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Perdite di esercizio: quali regole per la compensazione?

Una società ha cercato di compensare integralmente il reddito del 2011 con le perdite di esercizio maturate tra il 2005 e il 2007, invocando la normativa allora vigente. La Corte di Cassazione ha respinto tale interpretazione, stabilendo che la normativa applicabile è quella in vigore nell’anno di utilizzo delle perdite (2011), non nell’anno della loro formazione. Di conseguenza, la compensazione è stata limitata all’80% del reddito imponibile, come previsto dalla legge più recente.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Perdite di Esercizio: La Legge Applicabile è quella del Momento dell’Utilizzo, non della Formazione

La gestione delle perdite di esercizio è un aspetto cruciale della fiscalità d’impresa. La possibilità di compensare i risultati negativi passati con gli utili futuri può avere un impatto significativo sul carico fiscale di un’azienda. Ma cosa succede quando la legge cambia nel tempo? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un punto fondamentale: la normativa da applicare è quella in vigore nel momento in cui la perdita viene utilizzata, e non quando si è generata. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Una società, costituita nel 2004 e divenuta operativa nel 2005 tramite l’acquisizione di un ramo d’azienda, aveva accumulato perdite fiscali nei suoi primi anni di attività (2005, 2006 e 2007). Nel 2011, avendo realizzato un cospicuo reddito, la società decise di utilizzare quelle perdite pregresse per azzerare completamente il proprio reddito imponibile.

La società basava la sua scelta sulla versione dell’art. 84 del TUIR in vigore nel 2005, che permetteva alle imprese neo-costituite di riportare le perdite dei primi tre esercizi senza limiti di tempo. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, contestava tale operazione, sostenendo che dovesse applicarsi la normativa in vigore nel 2011, anno di effettivo utilizzo delle perdite. Questa nuova disciplina, introdotta dal D.L. 98/2011, aveva stabilito un limite generale alla compensazione, fissandolo all’80% del reddito imponibile.

L’Evoluzione Normativa sulla Compensazione delle Perdite di Esercizio

Per comprendere la decisione della Corte, è utile ripercorrere l’evoluzione della disciplina in materia:

* Normativa originaria (vigente nel 2005): L’art. 84 TUIR prevedeva la possibilità di riportare le perdite entro il quinto esercizio successivo. In deroga, le perdite dei primi tre periodi d’imposta potevano essere riportate senza alcun limite di tempo, per agevolare le start-up.
* Modifica del 2006 (D.L. 223/2006): La deroga per le perdite dei primi tre anni veniva circoscritta alle sole imprese che esercitavano una “nuova attività produttiva”, escludendo quindi chi, come nel caso di specie, acquisiva un’attività già avviata.
* Modifica del 2011 (D.L. 98/2011): La regola generale cambia radicalmente. Viene eliminato il limite temporale del quinquennio, ma viene introdotto un limite quantitativo: le perdite possono essere compensate solo fino all’80% del reddito imponibile di ogni esercizio. La compensazione integrale per i primi tre anni rimane, ma sempre subordinata al requisito della “nuova attività produttiva”.

Il punto cruciale della controversia era determinare quale di queste discipline dovesse governare l’utilizzo, nel 2011, di perdite generate nel periodo 2005-2007.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, affermando un principio di diritto chiaro e inequivocabile. I giudici hanno stabilito che il regime giuridico da applicare alla compensazione delle perdite di esercizio è quello vigente nel periodo d’imposta in cui il contribuente si avvale di tale facoltà.

Il fondamento di questa decisione risiede nella disposizione intertemporale contenuta nell’art. 23, comma 6, del D.L. 98/2011. Tale norma ha previsto espressamente che le nuove regole si applicassero a decorrere dal periodo d’imposta in corso al 6 luglio 2011, derogando al principio generale di irretroattività delle norme tributarie. Questo significa che, a partire dal 2011, tutte le compensazioni di perdite, anche se maturate in periodi precedenti, dovevano sottostare alle nuove regole.

La Corte ha chiarito che non si tratta di un’applicazione retroattiva che incide su un diritto già acquisito. La perdita fiscale, infatti, non è un credito d’imposta immediatamente esigibile, ma una posizione giuridica soggettiva la cui concreta utilizzabilità è disciplinata dalle norme vigenti al momento del suo utilizzo. In altre parole, la legge del 2011 non ha modificato il passato (la formazione della perdita), ma ha regolato gli effetti futuri di quella perdita (la sua compensazione).

Le Conclusioni

La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello e ha affermato il seguente principio: “in tema di utilizzo delle perdite pregresse, il regime di cui all’art. 84, commi 1 e 2, t.u.i.r. nel testo […] sostituito […] dal d.l. 6 luglio 2011, n. 98 […] si applica […] alle perdite utilizzate a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore del decreto stesso, anche se formatesi anteriormente”.

L’implicazione pratica di questa ordinanza è fondamentale per la pianificazione fiscale delle imprese: la valutazione sulla convenienza e sulle modalità di utilizzo delle perdite pregresse deve essere sempre effettuata sulla base della normativa vigente nell’anno in cui si intende effettuare la compensazione, e non sulla base di quella in vigore quando le perdite si sono originate.

Quando si utilizzano le perdite di esercizio di anni precedenti, quale legge si applica? Quella in vigore quando le perdite si sono formate o quella in vigore quando vengono utilizzate?
Secondo la Corte di Cassazione, si applica la legge in vigore nel periodo d’imposta in cui le perdite vengono concretamente utilizzate per diminuire il reddito, non quella vigente quando le perdite si sono generate.

La modifica normativa del 2011, che ha limitato la compensazione delle perdite all’80% del reddito, si applica anche a perdite generate prima del 2011?
Sì. La Corte ha stabilito che le nuove regole, in vigore dal periodo d’imposta 2011, si applicano a tutte le perdite utilizzate a partire da quella data, indipendentemente dall’anno in cui si sono formate.

Perché la società nel caso di specie non ha potuto beneficiare della deroga per la compensazione integrale delle perdite dei primi tre esercizi?
La società non poteva beneficiare della deroga perché, a partire dalla modifica normativa del 2006, tale agevolazione era riservata esclusivamente alle imprese che avviavano una “nuova attività produttiva”. La società in questione, invece, era diventata operativa acquisendo un ramo d’azienda già esistente, condizione che non soddisfaceva il requisito richiesto dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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