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Plusvalenza area edificabile: la guida della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 32889/2024, ha stabilito che la vendita di un terreno su cui insiste un fabbricato, anche se destinato alla demolizione e ricostruzione, non genera una plusvalenza area edificabile tassabile come ‘reddito diverso’. L’Agenzia delle Entrate aveva contestato a due coniugi la mancata dichiarazione della plusvalenza derivante dalla cessione di un’area a una società immobiliare. La Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia, confermando che la presenza di un edificio qualifica il terreno come ‘già edificato’, escludendolo dalla fattispecie impositiva prevista per i terreni suscettibili di utilizzazione edificatoria. La volontà di demolire e ricostruire è irrilevante ai fini della qualificazione fiscale dell’operazione.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Plusvalenza Area Edificabile: Cessione di Immobili da Demolire e Ricostruire

La cessione di un terreno con un fabbricato da demolire e ricostruire genera una plusvalenza area edificabile tassabile? Questa è la domanda cruciale a cui la Corte di Cassazione ha dato una risposta chiara e definitiva con l’ordinanza n. 32889 del 16 dicembre 2024. La decisione consolida un principio fondamentale per il mercato immobiliare e per la pianificazione fiscale dei contribuenti, stabilendo una netta linea di demarcazione tra la vendita di un’area già edificata e quella di un terreno edificabile.

I Fatti di Causa: Una Cessione Immobiliare Contesa

Il caso ha origine da un avviso di accertamento IRPEF notificato a due coniugi per l’anno d’imposta 2009. L’Amministrazione Finanziaria contestava loro la mancata tassazione di una plusvalenza derivante dalla vendita di un’area a una società immobiliare. Secondo il Fisco, l’operazione doveva essere qualificata come cessione di un’area edificabile, in quanto l’edificio esistente sull’area era destinato alla demolizione per far posto a una nuova costruzione residenziale.

I contribuenti si opponevano, sostenendo di aver venduto un’area già edificata, sulla quale insisteva un edificio. La circostanza che l’acquirente intendesse abbatterlo e ricostruirlo era, a loro avviso, irrilevante ai fini della qualificazione fiscale dell’operazione.

Mentre il giudizio di primo grado dava ragione all’Agenzia delle Entrate, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, accogliendo le ragioni dei contribuenti. L’Amministrazione Finanziaria ricorreva quindi in Cassazione.

La Tassazione della Plusvalenza Area Edificabile

L’Agenzia delle Entrate basava il proprio ricorso sulla presunta violazione dell’art. 67 del D.P.R. 917/86 (Testo Unico delle Imposte sui Redditi). Secondo l’Ufficio, i giudici di appello avrebbero dovuto indagare la ‘causa in concreto’ del contratto, ovvero l’effettiva volontà delle parti, che era quella di trasferire un’area per finalità edificatorie. L’oggetto effettivo della compravendita, secondo questa tesi, non era il fabbricato esistente, ma il terreno edificabile sottostante.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, definendo il motivo infondato. Gli Ermellini hanno riaffermato un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato: la compravendita di un compendio immobiliare, anche se solo parzialmente edificato, non genera la plusvalenza tassabile derivante dalla cessione di un’area edificabile.

La Corte ha chiarito che il regime fiscale distingue nettamente tra due categorie:
1. Terreni suscettibili di utilizzazione edificatoria: Le plusvalenze realizzate dalla loro cessione a titolo oneroso sono soggette a tassazione separata come ‘redditi diversi’.
2. Terreni già edificati: Le plusvalenze derivanti dalla loro cessione non rientrano in questa specifica fattispecie impositiva.

Le Motivazioni: Il Principio del ‘Tertium Genus’ non Esiste

La Corte ha spiegato che, ai fini fiscali, non esiste una terza categoria (‘tertium genus’) tra ‘edificato’ e ‘non edificato’. La cessione di un edificio, anche se le parti hanno pattuito la sua demolizione e ricostruzione (persino con un aumento di volumetria), non può essere riqualificata dall’Amministrazione Finanziaria come cessione del terreno edificabile sottostante.

Il legislatore ha previsto regimi fiscali tassativamente diversi per la cessione di edifici e per quella di terreni. L’Ufficio non può superare questa distinzione, neppure se l’edificio esistente non assorbe tutta la capacità edificatoria del lotto. La ‘ratio’ della norma è quella di tassare l’incremento di valore che deriva non da un’attività produttiva del proprietario, ma dalla destinazione edificatoria attribuita al terreno dagli strumenti di pianificazione urbanistica. Se un edificio esiste, il terreno ha già una sua qualificazione urbanistica e la sua cessione segue regole diverse.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Venditori e Acquirenti

La pronuncia della Cassazione offre importanti certezze agli operatori del settore. Chi vende un immobile con un fabbricato, anche obsoleto e destinato alla demolizione, sa che l’operazione non sarà soggetta alla tassazione della plusvalenza area edificabile prevista dall’art. 67 del TUIR. Questo principio vale anche se il venditore stesso aveva già presentato una richiesta di concessione edilizia per la demolizione e ricostruzione. La distinzione è netta: la presenza di un fabbricato, a prescindere dal suo destino, qualifica l’area come ‘già edificata’, sottraendola al regime impositivo specifico per i terreni edificabili.

La vendita di un terreno con un edificio da demolire è considerata cessione di area edificabile ai fini fiscali?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la presenza di un fabbricato, anche se destinato alla demolizione, qualifica il terreno come ‘già edificato’. Di conseguenza, la sua cessione non rientra nella fattispecie della vendita di ‘area suscettibile di utilizzazione edificatoria’ e la relativa plusvalenza non è tassabile come ‘reddito diverso’ ai sensi dell’art. 67 del D.P.R. 917/86.

Se le parti concordano la demolizione e la ricostruzione dell’edificio, cambia la qualificazione fiscale della vendita?
No, l’accordo tra le parti per la demolizione e ricostruzione dell’immobile, anche con aumento di volumetria, è irrilevante per la qualificazione fiscale dell’operazione. La distinzione normativa è tra ‘edificato’ e ‘non edificato’, e non ammette una categoria intermedia (‘tertium genus’). La cessione rimane quella di un terreno già edificato.

L’Amministrazione Finanziaria può riqualificare la vendita di un edificio come cessione di un’area edificabile?
No. La Corte ha stabilito che è inibito all’Ufficio, in sede di riqualificazione, superare il diverso regime fiscale previsto tassativamente dal legislatore per la cessione di edifici e per quella dei terreni. Pertanto, la vendita di un edificio non può essere riqualificata come cessione del terreno sottostante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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