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Pensione estero: tassazione in Italia e Brasile

Un cittadino italiano residente in Brasile ha contestato la tassazione IRPEF sulla sua pensione INPS. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14341/2024, ha stabilito che la pensione estero di anzianità, basata su contributi, rientra nella ‘previdenza sociale’ (art. 18 Convenzione Italia-Brasile) ed è tassabile in Italia per l’importo che supera i 5.000 dollari annui. Ha però annullato le sanzioni per l’oggettiva incertezza interpretativa della norma.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Pensione Estero: La Cassazione chiarisce la Convenzione Italia-Brasile

La gestione fiscale della pensione estero rappresenta una sfida per molti cittadini italiani che scelgono di trasferirsi fuori dai confini nazionali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14341 del 22 maggio 2024) ha fornito un chiarimento fondamentale sulla tassazione delle pensioni INPS erogate a residenti in Brasile, interpretando la Convenzione contro le doppie imposizioni tra i due Paesi. Vediamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.

I fatti del caso

Un cittadino italiano, residente in Brasile, ha ricevuto un avviso di accertamento dall’Agenzia delle Entrate per l’anno 2008. L’amministrazione finanziaria contestava la mancata tassazione in Italia (IRPEF) della sua pensione di anzianità erogata dall’INPS, per la parte eccedente i 5.000 dollari statunitensi. Il contribuente ha impugnato l’atto, sostenendo che la sua pensione dovesse essere considerata nel quadro della ‘sicurezza sociale’ e, pertanto, tassabile esclusivamente nel suo Paese di residenza, il Brasile.

La questione giuridica: Previdenza vs. Sicurezza Sociale

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione di due articoli della Convenzione Italia-Brasile:
* Art. 18 – Pensioni: Stabilisce che le pensioni e altre remunerazioni analoghe sono imponibili solo nello Stato di residenza del beneficiario, a meno che non superino i 5.000 dollari annui. In tal caso, la parte eccedente è tassabile in entrambi gli Stati. Questa categoria è riconducibile alla previdenza sociale, ovvero alle prestazioni maturate grazie ai contributi versati durante la vita lavorativa.
* Art. 19 – Funzioni pubbliche: Prevede, tra le altre cose, che le pensioni pagate nel quadro di un sistema di sicurezza sociale di uno Stato a un residente dell’altro Stato siano imponibili soltanto in quest’ultimo (lo Stato di residenza).

Il contribuente sosteneva di rientrare nell’ambito dell’art. 19, chiedendo l’esenzione totale in Italia. L’Agenzia delle Entrate, al contrario, applicava l’art. 18, assoggettando a tassazione la quota eccedente la franchigia.

L’analisi della Corte sulla tassazione della pensione estero

La Corte di Cassazione ha confermato la tesi dell’Agenzia delle Entrate, rigettando il ricorso del contribuente sulla questione principale. I giudici hanno chiarito in modo definitivo la distinzione tra i due regimi.
La pensione di anzianità, essendo una prestazione economica corrisposta in ragione dei contributi accumulati nel corso dell’attività lavorativa, ha natura ‘previdenziale’. Pertanto, essa ricade nell’ambito di applicazione dell’art. 18 della Convenzione. Di conseguenza, è corretto assoggettare a tassazione in Italia la parte di reddito pensionistico che supera la soglia di 5.000 dollari annui.
Le prestazioni di ‘sicurezza sociale’ (art. 19), invece, sono quelle di natura assistenziale, erogate dallo Stato a favore di chi si trova in particolari stati di bisogno, indipendentemente dall’accumulo di contributi (es. pensioni sociali, di invalidità civile, di cecità).

L’annullamento delle sanzioni: L’incertezza interpretativa

Un aspetto cruciale della sentenza riguarda le sanzioni. Pur confermando la pretesa tributaria, la Corte ha ritenuto corretto l’annullamento delle sanzioni irrogate al contribuente. Questa decisione si basa sul riconoscimento di una ‘oggettiva incertezza’ nell’interpretazione della normativa.
La Corte ha osservato che la distinzione tra i due regimi non è sempre stata pacifica e che la stessa Amministrazione finanziaria aveva in passato mutato il proprio orientamento. Tale complessità e la mancanza di un consolidato orientamento giurisprudenziale all’epoca dei fatti giustificano l’esclusione della colpa del contribuente, che non deve quindi pagare le sanzioni per la mancata dichiarazione.

Le motivazioni

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione enunciando un chiaro ‘principio di diritto’. Ha stabilito che, ai sensi della Convenzione tra Italia e Brasile, le somme erogate da un ente previdenziale italiano a un cittadino residente in Brasile, quando consistono in pagamenti periodici legati a un cessato impiego e basati su contributi versati, hanno natura previdenziale ai sensi dell’art. 18. Queste sono quindi esenti in Italia fino a 5.000 dollari USA e imponibili in entrambi gli Stati per la parte eccedente. Al contrario, le somme corrisposte nel quadro di un sistema di sicurezza sociale (come pensioni sociali o di invalidità), che prescindono dall’accumulo di contributi, rientrano nell’art. 19 e sono imponibili solo nello Stato di residenza. La Corte ha rigettato anche le altre censure del contribuente, come quelle sulla tardività o genericità degli atti di appello dell’Agenzia e sulla presunta violazione del principio di buona fede, ritenendole infondate.

Le conclusioni

La sentenza n. 14341/2024 offre un punto fermo per tutti i pensionati italiani residenti in Brasile e, per estensione, in altri Paesi con convenzioni simili. Se da un lato conferma l’obbligo di dichiarare e pagare le imposte in Italia sulla parte di pensione di anzianità che eccede la franchigia, dall’altro tutela il contribuente in buona fede, riconoscendo che l’oggettiva complessità delle norme fiscali internazionali può giustificare l’annullamento delle sanzioni. È un importante bilanciamento tra le ragioni del fisco e i diritti del contribuente.

Una pensione italiana pagata a un residente in Brasile è tassabile in Italia?
Sì, ma solo per la porzione che supera i 5.000 dollari statunitensi all’anno. La Corte ha chiarito che si tratta di una pensione di ‘previdenza sociale’ ai sensi dell’art. 18 della Convenzione, soggetta a tassazione concorrente tra i due Stati per l’importo eccedente tale soglia.

Qual è la differenza tra ‘previdenza sociale’ e ‘sicurezza sociale’ secondo la convenzione Italia-Brasile?
La ‘previdenza sociale’ (art. 18) si riferisce a prestazioni, come le pensioni di anzianità, maturate sulla base dei contributi versati durante la vita lavorativa. La ‘sicurezza sociale’ (art. 19), invece, riguarda prestazioni di natura assistenziale (come pensioni di invalidità o sociali) erogate dallo Stato in base a uno stato di bisogno, indipendentemente dai contributi.

È possibile evitare le sanzioni se non si dichiara correttamente la pensione per un’errata interpretazione della legge?
Sì, in questo caso la Corte ha annullato le sanzioni. Ha riconosciuto una condizione di ‘oggettiva incertezza’ sull’interpretazione della complessa normativa convenzionale, aggravata dai passati cambiamenti di orientamento della stessa amministrazione fiscale. Questo protegge il contribuente che ha agito in buona fede.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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