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Plusvalenza IRAP: la natura del bene è decisiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31914/2024, si è pronunciata su un caso di Plusvalenza IRAP derivante dalla vendita di un terreno da parte di una società alberghiera. La Corte ha annullato la decisione di merito, stabilendo che la natura strumentale del bene è un fattore cruciale per determinare la tassabilità. La plusvalenza concorre alla base imponibile IRAP solo se l’asset venduto è strumentale all’attività d’impresa. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Plusvalenza IRAP e Beni Strumentali: La Cassazione Fa Chiarezza

Quando la vendita di un immobile genera una Plusvalenza IRAP? La questione, centrale nel diritto tributario, dipende strettamente dalla natura del bene ceduto. Con l’ordinanza n. 31914 del 2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per assoggettare a IRAP la plusvalenza, è indispensabile accertare se il bene fosse ‘strumentale’ all’attività d’impresa. Questa pronuncia chiarisce i confini dell’imponibilità, offrendo un’importante guida per le imprese.

Il Caso: Cessione di un Terreno e la Contestazione Fiscale

Una società operante nel settore alberghiero vendeva un terreno, realizzando una plusvalenza. L’Agenzia delle Entrate, ritenendo tale guadagno rilevante ai fini fiscali, notificava un avviso di accertamento per il pagamento dell’IRAP.
La società si opponeva, sostenendo che il terreno in questione fosse agricolo e, soprattutto, non strumentale alla propria attività principale, quella alberghiera. Di conseguenza, a suo avviso, la plusvalenza non doveva concorrere a formare la base imponibile per l’imposta regionale.

Il Percorso Giudiziario: Decisioni Contrastanti

Il contenzioso ha visto due esiti opposti nei primi due gradi di giudizio.

* Primo Grado: La Commissione Tributaria Provinciale accoglieva il ricorso della società, annullando l’accertamento. I giudici avevano infatti qualificato il terreno come bene non strumentale all’attività d’impresa.
* Secondo Grado: La Commissione Tributaria Regionale, in appello, ribaltava la decisione. Secondo la CTR, la natura strumentale o meno del bene era irrilevante. La plusvalenza, in quanto tale, doveva essere tassata ai fini IRAP, riformando la prima sentenza e confermando la validità dell’avviso di accertamento.

Insoddisfatta, la società proponeva ricorso per cassazione, portando la questione dinanzi alla Suprema Corte.

Plusvalenza IRAP: L’Analisi della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il motivo di ricorso decisivo presentato dalla società, incentrato sulla violazione delle norme che disciplinano la base imponibile IRAP (in particolare, l’art. 11 del D.Lgs. 446/1997, nella versione applicabile all’epoca dei fatti).

Il Principio di Diritto: La Strumentalità è Rilevante

Il cuore della decisione risiede nell’affermazione che la valutazione sulla natura del bene non è un dettaglio trascurabile, ma un elemento essenziale. I giudici di legittimità hanno chiarito che, secondo la normativa applicabile ratione temporis, le plusvalenze derivanti dalla cessione di beni strumentali concorrono a formare il valore della produzione netta, base per il calcolo dell’IRAP.
Di conseguenza, la decisione della CTR, che aveva giudicato irrilevante tale accertamento, era viziata da un errore di diritto. Non è possibile stabilire l’imponibilità di una Plusvalenza IRAP senza prima aver verificato se l’immobile ceduto fosse effettivamente impiegato nell’attività d’impresa.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando come la Commissione Tributaria Regionale avesse commesso un duplice errore: non solo aveva ignorato la necessità di valutare la strumentalità del bene, ma aveva anche fondato il suo ragionamento su una versione della norma non in vigore al momento della cessione. La Cassazione, richiamando un proprio precedente (sent. n. 15007/2015), ha ribadito che i corrispettivi derivanti dall’alienazione di beni non più qualificabili come strumentali all’esercizio dell’attività non possono rientrare nella base imponibile IRAP. La tesi della CTR, secondo cui la natura del terreno era ininfluente, è stata quindi ritenuta ‘non condivisibile’, portando all’accoglimento del ricorso della società su questo punto.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado per un nuovo esame. Quest’ultima dovrà attenersi al principio di diritto enunciato: per decidere sulla tassabilità della plusvalenza, è necessario e fondamentale accertare la natura strumentale del terreno ceduto. La pronuncia rafforza la certezza del diritto per le imprese, confermando che l’imposizione fiscale deve essere strettamente ancorata alla reale connessione tra i beni aziendali e l’attività produttiva.

La plusvalenza derivante dalla cessione di un terreno da parte di un’impresa è sempre soggetta a IRAP?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la plusvalenza è soggetta a IRAP solo se il terreno ceduto era un ‘bene strumentale’, cioè direttamente utilizzato per l’attività d’impresa.

Cosa ha sbagliato il giudice di secondo grado (CTR) in questo caso?
Il giudice di secondo grado ha erroneamente ritenuto che la natura strumentale o meno del bene fosse irrilevante ai fini dell’imponibilità IRAP, commettendo un errore di diritto. Ha inoltre applicato una versione della norma non in vigore all’epoca dei fatti.

Qual è il principio di diritto stabilito dalla Corte di Cassazione?
Il principio stabilito è che, ai sensi della normativa vigente all’epoca dei fatti (D.Lgs. n. 446 del 1997), concorrono a formare la base imponibile IRAP solo le plusvalenze relative a beni strumentali. Pertanto, la valutazione della strumentalità del bene è un passaggio necessario e non può essere omessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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