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Plusvalenza immobile da demolire: no alla tassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 929/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di plusvalenza immobiliare. La vendita di un edificio, anche se destinato alla demolizione da parte dell’acquirente, non può essere riqualificata fiscalmente come vendita di area edificabile. Di conseguenza, la plusvalenza immobile da demolire non è soggetta alla tassazione separata prevista per i terreni. La Corte ha chiarito che, ai fini fiscali, rileva la natura oggettiva del bene al momento della cessione (un fabbricato) e non l’intenzione futura dell’acquirente.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Plusvalenza Immobile da Demolire: la Cassazione Esclude la Tassazione

Con una recente e chiarificatrice ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema della plusvalenza immobile da demolire, stabilendo un principio di diritto di grande rilevanza per i contribuenti. La Corte ha sancito che la vendita di un fabbricato non può essere fiscalmente riqualificata come cessione di un’area edificabile, anche se l’acquirente intende demolirlo per costruire un nuovo edificio. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole al venditore.

I Fatti del Caso: la Vendita del Fabbricato

Un contribuente aveva venduto a una società immobiliare una porzione di un vecchio fabbricato. Successivamente alla vendita, l’Agenzia delle Entrate notificava al venditore un avviso di accertamento, con cui richiedeva il pagamento dell’IRPEF, oltre a sanzioni e interessi, sulla plusvalenza derivante dall’operazione. Secondo l’Amministrazione Finanziaria, poiché l’acquirente aveva già richiesto il permesso di demolizione prima ancora del rogito, la vendita non doveva essere considerata come cessione di un edificio, ma come cessione di un’area edificabile. Di conseguenza, la plusvalenza realizzata avrebbe dovuto essere assoggettata a tassazione separata.

La Controversia Giudiziaria e il Ricorso in Cassazione

Il contribuente impugnava l’avviso di accertamento. Mentre la Commissione Tributaria Provinciale accoglieva il ricorso del cittadino, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, dando ragione all’Agenzia delle Entrate. La questione giungeva così all’esame della Corte di Cassazione, chiamata a decidere se l’intenzione dell’acquirente di demolire l’immobile potesse modificare la natura giuridica e fiscale dell’operazione di compravendita per il venditore.

L’Analisi della Corte sulla Plusvalenza Immobile da Demolire

La Suprema Corte ha accolto le ragioni del contribuente, basando la sua decisione su un orientamento ormai consolidato. I giudici hanno ribadito che, ai fini delle imposte dirette, esiste una netta distinzione tra la cessione di un ‘terreno edificabile’ e la cessione di un ‘edificio’. Non è ammessa una terza categoria o una riqualificazione basata su elementi soggettivi e futuri.

Il punto centrale è l’oggetto del contratto al momento della stipula. Se ciò che viene venduto è un fabbricato, l’operazione è una cessione di un edificio. L’eventuale intenzione dell’acquirente di demolirlo e ricostruire è un fatto successivo che non può retroattivamente alterare la natura della vendita per il venditore.

Il Principio di Diritto: Nessuna Tassazione per la Plusvalenza Immobile da Demolire

La Corte ha specificato che la normativa fiscale sulla tassazione delle plusvalenze da cessione di terreni suscettibili di utilizzazione edificatoria (art. 67 del TUIR) non è applicabile quando sul terreno insiste già un fabbricato. L’area, in questo caso, è già ‘edificata’.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su diversi pilastri logico-giuridici. In primo luogo, l’Amministrazione Finanziaria non può superare il diverso regime fiscale previsto dal legislatore per la cessione di edifici rispetto a quella dei terreni. In secondo luogo, basare l’imposizione su presunzioni derivate da elementi soggettivi (le intenzioni dell’acquirente) e futuri (la demolizione) è contrario ai principi di certezza del diritto. La tassazione deve basarsi su un fatto oggettivo e attuale: la vendita di un edificio. Infine, la Corte osserva che tassare il venditore per una plusvalenza legata allo sviluppo futuro dell’area significherebbe imporre una tassazione a un soggetto (il venditore) diverso da quello che realizzerà effettivamente il guadagno dalla riedificazione (l’acquirente). Il potenziale edificatorio residuo è già incorporato nel prezzo di vendita dell’edificio e sarà l’acquirente, se e quando realizzerà il nuovo progetto, a essere tassato sulla plusvalenza generata.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza della Commissione Regionale e, decidendo nel merito, ha annullato l’avviso di accertamento. Questa ordinanza rafforza la tutela del contribuente-venditore, stabilendo che la tassabilità di una compravendita immobiliare deve essere valutata sulla base della natura oggettiva del bene ceduto al momento del rogito. La futura destinazione del bene da parte dell’acquirente è fiscalmente irrilevante per chi vende. La cessione di un fabbricato, anche se obsoleto o destinato alla demolizione, resta una cessione di un edificio e non di un’area edificabile, con tutte le conseguenze fiscali del caso.

La vendita di un edificio destinato alla demolizione è tassata come vendita di un’area edificabile?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la vendita di un immobile che è oggettivamente un fabbricato al momento del rogito non può essere riqualificata come vendita di area edificabile, anche se l’acquirente intende demolirlo. Di conseguenza, la plusvalenza non è tassabile secondo le regole previste per i terreni.

L’intenzione dell’acquirente di demolire e ricostruire un immobile ha effetti fiscali sul venditore?
No. La Corte ha stabilito che l’intenzione dell’acquirente è un elemento soggettivo e futuro, irrilevante per determinare il regime fiscale applicabile al venditore. Ciò che conta è la natura oggettiva del bene al momento della cessione.

Chi è tenuto a pagare le imposte sulla plusvalenza derivante dalla riqualificazione urbanistica di un’area?
La plusvalenza generata dalla demolizione di un vecchio edificio e dalla costruzione di uno nuovo è un guadagno realizzato dall’acquirente (tipicamente un’impresa di costruzioni). Sarà quindi l’acquirente, e non il venditore originario del vecchio fabbricato, a essere soggetto alla tassazione su tale guadagno al momento della successiva vendita del nuovo immobile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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