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Perizia giurata di stima: i limiti temporali massimi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4735/2025, ha stabilito un principio fondamentale riguardo la perizia giurata di stima per la rideterminazione del valore dei terreni. Il caso riguardava una contribuente che, a seguito di un avviso di accertamento per plusvalenze su una vendita immobiliare, aveva presentato una perizia redatta e asseverata solo dopo la notifica dell’atto fiscale. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che, sebbene la perizia possa essere successiva all’atto di vendita, non può in alcun caso essere effettuata dopo la notifica dell’avviso di accertamento, poiché ciò contrasterebbe con la finalità del regime opzionale e i termini previsti dalla legge.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Perizia Giurata di Stima: Quando è Troppo Tardi? La Cassazione Fissa i Limiti

La perizia giurata di stima è uno strumento fondamentale per i contribuenti che desiderano avvalersi del regime fiscale agevolato sulle plusvalenze immobiliari. Tuttavia, la sua efficacia è legata a precise scadenze temporali. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: la perizia non può essere redatta e asseverata dopo la notifica dell’avviso di accertamento fiscale. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I fatti di causa

Una contribuente riceveva un avviso di accertamento dall’Agenzia delle Entrate relativo all’imposta IRPEF per l’anno 2009. L’Ufficio contestava una plusvalenza derivante dalla vendita di un terreno, avvenuta il 6 febbraio 2009, e richiedeva il pagamento di oltre 18.000 euro.

La contribuente si opponeva, sostenendo di potersi avvalere del regime di rideterminazione del valore del bene tramite una perizia giurata di stima, che permette di pagare un’imposta sostitutiva più favorevole. Il problema, tuttavia, risiedeva nella tempistica: la perizia era stata giurata solo il 27 aprile 2015, ovvero anni dopo la vendita (2009) e, soprattutto, dopo aver ricevuto la notifica dell’avviso di accertamento nel 2013.

Mentre la Commissione Tributaria Provinciale accoglieva inizialmente il ricorso della contribuente, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, dando ragione all’Agenzia delle Entrate. La questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

Il ruolo della perizia giurata di stima nel regime opzionale

La legge (art. 7 della L. 448/2001) offre ai contribuenti la possibilità di ‘rivalutare’ il valore di acquisto di terreni e partecipazioni. Invece di calcolare la plusvalenza sulla base del costo storico, si può utilizzare il valore del bene alla data del 1° gennaio 2002 (o date successive previste dalle varie proroghe), attestato da una perizia giurata di stima. Pagando un’imposta sostitutiva su questo nuovo valore, si può ridurre o azzerare l’imposta dovuta sulla plusvalenza al momento della vendita.

La giurisprudenza ha già chiarito in passato che la perizia può essere redatta anche in un momento successivo alla vendita del bene. La questione al centro di questa ordinanza era però diversa: può essere redatta anche dopo che il Fisco ha già avviato un accertamento?

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso della contribuente, confermando la decisione della corte d’appello. Ha enunciato un principio di diritto chiaro e inequivocabile.

Le motivazioni

I giudici hanno spiegato che il regime della rideterminazione del valore è una facoltà opzionale offerta al contribuente. Questa opzione, per essere valida, deve essere esercitata nel rispetto dei termini previsti dalla legge. Sebbene la giurisprudenza ammetta una certa flessibilità, consentendo la perizia anche dopo l’atto di vendita, esiste un limite invalicabile: la notifica dell’avviso di accertamento.

Consentire al contribuente di redigere la perizia dopo aver ricevuto l’atto impositivo significherebbe, secondo la Corte, snaturare la finalità della norma. Il regime opzionale è pensato per definire preventivamente il carico fiscale in modo più favorevole, non come uno strumento per sanare a posteriori una posizione già contestata dal Fisco. L’opzione deve essere esercitata prima che l’Amministrazione Finanziaria cristallizzi la sua pretesa. Nel caso specifico, la perizia del 2015 era tardiva non solo rispetto all’accertamento del 2013, ma anche rispetto alla scadenza per l’asseverazione allora vigente (31 ottobre 2010).

Le conclusioni

La sentenza stabilisce un paletto fondamentale per i contribuenti: chi intende avvalersi della rideterminazione del valore di un terreno tramite perizia giurata di stima deve attivarsi per tempo. L’asseverazione della perizia deve avvenire non solo entro i termini di legge periodicamente prorogati, ma in ogni caso prima della notifica di un eventuale avviso di accertamento. Attendere che il Fisco si faccia avanti è una strategia rischiosa che, come dimostra questo caso, preclude definitivamente la possibilità di accedere al regime fiscale agevolato.

È possibile redigere la perizia giurata di stima dopo aver venduto l’immobile?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato in diverse occasioni che la perizia può essere redatta e asseverata anche in un momento successivo all’atto di compravendita, purché avvenga nel rispetto degli altri termini.

La perizia giurata di stima può essere asseverata dopo aver ricevuto l’avviso di accertamento fiscale?
No. La sentenza chiarisce in modo definitivo che il valore iniziale del bene non può essere rideterminato sulla base di una perizia giurata asseverata in data successiva alla notifica dell’avviso di accertamento.

Qual è la finalità della norma sulla rideterminazione del valore?
La norma ha lo scopo di assicurare al contribuente un regime opzionale più favorevole per il calcolo delle plusvalenze, ma questa opzione deve essere esercitata entro i termini specifici previsti dalla legge primaria, prima che l’azione di controllo del Fisco si sia concretizzata in un atto impositivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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