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Perdite su crediti: i limiti alla deduzione fiscale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 26123/2024, ha chiarito i limiti di deducibilità delle perdite su crediti. L’Agenzia Fiscale contestava a una società il superamento del limite forfettario per la svalutazione dei crediti. La Corte ha respinto il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. È stato ritenuto che la società avesse correttamente distinto tra le svalutazioni forfettarie, soggette a limiti percentuali (art. 106 TUIR), e le perdite su crediti effettive e documentate relative ad anni precedenti, integralmente deducibili senza limiti (art. 101 TUIR). La Cassazione ha ribadito di non poter riesaminare nel merito le prove, giudicando la valutazione della corte d’appello immune da vizi logici.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Deducibilità delle perdite su crediti: la Cassazione fa chiarezza

La gestione dei crediti inesigibili rappresenta una sfida costante per le imprese. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 26123/2024) fornisce importanti chiarimenti sulla corretta deduzione fiscale delle perdite su crediti, distinguendo nettamente tra le svalutazioni prudenziali e le perdite definitive. Questa decisione sottolinea l’importanza di una contabilità precisa e di una corretta applicazione delle norme fiscali per evitare contenziosi con l’Amministrazione Finanziaria.

I Fatti del Contenzioso

Una società contribuente si era vista notificare un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia Fiscale. L’Amministrazione contestava un’indebita deduzione fiscale, sostenendo che l’azienda avesse superato i limiti quantitativi previsti dall’art. 106 del TUIR per la svalutazione dei crediti. Secondo l’Agenzia, la società aveva applicato un meccanismo di deducibilità eccedente il limite massimo del 5% del valore nominale dei crediti in sofferenza.

La difesa della società si basava su un punto cruciale: la distinzione tra due diversi istituti normativi. Da un lato, aveva utilizzato la “svalutazione forfettaria” (art. 106 TUIR) in misura minima e ben al di sotto dei limiti di legge. Dall’altro, aveva fatto confluire nel fondo svalutazione crediti una somma consistente, rappresentativa di perdite su crediti reali, consolidate e maturate in esercizi precedenti, che sono integralmente deducibili ai sensi dell’art. 101 del TUIR, senza alcun limite quantitativo, a condizione che siano supportate da elementi certi e precisi.

La Decisione nei Gradi di Merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) in primo grado, sia la Commissione Tributaria Regionale (CTR) in appello, avevano dato ragione alla società. I giudici di merito avevano ritenuto corretta la contabilizzazione e la deduzione operate dall’azienda, riconoscendo la legittimità della coesistenza dei due regimi di deducibilità.

L’analisi delle perdite su crediti in Cassazione

L’Agenzia Fiscale ha impugnato la decisione della CTR dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione e falsa applicazione dell’art. 106 TUIR. A suo avviso, i giudici di merito avevano erroneamente convalidato la deduzione senza una prova adeguata che distinguesse chiaramente i crediti effettivamente persi da quelli semplicemente svalutati. In sostanza, l’Agenzia riteneva che la società avesse creato una commistione indebita tra le due categorie per massimizzare la deduzione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato i motivi del ricorso inammissibili, confermando la decisione impugnata. I giudici di legittimità hanno innanzitutto ricostruito il quadro normativo, ribadendo la corretta interpretazione del combinato disposto degli artt. 101 e 106 del TUIR. L’art. 106, comma 1, disciplina le svalutazioni prudenziali, deducibili entro limiti percentuali (0,50% e 5% complessivo). L’art. 101, invece, si applica alle perdite definitive, che sono integralmente deducibili se risultano da elementi certi e precisi.

Il punto centrale della motivazione risiede nella natura del giudizio di Cassazione. La Corte ha stabilito che la valutazione della CTR non era basata su un’errata interpretazione della legge, bensì su un accertamento di fatto. I giudici d’appello avevano esaminato la documentazione prodotta dalla società e, sulla base di essa, avevano ritenuto “in modo convincente” che la somma contestata fosse effettivamente ascrivibile a perdite su crediti definitive, maturate in anni precedenti. L’Agenzia Fiscale, con il suo ricorso, non stava denunciando un errore di diritto, ma tentava di ottenere un riesame delle prove e dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. La motivazione della CTR è stata giudicata sufficiente e priva di vizi logici, pertanto non censurabile dalla Cassazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale per la gestione fiscale d’impresa: la necessità di una documentazione contabile rigorosa e trasparente. Per le aziende, è essenziale distinguere con chiarezza le svalutazioni generiche dei crediti, soggette a limiti di deducibilità, dalle perdite reali e definitive. Per poter beneficiare della deduzione integrale prevista dall’art. 101 TUIR, è indispensabile poter dimostrare con “elementi certi e precisi” (ad esempio, procedure esecutive infruttuose, accordi transattivi, fallimento del debitore) che il credito è irrecuperabile. Una corretta tenuta contabile e una solida base probatoria sono le migliori difese contro possibili contestazioni da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

È possibile dedurre le perdite su crediti senza limiti quantitativi?
Sì, è possibile a condizione che tali perdite siano conformi all’art. 101 del TUIR, ovvero risultino da elementi certi e precisi che ne attestino la definitività. In questo caso, non si applicano i limiti percentuali previsti per le svalutazioni.

Qual è la differenza fondamentale tra la svalutazione crediti (art. 106 TUIR) e le perdite su crediti (art. 101 TUIR)?
La svalutazione dei crediti ai sensi dell’art. 106 TUIR è una stima prudenziale del rischio di insolvenza, deducibile forfettariamente entro limiti percentuali. Le perdite su crediti ai sensi dell’art. 101 TUIR rappresentano, invece, la cancellazione di un credito la cui inesigibilità è divenuta definitiva e certa, e sono integralmente deducibili.

Perché la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’Agenzia Fiscale?
La Corte ha respinto il ricorso perché ha ritenuto che l’Agenzia stesse chiedendo un riesame dei fatti e delle prove, attività che non rientra nelle competenze del giudizio di legittimità. La Corte ha stabilito che i giudici di merito avevano correttamente valutato le prove fornite dalla società, giungendo a una conclusione logicamente motivata e non sindacabile in Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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