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Perdite fiscali pregresse: quando scatta il termine

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10460/2025, ha chiarito un punto cruciale sui termini di accertamento delle perdite fiscali pregresse. In un caso riguardante un’azienda che aveva utilizzato perdite di anni precedenti per ridurre il proprio reddito imponibile, la Corte ha stabilito che il termine di decadenza per l’Amministrazione Finanziaria decorre dall’anno in cui la perdita viene utilizzata e non dall’anno in cui si è formata. Questa decisione, in linea con un precedente delle Sezioni Unite, conferma che ogni periodo d’imposta è autonomo e l’atto di accertamento riguarda la dichiarazione in cui il componente reddituale (la perdita) produce i suoi effetti.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Perdite Fiscali Pregresse: la Cassazione Chiarisce i Termini per l’Accertamento

La gestione delle perdite fiscali pregresse rappresenta un tema di grande rilevanza per le imprese, poiché consente di ottimizzare il carico fiscale nel tempo. Tuttavia, la loro utilizzazione può generare contenziosi con l’Amministrazione Finanziaria, soprattutto riguardo ai termini entro cui quest’ultima può contestarne la legittimità. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione interviene per fare chiarezza su un punto fondamentale: da quando decorre il termine di decadenza per l’accertamento?

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un controllo automatizzato su una dichiarazione dei redditi relativa al 2014, in cui una società aveva utilizzato delle perdite maturate nell’anno d’imposta 2011 per abbattere il proprio reddito imponibile IRES. L’Amministrazione Finanziaria, ritenendo tali perdite non spettanti, emetteva una cartella di pagamento per recuperare l’imposta, oltre a sanzioni e interessi.

La società contribuente impugnava l’atto, ottenendo ragione sia in primo grado (Commissione Tributaria Provinciale) sia in appello (Commissione Tributaria Regionale). Secondo i giudici di merito, il potere dell’Amministrazione di contestare le perdite del 2011 era ormai venuto meno per decorrenza dei termini, i quali andavano calcolati a partire dall’anno di formazione della perdita stessa. L’Agenzia Fiscale, non condividendo tale interpretazione, proponeva ricorso per cassazione.

La Questione sui Termini di Accertamento delle Perdite Fiscali Pregresse

Il cuore della controversia risiede nell’individuazione del dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere il termine di decadenza previsto dall’art. 43 del d.P.R. n. 600/1973 per l’esercizio del potere di accertamento.

La tesi del contribuente, accolta nei primi due gradi di giudizio, sosteneva che la verifica sulla legittimità delle perdite fiscali pregresse dovesse avvenire entro i termini di accertamento relativi all’anno in cui tali perdite si erano generate (il 2011). Una volta scaduto quel termine, l’Amministrazione non avrebbe più potuto metterle in discussione, neppure se utilizzate in anni successivi.

Di contro, l’Amministrazione Finanziaria argomentava che ogni periodo d’imposta è autonomo. Di conseguenza, l’oggetto del controllo non era la dichiarazione del 2011, ormai non più rettificabile, bensì quella del 2014, in cui la perdita era stata concretamente utilizzata per ridurre l’imponibile. Pertanto, il termine di decadenza doveva essere calcolato con riferimento a quest’ultima annualità.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia Fiscale, ribaltando l’esito dei precedenti gradi di giudizio. I giudici hanno richiamato un principio di diritto fondamentale, già sancito dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 8500 del 2021. Secondo tale principio, quando la contestazione riguarda un componente di reddito ad efficacia pluriennale (come le perdite riportabili) e non si contesta un mero errore di calcolo nel riporto, ma il presupposto stesso della sua esistenza, il termine di decadenza per l’accertamento decorre dall’anno in cui quel componente viene utilizzato nella dichiarazione.

In altre parole, l’atto di verifica si concentra sulla singola dichiarazione in cui il singolo rateo o la singola perdita viene indicata per produrre un effetto fiscale. Il fatto che l’Amministrazione non abbia tempestivamente controllato la dichiarazione dell’anno di origine del componente pluriennale non le impedisce di farlo quando tale componente viene ‘attivato’ in una dichiarazione successiva, per la quale i termini di accertamento non sono ancora scaduti. La Corte ha quindi affermato che l’oggetto della verifica è la dichiarazione del periodo d’imposta in cui la perdita è stata utilizzata, rendendo pienamente legittimo l’operato dell’ufficio.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande impatto pratico per le imprese. La decisione estende notevolmente la finestra temporale a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria per contestare l’esistenza di elementi negativi di reddito, come le perdite fiscali pregresse, riportati da annualità ormai non più accertabili. Per i contribuenti, ciò si traduce nella necessità di conservare con estrema cura tutta la documentazione a supporto della formazione di tali perdite per un periodo molto più lungo di quello ordinario, poiché la loro legittimità potrebbe essere messa in discussione anche a molti anni di distanza dalla loro origine. La sentenza, cassando la decisione d’appello, ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado per una nuova valutazione nel merito, alla luce del principio di diritto enunciato.

Quando inizia a decorrere il termine di decadenza per l’accertamento di perdite fiscali pregresse?
Il termine di decadenza per l’Amministrazione Finanziaria inizia a decorrere dal periodo d’imposta in cui la perdita pregressa viene effettivamente utilizzata per ridurre il reddito imponibile, e non dal periodo d’imposta in cui la perdita si è originariamente formata.

L’Amministrazione Finanziaria può contestare una perdita di un anno precedente anche se i termini per accertare quell’anno sono scaduti?
Sì. Se una perdita generata in un anno i cui termini di accertamento sono scaduti viene utilizzata in un anno successivo ancora accertabile, l’Amministrazione può contestare la legittimità di tale perdita nell’ambito del controllo sulla dichiarazione più recente.

Qual è il principio stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione in materia di componenti di reddito pluriennali?
In caso di contestazione di un componente di reddito con efficacia pluriennale basata sul suo presupposto costitutivo, la decadenza dalla potestà di accertamento va calcolata in relazione al termine per la rettifica della dichiarazione in cui il singolo rateo (o la perdita) viene indicato, e non del termine relativo alla dichiarazione dell’anno in cui il componente è maturato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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