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Plusvalenza terreni lottizzati: quando si tassa?

La Corte di Cassazione ha stabilito che per la tassazione della plusvalenza terreni lottizzati è sufficiente l’approvazione della delibera comunale di lottizzazione, anche se la convenzione urbanistica viene firmata successivamente dall’acquirente. Il caso riguardava la vendita di un terreno da parte di alcuni eredi. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che il terreno fosse solo ‘edificabile’, ma la Corte ha confermato la tesi sostanzialistica, rigettando il ricorso dell’Agenzia e dando ragione ai contribuenti.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Plusvalenza Terreni Lottizzati: Quando si Paga? La Cassazione Chiarisce

La tassazione della plusvalenza terreni lottizzati rappresenta un tema cruciale nel diritto tributario immobiliare. Capire il momento esatto in cui un terreno passa da ‘edificabile’ a ‘lottizzato’ è fondamentale, poiché le implicazioni fiscali cambiano radicalmente. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 9947 del 12 aprile 2024, ha fornito un chiarimento decisivo, adottando un criterio sostanzialistico che favorisce il contribuente e definisce con precisione il presupposto impositivo.

Il Caso: La Vendita del Terreno Ereditato e la Controversia Fiscale

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di alcuni contribuenti, eredi di un vasto appezzamento di terreno. Gli eredi avevano avviato un iter presso il Comune per la valorizzazione urbanistica dell’area. Dopo aver ottenuto l’approvazione dello schema di convenzione con delibera comunale, avevano ceduto il terreno a una società costruttrice. Nello stesso giorno della vendita, la società acquirente aveva poi stipulato la convenzione urbanistica definitiva con il Comune.

L’Agenzia delle Entrate contestava la mancata dichiarazione di una plusvalenza, sostenendo che il terreno, al momento della vendita, fosse ancora da considerarsi ‘suscettibile di utilizzazione edificatoria’ (art. 67, comma 1, lett. b), TUIR) e non ‘lottizzato’ (art. 67, comma 1, lett. a), TUIR). Secondo il Fisco, l’assenza di una convenzione stipulata direttamente dai venditori rendeva applicabile il regime fiscale meno favorevole, calcolando la plusvalenza sulla differenza tra il prezzo di vendita e il valore dichiarato in successione.

Plusvalenza Terreni Lottizzati: L’Approccio Sostanzialistico della Cassazione

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione ai contribuenti, ritenendo che il procedimento di lottizzazione fosse già concluso con l’approvazione della delibera consiliare. La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ha confermato questa linea interpretativa, rigettando le pretese del Fisco.

L’Iter Amministrativo e il Momento Rilevante

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione del momento in cui un terreno acquisisce giuridicamente lo status di ‘lottizzato’ ai fini fiscali. La Corte ha stabilito che il terreno si intende ‘giuridicamente lottizzato’ nel momento in cui l’autorità competente emette la necessaria autorizzazione. La successiva stipula della convenzione, che definisce gli oneri a carico del proprietario, è una condizione sospensiva che non sposta il momento in cui si realizza il vantaggio economico derivante dalla lottizzazione.

In pratica, l’approvazione del piano da parte del Comune è l’atto che conferisce al terreno un nuovo valore, ed è questo il momento che conta per la legge fiscale. Attendere la firma della convenzione, secondo i giudici, darebbe al privato la possibilità di decidere arbitrariamente il momento in cui far scattare l’imponibilità, snaturando la logica della norma.

Differenza tra Terreno Lottizzato e Terreno Edificabile

La Corte ribadisce la distinzione tra le due fattispecie. La tassazione della plusvalenza su terreni edificabili (lett. b) intercetta l’aumento di valore derivante da una scelta di pianificazione urbanistica generale dell’ente pubblico. La tassazione della plusvalenza terreni lottizzati (lett. a), invece, colpisce l’incremento di valore generato dall’iniziativa del proprietario, che attraverso una propria attività (anche solo giuridico-amministrativa, come la presentazione di un piano) trasforma il bene, rendendolo pronto per lo sviluppo edilizio.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale che segue un criterio ‘sostanzialistico’. Si è precisato che per configurare una plusvalenza tassabile da cessione di aree lottizzate, è sufficiente che prima della vendita sia stata posta in essere una qualsiasi attività, anche solo ‘cartolare’ (cioè su carta, come la predisposizione di progetti e frazionamenti), diretta a rendere possibile l’utilizzazione edificatoria. Il vantaggio economico per il venditore si realizza nel momento in cui vende il terreno a un prezzo già maggiorato per via di questa potenzialità di sviluppo, e non nel momento successivo in cui l’acquirente realizzerà materialmente le opere.

Di conseguenza, la tesi dell’Agenzia delle Entrate, che legava lo status di ‘area lottizzata’ alla stipulazione effettiva della convenzione, è stata giudicata erronea. I giudici di primo grado avevano correttamente applicato le disposizioni fiscali, accertando che il terreno era già edificabile e ‘in corso di lottizzazione’ al momento della cessione, grazie alla delibera comunale del 4 luglio 2007 che aveva già approvato il piano. Questo ha legittimato il calcolo della plusvalenza secondo i criteri previsti per i terreni lottizzati, più favorevoli ai contribuenti nel caso di specie.

le conclusioni

La sentenza rigetta il ricorso dell’Agenzia delle Entrate e la condanna al pagamento delle spese processuali. In conclusione, viene stabilito un principio di diritto fondamentale: per la tassazione della plusvalenza terreni lottizzati, il presupposto impositivo si realizza con l’approvazione del piano di lottizzazione da parte dell’ente comunale. La stipula della convenzione urbanistica, sebbene necessaria per l’efficacia dell’atto, non è il fattore dirimente per qualificare fiscalmente l’operazione. Questa interpretazione offre maggiore certezza ai contribuenti e valorizza la sostanza economica dell’operazione rispetto a un formalismo legato alla cronologia degli atti notarili e amministrativi.

Per considerare un terreno ‘lottizzato’ ai fini fiscali, è necessaria la firma della convenzione urbanistica?
No, secondo la Corte di Cassazione non è indispensabile. È sufficiente che l’autorità competente, come il Comune, abbia emesso l’atto di autorizzazione alla lottizzazione, come la delibera consiliare.

Qual è la differenza, per la tassazione della plusvalenza, tra un terreno ‘edificabile’ e uno ‘lottizzato’?
La differenza risiede principalmente nel calcolo del valore iniziale del bene ai fini della plusvalenza. Per i terreni lottizzati (art. 67, lett. a) TUIR), l’incremento di valore è generato dall’iniziativa del proprietario, con regole di calcolo specifiche. Per i terreni semplicemente edificabili (art. 67, lett. b) TUIR), l’aumento di valore deriva da una scelta di pianificazione generale dell’ente pubblico.

La Corte di Cassazione adotta un criterio formale o sostanziale per definire un terreno come lottizzato?
La Corte adotta un criterio chiaramente sostanzialistico. Ritiene che qualsiasi attività, anche solo progettuale o ‘cartolare’, diretta a frazionare il terreno per renderlo edificabile, sia sufficiente per configurare la lottizzazione e il conseguente vantaggio economico tassabile secondo le norme specifiche, a prescindere dal momento della firma della convenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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