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Plusvalenza permuta: quando si tassa la cessione?

La Cassazione ha chiarito il momento impositivo della plusvalenza permuta di un terreno edificabile con appartamenti futuri. La plusvalenza si realizza quando l’immobile futuro viene ad esistenza, ovvero alla fine dei lavori, non alla consegna o accatastamento. L’avviso di accertamento basato su un anno d’imposta errato è stato annullato.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Plusvalenza permuta: la Cassazione chiarisce il momento impositivo

Determinare il corretto anno d’imposta per la tassazione della plusvalenza permuta di un bene presente con uno futuro è una questione cruciale che ha importanti riflessi fiscali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi, stabilendo che il momento rilevante coincide con la venuta ad esistenza del bene futuro, e non con la sua successiva consegna o accatastamento. Analizziamo questa importante decisione.

I fatti di causa

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a un contribuente per l’anno d’imposta 2010. L’Amministrazione Finanziaria contestava la mancata dichiarazione di una plusvalenza derivante dalla permuta di un terreno edificabile, ricevuto in eredità, con alcuni appartamenti da costruire. L’atto di permuta con un’impresa immobiliare era stato stipulato nel 2007.

Il contribuente ha impugnato l’atto impositivo sostenendo, tra le altre cose, che il perfezionamento dell’operazione e, di conseguenza, il realizzo della plusvalenza, fosse avvenuto nel 2009 e non nel 2010 come preteso dal Fisco. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno dato ragione al contribuente, annullando l’avviso di accertamento. L’Agenzia delle Entrate, non soddisfatta, ha quindi proposto ricorso per cassazione.

La questione giuridica: quando si realizza la plusvalenza permuta?

Il cuore della controversia risiede nell’individuazione del momento esatto in cui, in un contratto di permuta di cosa presente (il terreno) con cosa futura (gli appartamenti), si produce l’effetto traslativo della proprietà del bene futuro. Questo momento determina l’anno in cui la plusvalenza si considera fiscalmente realizzata e, quindi, tassabile.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, tale momento doveva coincidere con l’atto di specificazione catastale e consegna degli immobili, avvenuto nel 2010. Di contro, il contribuente e i giudici di merito hanno ritenuto che il trasferimento della proprietà si fosse perfezionato nel 2009, anno in cui i lavori di costruzione degli appartamenti erano stati pacificamente ultimati, come attestato dalla certificazione di fine lavori.

L’importanza dell’anno d’imposta

La determinazione del corretto anno d’imposta non è una mera formalità. Essa influisce direttamente sul calcolo dell’imposta dovuta, in particolare per l’individuazione dell’aliquota applicabile, che tiene conto del reddito percepito dal contribuente nel biennio precedente, come previsto dall’art. 21 del TUIR.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la decisione dei giudici d’appello. I giudici hanno richiamato il principio civilistico, applicabile anche in materia tributaria, secondo cui nel contratto di permuta di cosa presente con cosa futura, l’effetto traslativo della proprietà del bene futuro si verifica non appena la cosa viene ad esistenza, ai sensi dell’art. 1472 c.c.

Nel caso di un immobile da costruire, il momento in cui esso ‘viene ad esistenza’ si identifica con la conclusione del processo edificatorio nelle sue componenti essenziali, ovvero nella realizzazione delle strutture fondamentali. Nel caso di specie, era pacifico che la certificazione di fine lavori fosse stata emessa il 7 dicembre 2009. A quella data, gli appartamenti erano venuti ad esistenza e, di conseguenza, i permutanti ne avevano acquisito la piena proprietà. Pertanto, la plusvalenza è stata correttamente imputata all’anno 2009.

La Corte ha inoltre respinto la tesi dell’Agenzia secondo cui i giudici di merito avrebbero dovuto ricalcolare l’imposta anziché annullare l’atto. Gli Ermellini hanno chiarito che, avendo l’ente impositore basato la sua pretesa su un anno d’imposta errato (2010), l’intero avviso di accertamento era viziato e doveva essere annullato. Eventuali pretese relative all’anno 2009 sono state considerate estranee all’oggetto del giudizio.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per le operazioni di plusvalenza permuta immobiliare. Il momento impositivo va individuato nella data di ultimazione dei lavori di costruzione del bene futuro, quando questo acquista autonomia e consistenza strutturale. La successiva consegna materiale o la registrazione catastale sono atti formali che non spostano il momento in cui il reddito si considera prodotto. La decisione sottolinea l’importanza per l’Amministrazione Finanziaria di fondare le proprie pretese sull’esatto presupposto temporale, pena l’illegittimità dell’atto impositivo.

In una permuta di terreno con appartamenti da costruire, quando si considera realizzata la plusvalenza ai fini fiscali?
La plusvalenza si considera realizzata nel momento in cui gli appartamenti vengono ad esistenza, cioè alla conclusione del processo edificatorio nelle sue componenti essenziali, tipicamente attestata dalla certificazione di fine lavori. Questo è il momento in cui si perfeziona il trasferimento della proprietà del bene futuro.

La data di consegna o di registrazione catastale degli appartamenti è rilevante per determinare l’anno d’imposta della plusvalenza?
No, secondo la Corte di Cassazione, la data della materiale disponibilità, della consegna o della specificazione catastale degli immobili non è rilevante per determinare il momento in cui la plusvalenza si realizza. Il momento chiave è quello in cui il bene futuro viene giuridicamente ad esistenza.

Cosa succede se l’Agenzia delle Entrate emette un avviso di accertamento per un anno d’imposta sbagliato?
Se l’avviso di accertamento si fonda su un presupposto impositivo errato, come l’imputazione della plusvalenza a un anno d’imposta diverso da quello corretto, l’atto è illegittimo e deve essere annullato. Il giudice non può procedere a una rideterminazione del tributo per un anno diverso da quello contestato nell’atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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