in bilancio (e quindi calcolato sul valore rivalutato), rileva direttamente ai fini del calcolo dell’imposta. Il criterio non è cronologico, ma si basa sul principio di diretta derivazione dal bilancio.

La Tassabilità delle Plusvalenze IRAP in Procedura Concorsuale

Il punto centrale della controversia era, tuttavia, la tassabilità delle plusvalenze IRAP derivanti dalla vendita degli immobili. La Corte ha stabilito che la soluzione dipende dalla natura dell’attività nel cui ambito le cessioni sono state effettuate.

Distinzione Cruciale: Esercizio Provvisorio vs. Attività Liquidatoria

Il presupposto oggettivo dell’IRAP, come definito dall’art. 2 del D.Lgs. 446/1997, è «l’abituale esercizio di una attività autonomamente organizzata diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi».

In una procedura concorsuale, questo presupposto si verifica solo nell’ipotesi di esercizio provvisorio, ovvero quando viene autorizzata la continuazione dell’attività d’impresa. In questo caso, le operazioni economiche mantengono la loro natura produttiva e il reddito generato è soggetto a IRAP.

Al contrario, l’attività liquidatoria ha uno scopo diverso: non la produzione di nuovo valore, ma la realizzazione dell’attivo patrimoniale al fine di soddisfare i creditori. Le operazioni compiute in questo contesto, come la vendita di cespiti, non configurano l’esercizio di un’attività d’impresa e, pertanto, le plusvalenze che ne derivano sono escluse dalla base imponibile IRAP.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione cassando la sentenza impugnata e rinviando alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. La CTR aveva errato nel ritenere imponibili le plusvalenze senza prima verificare se le operazioni di cessione facessero parte dell’esercizio provvisorio o della semplice attività liquidatoria. I giudici di legittimità hanno sottolineato che le due gestioni, quella provvisoria e quella liquidatoria, devono rimanere patrimonialmente e contabilmente separate. Il valore della produzione netta tassabile ai fini IRAP è solo quello realizzato nell’ambito dell’esercizio provvisorio. Le vendite di beni strumentali non derivanti da operazioni di trasferimento d’azienda, ma finalizzate a pagare i debiti, rientrano nell’attività liquidatoria e i relativi proventi non sono imponibili.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La sentenza rappresenta un importante punto fermo per la gestione fiscale delle imprese in crisi. Le conclusioni della Corte impongono una verifica puntuale della natura di ogni operazione posta in essere durante una procedura concorsuale. I commissari liquidatori e i curatori fallimentari dovranno distinguere con rigore tra gli atti di gestione corrente (esercizio provvisorio), i cui risultati sono imponibili ai fini IRAP, e gli atti finalizzati alla liquidazione dell’attivo, le cui plusvalenze sono invece esenti. Questa distinzione è fondamentale per determinare correttamente il debito d’imposta della massa e tutelare gli interessi dei creditori.

Le quote di ammortamento su beni rivalutati prima dell’introduzione dell’IRAP sono deducibili ai fini di tale imposta?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che la base imponibile IRAP deriva direttamente dalle voci del conto economico. Se l’ammortamento è calcolato in bilancio sul valore rivalutato del bene, tale valore è quello che rileva ai fini della deduzione, indipendentemente dal fatto che la rivalutazione sia avvenuta prima dell’istituzione dell’imposta.

Le plusvalenze realizzate durante una liquidazione coatta amministrativa sono sempre soggette a IRAP?
No. Sono soggette a IRAP solo se derivano dall’esercizio provvisorio dell’impresa. Le plusvalenze generate dalla mera vendita di beni per pagare i creditori (attività liquidatoria) non sono imponibili ai fini IRAP perché manca il presupposto dell’esercizio abituale di un’attività organizzata.

Qual è la differenza fondamentale tra “esercizio provvisorio” e “attività liquidatoria” ai fini IRAP?
L'”esercizio provvisorio” è la continuazione dell’attività produttiva dell’impresa, e i suoi risultati economici sono soggetti a IRAP. L'”attività liquidatoria”, invece, ha come unico scopo la vendita dei beni aziendali per soddisfare i creditori; non è considerata un’attività produttiva organizzata e, di conseguenza, i suoi proventi non sono tassabili ai fini IRAP.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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