LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Perequazione urbanistica: Tassabilità IMU e verde

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26316/2024, ha stabilito che un terreno inserito in un piano di perequazione urbanistica è soggetto a IMU come area edificabile anche se destinato a verde pubblico. La decisione si fonda sul principio che l’attribuzione di un indice edificatorio perequativo conferisce al terreno una potenzialità economica tassabile, indipendentemente dalla sua specifica destinazione. La Corte ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando la legittimità dell’avviso di accertamento del Comune.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Perequazione urbanistica e IMU: la Cassazione fa chiarezza sulla tassabilità delle aree a verde pubblico

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 26316 del 9 ottobre 2024) affronta un tema cruciale per proprietari terrieri e Comuni: la tassabilità ai fini IMU di un’area che, pur essendo inserita in un piano di perequazione urbanistica e dotata di potenzialità edificatoria, è destinata a verde pubblico. La decisione conferma che tali terreni sono da considerarsi edificabili e, pertanto, soggetti all’imposta, in virtù dei diritti edificatori loro attribuiti dal piano stesso. Analizziamo i dettagli della vicenda e le motivazioni della Corte.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal ricorso di un contribuente contro un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune del sud Italia. L’accertamento riguardava un terreno di proprietà del ricorrente che il nuovo piano urbanistico comunale (PUC) aveva destinato a verde pubblico. Tale piano, basato su un meccanismo di perequazione urbanistica, prevedeva che, a fronte della futura cessione gratuita dell’area al Comune, al proprietario fossero riconosciuti dei diritti edificatori da utilizzare su altre aree, non ancora individuate.

Il contribuente sosteneva la nullità dell’avviso di accertamento per assenza del presupposto impositivo, argomentando che il suo terreno, essendo destinato a verde pubblico, non fosse concretamente edificabile e che i diritti edificatori ricevuti in cambio avessero natura compensativa, non reale. I giudici di primo e secondo grado avevano respinto le sue ragioni, spingendolo a ricorrere in Cassazione.

La perequazione urbanistica e le sue implicazioni fiscali

Per comprendere la decisione, è fondamentale distinguere tra due tipi di diritti edificatori:

1. Diritto edificatorio compensativo: Nasce come ‘risarcimento’ per un vincolo di inedificabilità assoluta o preordinato all’esproprio imposto su un’area. Questo diritto non ha natura reale, non è legato al terreno originario ed è trasferibile separatamente. Secondo la giurisprudenza consolidata, non è soggetto a imposta come bene immobiliare.
2. Diritto edificatorio perequativo: Deriva da un piano di perequazione urbanistica. Questo strumento assegna a tutte le aree comprese in un determinato ambito territoriale un ‘indice di edificabilità perequativo’ costante. Tale indice diventa una qualità intrinseca di ogni singolo terreno, indipendentemente dal fatto che su di esso si costruirà o che verrà ceduto al Comune per servizi pubblici. Questo rende il terreno fiscalmente rilevante.

le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, accogliendo la tesi del Comune. I giudici hanno chiarito che il caso in esame rientra pienamente nell’ipotesi della perequazione urbanistica.

Il terreno del ricorrente, sebbene destinato a verde pubblico, era inserito in un comparto dove a tutte le aree era stato attribuito un identico indice edificatorio ‘reale’. Questa attribuzione conferisce al suolo una potenzialità edificatoria e, di conseguenza, un valore economico che costituisce il presupposto per l’applicazione dell’IMU.

La Corte ha specificato che un vincolo di destinazione a ‘verde pubblico’ o a ‘servizi pubblici’ non equivale a un vincolo di inedificabilità assoluta. Tali vincoli condizionano l’uso del suolo ma non ne annullano la natura edificabile ai fini fiscali. Essi, infatti, incidono sulla determinazione del valore venale dell’immobile, che dovrà tenere conto della minore o maggiore attualità delle sue potenzialità edificatorie, ma non escludono l’area dal regime fiscale proprio dei suoli edificabili.

In sostanza, il meccanismo perequativo rende i proprietari partecipi dei vantaggi economici della trasformazione urbanistica, attribuendo un valore intrinseco a tutti i terreni del comparto. Pertanto, la presenza di un indice edificatorio, anche se da ‘spendere’ altrove, rende il terreno tassabile. La Corte ha inoltre ritenuto legittima la valutazione del Comune, basata su una delibera che fissava i valori per zone omogenee, considerandola un valido strumento presuntivo per la determinazione della base imponibile.

le conclusioni

L’ordinanza n. 26316/2024 consolida un principio fondamentale in materia di fiscalità immobiliare e urbanistica. Un terreno inserito in un piano di perequazione urbanistica è tassabile ai fini IMU come area edificabile anche qualora sia destinato a usi pubblici come il verde. Il fattore determinante non è la possibilità di costruire materialmente su quel lotto, ma l’attribuzione di un indice di edificabilità perequativo che ne esprime la potenzialità economica e il valore di mercato. Questa pronuncia offre un criterio chiaro per distinguere i diritti edificatori fiscalmente irrilevanti (compensativi) da quelli che, essendo intrinseci al fondo (perequativi), generano l’obbligo tributario.

Un terreno destinato a verde pubblico in un piano di perequazione urbanistica è soggetto a IMU come area edificabile?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, un’area inserita in un ambito di perequazione edilizia è tassabile ai fini IMU perché le viene attribuito un indice fondiario che corrisponde a una potenzialità edificatoria. La destinazione a verde pubblico non esclude la tassabilità, ma incide sulla valutazione del suo valore venale.

Qual è la differenza fiscale tra diritto edificatorio compensativo e perequativo?
Il diritto edificatorio compensativo, che sorge a fronte di un vincolo espropriativo, non è assoggettabile a imposta perché non ha natura reale e non inerisce al terreno. Al contrario, il diritto edificatorio di origine perequativa è riconosciuto come una qualità intrinseca del suolo, che partecipa a un indice di edificabilità distribuito sull’intero comparto, e per questo motivo il terreno è soggetto a imposizione fiscale.

La presenza di un vincolo di destinazione a servizi pubblici esclude la tassabilità di un’area?
No. I vincoli di destinazione (es. a servizi o verde pubblico) vanno distinti dai vincoli di inedificabilità assoluta. I primi condizionano l’edificabilità del suolo ma non sottraggono l’area al regime fiscale proprio dei suoli edificabili. Tali vincoli incidono sulla concreta valutazione del valore venale del bene, ma non ne escludono l’oggettivo carattere edificabile ai fini fiscali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati