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Patrocinio Agenzia Entrate: quando è invalido

La Corte di Cassazione dichiara improcedibile il ricorso di un contribuente per mancato deposito e inammissibile il controricorso dell’Ente di Riscossione. La decisione chiarisce che il patrocinio dell’Agenzia Entrate in Cassazione spetta all’Avvocatura dello Stato, e la nomina di un avvocato privato, in assenza delle eccezioni previste, rende la procura invalida e l’atto inammissibile.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Patrocinio Agenzia Entrate: la Procura all’Avvocato Privato è Valida?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un doppio errore procedurale in un contenzioso tributario, offrendo chiarimenti cruciali sulle regole del processo e, in particolare, sul patrocinio Agenzia Entrate-Riscossione nei giudizi di legittimità. La Corte ha dichiarato improcedibile il ricorso del contribuente per un vizio formale e, parallelamente, inammissibile il controricorso dell’Ente riscossore per una procura non valida. Questa decisione sottolinea l’importanza del rigore formale e definisce i confini della rappresentanza legale dell’Agenzia.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una pretesa fiscale superiore a un milione di euro, contestata da un contribuente. Dopo una decisione sfavorevole della Commissione Tributaria Regionale, il contribuente ha proposto ricorso per cassazione. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha risposto con un controricorso, affidando la propria difesa a un avvocato del libero foro.

Tuttavia, entrambe le parti sono incorse in vizi procedurali. Il contribuente, dopo aver notificato il proprio ricorso, non lo ha depositato presso la cancelleria della Corte di Cassazione nei termini previsti dalla legge. L’Agenzia, d’altro canto, ha conferito la procura a un legale privato senza apparentemente rispettare le condizioni normative che regolano la sua rappresentanza in giudizio.

La Decisione della Cassazione sul Patrocinio Agenzia Entrate

La Suprema Corte ha esaminato entrambe le questioni procedurali, giungendo a una doppia declaratoria di inammissibilità e improcedibilità.

Per quanto riguarda il contribuente, la Corte ha applicato rigorosamente l’art. 369 del codice di procedura civile, che sancisce l’improcedibilità del ricorso qualora non venga depositato in cancelleria entro il termine stabilito. Si tratta di un adempimento essenziale per instaurare correttamente il giudizio.

La parte più innovativa della decisione riguarda però il controricorso dell’Ente. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il patrocinio Agenzia Entrate-Riscossione davanti alla Corte di Cassazione è, per convenzione, affidato all’Avvocatura Generale dello Stato.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si articola su due fronti distinti.

1. Improcedibilità del ricorso principale: La decisione si fonda su una regola procedurale chiara e inequivocabile. Il mancato deposito del ricorso notificato impedisce alla Corte di esaminarne il merito, troncando il giudizio sul nascere. È un monito sulla necessità di adempiere scrupolosamente a tutti i passaggi formali del processo.

2. Inammissibilità del controricorso: La Corte ha spiegato che la rappresentanza dell’Agenzia da parte di un avvocato del libero foro è un’eccezione, non la regola. Tale eccezione è ammessa solo in circostanze specifiche e tassative, previste dall’art. 43 del r.d. 1611/1933 e dai protocolli d’intesa con l’Avvocatura dello Stato. Queste circostanze includono:
* Un conflitto di interessi.
* Una dichiarazione di indisponibilità da parte dell’Avvocatura dello Stato.
* Un’apposita e motivata delibera dell’Agenzia stessa.

Nel caso di specie, l’Agenzia non ha fornito alcuna prova della sussistenza di una di queste condizioni derogatorie. Di conseguenza, la procura conferita all’avvocato privato è stata ritenuta invalida. L’invalidità della procura si traduce inevitabilmente nell’inammissibilità dell’atto processuale compiuto, ovvero il controricorso.

Le Conclusioni

La sentenza rafforza due importanti principi. In primo luogo, il rispetto delle scadenze e degli adempimenti procedurali è fondamentale per l’accesso alla giustizia; la negligenza su questo punto può costare l’intero giudizio. In secondo luogo, la rappresentanza legale degli enti pubblici, come l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, non è discrezionale. Le norme che affidano la difesa all’Avvocatura dello Stato sono poste a garanzia di una gestione uniforme e specializzata del contenzioso pubblico. Derogare a questa regola è possibile solo in casi eccezionali e debitamente documentati. In assenza di tale prova, la scelta di un avvocato privato rende nullo il mandato e inefficace l’attività difensiva svolta.

Cosa accade se un ricorso per Cassazione viene notificato ma non depositato in cancelleria?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile. Ciò significa che il giudizio si conclude senza che la Corte possa esaminare le questioni di merito, a causa di un errore nella procedura di instaurazione della causa.

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può essere difesa da un avvocato privato in Cassazione?
Di norma, no. La sua rappresentanza legale spetta all’Avvocatura Generale dello Stato. È possibile nominare un avvocato del libero foro solo in casi eccezionali e giustificati, come un conflitto di interessi, l’indisponibilità dell’Avvocatura o una specifica delibera motivata dell’Agenzia.

Qual è la conseguenza se l’Agenzia nomina un avvocato privato senza una valida giustificazione?
La procura conferita all’avvocato privato è considerata invalida. Di conseguenza, ogni atto processuale compiuto da tale avvocato, come un controricorso, viene dichiarato inammissibile e non produce alcun effetto giuridico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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