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Plusvalenza terreni edificabili: quando si rivaluta

Un contribuente ha venduto terreni diventati edificabili dopo l’acquisto, chiedendo la rivalutazione monetaria del costo iniziale per ridurre la plusvalenza tassabile. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione favorevole al contribuente, stabilendo che la rivalutazione del costo si applica solo ai terreni già edificabili al momento dell’acquisto. Per i terreni divenuti edificabili successivamente, il calcolo della plusvalenza terreni edificabili deve basarsi sul costo storico, senza adeguamenti monetari.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Plusvalenza terreni edificabili: la Cassazione nega la rivalutazione del costo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento cruciale sul calcolo della plusvalenza terreni edificabili. La questione centrale riguarda la possibilità di rivalutare monetariamente il costo di acquisto di un terreno che, al momento della compravendita originaria, non era edificabile ma lo è diventato solo in seguito. La Suprema Corte ha stabilito un principio rigoroso, distinguendo nettamente le diverse fattispecie previste dalla legge e limitando l’applicazione della rivalutazione.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di un contribuente. L’Amministrazione Finanziaria contestava una plusvalenza imponibile ai fini IRPEF, derivante dalla vendita di una quota di terreni lottizzati e divenuti suscettibili di utilizzazione edificatoria. Il prezzo di cessione era stato incassato in più anni e, di conseguenza, la plusvalenza era stata imputata proporzionalmente.

Il contribuente aveva impugnato l’atto, sostenendo che l’Agenzia avesse errato nel non riconoscere la rivalutazione monetaria del costo di acquisto del terreno, avvenuto molti anni prima (nel 1982), quando il terreno non aveva ancora una destinazione edificatoria. Dopo un primo giudizio sfavorevole, la Commissione Tributaria Regionale aveva accolto parzialmente le ragioni del contribuente, disponendo la rivalutazione monetaria del valore del terreno e riducendo così la plusvalenza imponibile. Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione.

La normativa sulla plusvalenza terreni edificabili

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione degli articoli 67 e 68 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Queste norme disciplinano le plusvalenze derivanti dalla cessione di beni immobili, operando una distinzione fondamentale:

Terreni lottizzati o su cui sono state eseguite opere per renderli edificabili

Si tratta di terreni che, pur avendo una diversa destinazione al momento dell’acquisto, sono divenuti edificabili in un secondo momento. Per questi, l’art. 68, comma 2, prevede che se l’acquisto è avvenuto oltre cinque anni prima dell’inizio della lottizzazione, il costo di acquisto da considerare è il valore normale del terreno nel quinto anno anteriore.

Terreni già suscettibili di utilizzazione edificatoria al momento dell’acquisto

Per questa categoria, la norma (art. 68, comma 1) stabilisce che il costo di acquisto è costituito dal prezzo originario, aumentato di ogni altro costo inerente e rivalutato in base all’indice dei prezzi al consumo. Questa è l’unica ipotesi in cui la legge ammette esplicitamente la rivalutazione monetaria.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ritenendo che la Commissione Tributaria Regionale avesse commesso un errore di diritto. I giudici di legittimità hanno chiarito che la disciplina applicabile al caso di specie non era quella che consente la rivalutazione, bensì quella relativa ai terreni divenuti edificabili solo successivamente all’acquisto.

La Suprema Corte ha ribadito che la norma che prevede la rivalutazione del costo di acquisto costituisce un’eccezione, applicabile esclusivamente ai terreni che erano già qualificati come edificabili secondo gli strumenti urbanistici al momento dell’acquisto. Nel caso esaminato, i terreni avevano acquisito la natura edificabile solo a seguito della convenzione di lottizzazione, molto tempo dopo l’acquisto. Pertanto, la pretesa del contribuente di applicare la rivalutazione monetaria era infondata. La decisione del giudice di merito, che aveva accolto tale richiesta, è stata di conseguenza cassata con rinvio.

Conclusioni

La pronuncia della Cassazione stabilisce un principio chiaro e restrittivo per il calcolo della plusvalenza terreni edificabili. I proprietari di terreni che hanno visto aumentare il loro valore a seguito di un cambio di destinazione urbanistica non possono beneficiare della rivalutazione monetaria del costo storico di acquisto per abbattere l’imponibile. Questo meccanismo di adeguamento è riservato unicamente a chi acquista un terreno già edificabile. La decisione sottolinea l’importanza di una corretta qualificazione giuridica del bene al momento dell’acquisto per determinare il regime fiscale applicabile alla futura plusvalenza, con significative implicazioni per le operazioni immobiliari.

Quando è ammessa la rivalutazione monetaria del costo d’acquisto di un terreno ai fini del calcolo della plusvalenza?
La rivalutazione monetaria del costo d’acquisto è ammessa solo per i terreni che erano già suscettibili di utilizzazione edificatoria al momento dell’acquisto, come previsto dall’art. 68, comma 1, del TUIR.

Come si determina il costo di acquisto per un terreno diventato edificabile solo dopo la compravendita?
Per i terreni acquistati oltre cinque anni prima dell’inizio della lottizzazione, il costo di acquisto da utilizzare per calcolare la plusvalenza è il valore normale che il terreno aveva nel quinto anno anteriore all’inizio delle opere o della lottizzazione, senza alcuna rivalutazione monetaria.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Commissione Tributaria Regionale?
La Corte ha annullato la sentenza perché la Commissione Tributaria Regionale ha erroneamente applicato la norma sulla rivalutazione monetaria a una fattispecie in cui il terreno non era edificabile al momento dell’acquisto, ma lo è diventato solo in seguito. Si trattava di un errore nell’interpretazione e applicazione della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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