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Plusvalenza immobiliare: quando inizia il quinquennio?

La Corte di Cassazione stabilisce che ai fini della tassazione della plusvalenza immobiliare, il quinquennio decorre dalla data dell’atto notarile di acquisto e non da quella di costruzione dell’immobile. Anche se un immobile è stato costruito a proprie spese su terreno altrui (in questo caso, dei genitori), la proprietà si acquista legalmente solo con il rogito. Pertanto, la vendita avvenuta prima che siano trascorsi cinque anni dall’atto notarile è soggetta a tassazione.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Plusvalenza Immobiliare: Il Momento dell’Acquisto Giuridico è Decisivo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale in materia di plusvalenza immobiliare: il termine di cinque anni, oltre il quale la vendita di un immobile non genera tassazione, decorre dalla data dell’atto notarile di acquisto, e non da un momento precedente come quello della costruzione. Questa decisione sottolinea l’importanza dell’acquisto giuridico della proprietà rispetto a qualsiasi situazione di fatto preesistente.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato riguardava un contribuente che aveva venduto un’abitazione nel 2011. L’Agenzia delle Entrate aveva contestato la mancata dichiarazione della plusvalenza, sostenendo che l’immobile era stato acquistato formalmente solo nel 2007, quindi meno di cinque anni prima della vendita.

Il contribuente si opponeva, affermando di essere il proprietario di fatto fin dagli anni ’80. Egli aveva infatti costruito l’edificio, sebbene inizialmente in modo abusivo e poi sanato, su un terreno di proprietà dei suoi genitori. A suo avviso, l’atto notarile del 2007 con i genitori era una mera formalizzazione di una situazione già consolidata. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato ragione al cittadino, valorizzando la costruzione a sue spese e l’accatastamento a suo nome avvenuto nel 1987.

La Decisione della Corte sulla plusvalenza immobiliare

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente le decisioni precedenti, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. I giudici hanno stabilito che, ai fini del calcolo del quinquennio per la plusvalenza immobiliare, l’unico momento rilevante è quello in cui si acquista formalmente e giuridicamente il diritto di proprietà.

Secondo la Corte, elementi come l’accatastamento, il condono edilizio o clausole contrattuali che riconoscono la costruzione a spese del figlio non sono sufficienti a trasferire la proprietà. L’acquisto del diritto di proprietà su beni immobili richiede, per legge, un atto scritto formale, ovvero il rogito notarile.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione giuridica alla base della decisione risiede nel principio civilistico dell’accessione, sancito dall’articolo 934 del Codice Civile. Questa norma stabilisce che qualunque costruzione esistente su un suolo appartiene al proprietario del suolo stesso. Di conseguenza, nel momento in cui il contribuente ha costruito l’edificio sul terreno dei genitori, questi ultimi sono diventati, ipso iure (cioè per effetto della legge stessa), proprietari anche del fabbricato.

Il figlio è diventato legalmente proprietario dell’immobile (terreno e fabbricato) solo con l’atto di compravendita del gennaio 2007. È da quella data, quindi, che deve essere calcolato il quinquennio. Poiché la vendita a terzi è avvenuta nell’ottobre 2011, erano trascorsi meno di cinque anni, rendendo legittima la pretesa fiscale dell’Agenzia delle Entrate sulla plusvalenza non dichiarata.

La Corte ha inoltre precisato che clausole inserite nell’atto di vendita, come quella che fissava il prezzo in base al solo valore del terreno per riconoscere l’apporto del figlio, non possono sostituire un titolo idoneo a trasferire la proprietà in un momento precedente e non hanno rilevanza ai fini della decorrenza del quinquennio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: nelle operazioni immobiliari, specialmente in contesti familiari, la forma giuridica prevale sulla sostanza dei fatti. Chi costruisce un immobile su un terreno di proprietà altrui, anche se di un parente stretto, non ne diventa automaticamente proprietario. La proprietà si acquisisce solo con un atto formale. Di conseguenza, per evitare la tassazione sulla plusvalenza immobiliare, è fondamentale calcolare i cinque anni a partire dalla data del rogito notarile, prestando la massima attenzione alla tempistica di un’eventuale successiva rivendita.

Da quando decorre il quinquennio per evitare la tassazione della plusvalenza immobiliare?
Secondo la Corte di Cassazione, il periodo di cinque anni decorre esclusivamente dalla data dell’atto notarile (rogito) con cui si acquista formalmente la proprietà dell’immobile, e non da momenti precedenti come la data di costruzione o di accatastamento.

Se costruisco una casa a mie spese sul terreno dei miei genitori, di chi è la proprietà legale dell’immobile?
In base al principio di accessione (art. 934 c.c.), la proprietà dell’edificio è automaticamente del proprietario del terreno. Pertanto, i genitori diventano proprietari anche della casa costruita dal figlio, a meno che non sia stato costituito un diritto di superficie con un atto scritto formale prima della costruzione.

Una clausola nel contratto di vendita che riconosce che l’acquirente ha costruito l’immobile a sue spese può anticipare l’acquisto della proprietà?
No. La Corte ha stabilito che tali clausole, spesso inserite per giustificare un prezzo di vendita più basso, non hanno l’effetto di trasferire la proprietà in un momento antecedente all’atto stesso. L’acquisto giuridico avviene solo con la stipula del rogito notarile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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