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Perequazione edilizia: tassabile il terreno a verde

Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento IMU relativo a un terreno inserito in un piano di perequazione edilizia e destinato a verde pubblico. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che in un regime di perequazione, il potenziale edificatorio (indice perequativo) è una qualità intrinseca del terreno stesso, che ne determina la tassabilità. La destinazione a verde pubblico può incidere sulla valutazione del valore venale, ma non esclude l’imponibilità del bene.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Perequazione Edilizia: Tassabile ai Fini IMU il Terreno Destinato a Verde Pubblico

L’applicazione dell’IMU sui terreni edificabili genera spesso complessi interrogativi, specialmente quando gli strumenti urbanistici introducono meccanismi come la perequazione edilizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso emblematico: un terreno, inserito in un piano perequativo ma destinato a verde pubblico e alla futura cessione al Comune, è da considerarsi tassabile? La risposta affermativa della Corte chiarisce principi fondamentali sulla natura del potenziale edificatorio e le sue conseguenze fiscali.

I Fatti del Caso

Un contribuente si è visto recapitare un avviso di accertamento IMU per un terreno di sua proprietà. Secondo la pianificazione comunale, l’area era inclusa in un comparto soggetto a perequazione edilizia, con una specifica destinazione a “verde pubblico”. Il piano prevedeva inoltre che il proprietario avrebbe potuto utilizzare i diritti edificatori derivanti dall’indice perequativo su altre aree, a fronte della cessione gratuita del terreno al Comune.
Il proprietario ha impugnato l’atto, sostenendo che il terreno, avendo una destinazione pubblica e non potendo essere direttamente edificato, fosse di fatto privo di quel valore commerciale che costituisce il presupposto dell’imposta. Il suo ricorso, tuttavia, è stato respinto sia in primo che in secondo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando la piena legittimità dell’imposizione fiscale. I giudici hanno stabilito che l’inserimento di un’area in un piano di perequazione edilizia le attribuisce un potenziale edificatorio che ne determina la tassabilità, a prescindere dalla sua specifica destinazione finale.

Le Motivazioni: la tassabilità nella perequazione edilizia

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra due concetti urbanistici: la compensazione e la perequazione.

Differenza tra Compensazione e Perequazione

La Corte chiarisce che il diritto edificatorio compensativo sorge per indennizzare un proprietario a cui viene imposto un vincolo assoluto di inedificabilità. Tale diritto è svincolato dal terreno originario, è trasferibile e non ha natura reale; pertanto, non è soggetto a imposte patrimoniali come l’IMU.

Al contrario, la perequazione edilizia opera diversamente. Questo strumento attribuisce a tutti i suoli ricompresi in un determinato ambito territoriale (il “comparto”) un indice perequativo costante. Questo indice rappresenta una qualità intrinseca del terreno stesso, un potenziale economico che gli appartiene fin dall’inizio del processo di pianificazione. Non si tratta di un indennizzo, ma della distribuzione equa di vantaggi e oneri legati allo sviluppo urbano.

Il Valore Intrinseco del Terreno Perequato

Di conseguenza, anche un terreno destinato a verde pubblico esprime una capacità edificatoria e un valore economico. Sebbene l’edificazione non avverrà concretamente su quel suolo, il proprietario beneficia di un valore (i diritti edificatori) che può essere sfruttato altrove o ceduto. Questo beneficio economico rende il terreno “utilizzabile a fini edificatori” ai sensi della normativa fiscale.
La Corte ha ribadito un principio consolidato: i vincoli di destinazione (come quello a verde pubblico) non eliminano la natura edificabile di un’area, ma incidono sulla determinazione del suo valore venale. In altre parole, la destinazione specifica è un elemento da considerare per quantificare la base imponibile, ma non per escludere l’area dalla tassazione.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione consolida un importante principio in materia di fiscalità immobiliare e urbanistica. I proprietari di terreni inseriti in piani di perequazione edilizia devono essere consapevoli che la tassabilità ai fini IMU non dipende dalla possibilità di costruire materialmente sul proprio lotto, ma dal potenziale economico che il piano stesso attribuisce al terreno. La destinazione a servizi pubblici o a verde non è una causa di esenzione, ma un fattore che modula la valutazione economica del bene. Questa interpretazione garantisce che il beneficio economico derivante dalla pianificazione urbanistica sia equamente sottoposto a contribuzione fiscale, in linea con la logica di ripartizione di vantaggi e oneri che ispira lo strumento perequativo.

Un’area destinata a verde pubblico in un piano di perequazione edilizia è soggetta a IMU?
Sì. Secondo la Corte, l’inserimento in un piano di perequazione attribuisce al terreno un indice edificatorio che ne costituisce una qualità intrinseca e un valore economico, rendendolo tassabile a prescindere dalla sua specifica destinazione a verde.

Qual è la differenza fiscale tra perequazione e compensazione urbanistica?
Nella perequazione, il diritto edificatorio è una qualità intrinseca del terreno, che quindi è tassabile. Nella compensazione, il diritto è un indennizzo slegato dal terreno originario, non ha natura reale e non è soggetto a imposte patrimoniali come l’IMU.

La destinazione a verde pubblico di un terreno in perequazione influisce sulla tassa da pagare?
Sì, ma solo sulla quantificazione. La destinazione a verde pubblico incide sulla determinazione del valore venale dell’immobile, che è la base per calcolare l’imposta, ma non esclude il presupposto stesso della tassabilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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