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Perequazione urbanistica: quando scatta l’IMU?

Una contribuente ha contestato un avviso di accertamento IMU relativo a un terreno inserito in un piano di perequazione urbanistica, sostenendo che l’imposta non fosse dovuta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che, a differenza della compensazione urbanistica, nella perequazione il diritto edificatorio è una qualità intrinseca del suolo che ne determina l’immediata tassabilità, anche se il terreno è destinato alla cessione al Comune.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Perequazione urbanistica e IMU: la Cassazione fa chiarezza

L’applicazione dell’IMU sui terreni inseriti in complessi piani di sviluppo urbanistico è spesso fonte di contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sulla tassabilità delle aree coinvolte in operazioni di perequazione urbanistica, distinguendole nettamente dai casi di compensazione. La pronuncia stabilisce che il potenziale edificatorio, anche se non immediatamente realizzabile, costituisce presupposto sufficiente per l’imposizione fiscale fin dall’adozione del piano.

I fatti del caso

Una contribuente si è vista recapitare un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2013, concernente un’area agricola di sua comproprietà. Tale area era inclusa in un piano urbanistico comunale (PUC) che prevedeva un meccanismo di perequazione urbanistica. Secondo questo schema, il terreno sarebbe stato ceduto gratuitamente al Comune a fronte del riconoscimento di diritti edificatori da esercitare su altre aree, non ancora individuate.

La contribuente ha impugnato l’atto impositivo, sostenendo che, in assenza di un’area di “atterraggio” definita per i diritti edificatori, la sua fosse solo un’aspettativa e non un diritto reale tassabile. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno respinto i suoi ricorsi, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione giuridica e la decisione della Cassazione sulla perequazione urbanistica

Il fulcro della controversia risiedeva nel determinare se un terreno, inserito in un’operazione di perequazione urbanistica e destinato alla cessione, fosse immediatamente tassabile ai fini IMU.

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della contribuente, basando la sua decisione su una distinzione fondamentale tra due istituti urbanistici:
1. Perequazione Urbanistica: In questo caso, il piano regolatore attribuisce un indice edificatorio uniforme a tutte le proprietà incluse in un determinato comparto. Il diritto di costruire diventa una qualità intrinseca e “spalmata” su tutti i suoli fin dall’inizio. Di conseguenza, il terreno acquisisce immediatamente un valore edificatorio, che costituisce il presupposto per l’applicazione dell’IMU.
2. Compensazione Urbanistica: Questo meccanismo, invece, si applica quando un’area già edificabile viene sottoposta a un vincolo di inedificabilità. Al proprietario viene concesso un diritto edificatorio “compensativo”, che non è legato al terreno originario ma è un credito volumetrico da esercitare altrove. Questo diritto, non avendo natura reale, non è tassabile finché non viene “atterrato” su un’area specifica.

La Corte ha stabilito che il caso in esame rientrava nella prima categoria, quella della perequazione urbanistica.

Analisi dei motivi di ricorso

La Cassazione ha esaminato e respinto tutti e tre i motivi di ricorso presentati:
* Primo motivo (violazione di legge): I giudici hanno chiarito che i principi stabiliti dalle Sezioni Unite nella sentenza n. 23902/2020, invocati dalla ricorrente, si riferivano alla compensazione urbanistica e non erano applicabili al caso di specie, che riguardava la perequazione.
* Secondo motivo (vizio di motivazione): La Corte ha ritenuto che la sentenza d’appello fosse adeguatamente motivata, avendo correttamente identificato l’operazione come perequazione basandosi sulle norme tecniche del PUC.
* Terzo motivo (errata valutazione dell’area): È stato respinto perché la contribuente non aveva fornito prove sufficienti sull’esistenza di vincoli specifici di inedificabilità che potessero ridurre il valore dell’area determinato dal Comune.

Le motivazioni

La motivazione centrale della Suprema Corte risiede nella natura del diritto edificatorio nei piani di perequazione. I giudici hanno affermato che l’inserimento di un terreno in un ambito di trasformazione soggetto a perequazione conferisce a tutte le proprietà un valore edificatorio uniforme, a prescindere dalla loro futura destinazione specifica. Questo valore deriva dalla qualificazione operata dal piano regolatore generale, che è sufficiente a creare il presupposto impositivo. L’applicazione dell’imposta, pertanto, si fonda sul possesso di un immobile con potenzialità edificatoria, anche se non immediatamente attuabile. Il diritto edificatorio perequativo è una qualità intrinseca del fondo, e non un diritto separato e trasferibile come nel caso della compensazione.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di notevole importanza pratica per proprietari di terreni e amministrazioni comunali. I proprietari di aree incluse in piani di perequazione urbanistica devono essere consapevoli che l’obbligo di versare l’IMU sorge fin dal momento dell’adozione del piano, sulla base del valore venale determinato dal potenziale edificatorio attribuito. Non è possibile attendere l’effettiva realizzazione o l’assegnazione di un’area di atterraggio per i diritti edificatori. La decisione sottolinea l’importanza di analizzare attentamente la natura dello strumento urbanistico applicato dal Comune per comprendere correttamente gli obblighi fiscali che ne derivano.

Un terreno inserito in un piano di perequazione urbanistica è soggetto a IMU anche se destinato a essere ceduto al Comune?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, nell’ambito della perequazione urbanistica, il potenziale edificatorio è una qualità intrinseca attribuita a tutti i terreni del comparto, rendendoli immediatamente tassabili ai fini IMU in base al loro valore venale, a prescindere dalla loro specifica destinazione finale.

Qual è la differenza fondamentale tra perequazione e compensazione urbanistica ai fini IMU?
Nella perequazione urbanistica, il diritto edificatorio è una qualità intrinseca del suolo fin dall’inizio e quindi il terreno è subito tassabile. Nella compensazione urbanistica, il diritto edificatorio è un credito separato dal terreno originario, concesso come ristoro per un vincolo; tale diritto diventa tassabile solo quando viene localizzato su un’area specifica.

Una modifica successiva del piano regolatore che rende un’area non più edificabile ha effetto retroattivo sull’IMU pagata?
No. In base ai principi richiamati dalla Corte, le varianti urbanistiche successive rilevano solo per le future annualità d’imposta. Non comportano il diritto al rimborso per le imposte relative agli anni pregressi, a meno che non sia il Comune stesso a disporlo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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