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Patrocinio Agente Riscossione: sì all’avvocato privato

Una società ha impugnato una cartella di pagamento per tributi locali, contestando vari aspetti, tra cui la validità del patrocinio dell’Agente della Riscossione da parte di un avvocato del libero foro. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la normativa vigente consente all’Agente della Riscossione di avvalersi di avvocati privati nelle cause tributarie senza necessità di una specifica autorizzazione per ogni singolo caso, basandosi su una convenzione quadro con l’Avvocatura dello Stato. La Corte ha inoltre respinto gli altri motivi, relativi a presunti vizi della cartella e alla condanna alle spese.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Patrocinio Agente della Riscossione: la Cassazione conferma la validità della difesa con avvocati privati

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato una questione di notevole interesse pratico nel contenzioso tributario: la legittimità del patrocinio dell’Agente della Riscossione da parte di avvocati del libero foro anziché dell’Avvocatura dello Stato. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso di un contribuente, stabilendo che tale modalità di difesa è pienamente conforme alla normativa vigente, offrendo importanti chiarimenti sulla rappresentanza in giudizio dell’ente.

I Fatti del Caso: Dalla Cartella di Pagamento alla Cassazione

La vicenda trae origine dall’impugnazione di una cartella di pagamento relativa alla tassa sui rifiuti (TARSU/TIA) da parte di una società. Dopo aver visto respinte le proprie ragioni sia dalla Commissione Tributaria Provinciale che da quella Regionale, la società ha proposto ricorso per cassazione, basando la propria difesa su tre motivi principali.

I Motivi del Ricorso: Tre Punti Chiave

Il contribuente ha lamentato:
1. La presunta nullità della cartella per mancata indicazione del responsabile del procedimento di iscrizione a ruolo.
2. L’ingiusta condanna al pagamento delle spese legali a favore del Comune, nonostante quest’ultimo avesse depositato tardivamente alcuni documenti.
3. L’inesistenza giuridica della costituzione in giudizio dell’Agente della Riscossione, poiché rappresentato da un avvocato del libero foro e non, come sostenuto dal ricorrente, dall’Avvocatura dello Stato.

L’Analisi della Corte sul Patrocinio Agente della Riscossione

La Corte di Cassazione ha esaminato e respinto tutti i motivi di ricorso. In particolare, sul tema centrale del patrocinio dell’Agente della Riscossione, i giudici hanno svolto un’analisi approfondita del quadro normativo. Hanno chiarito che, a seguito delle riforme (in particolare il D.L. n. 193 del 2016), l’ente ha la facoltà di scegliere come essere rappresentato in giudizio. Può avvalersi dell’Avvocatura dello Stato, di propri dipendenti delegati (in certi casi) o, appunto, di avvocati del libero foro iscritti in appositi elenchi.

La Corte ha precisato che la scelta tra Avvocatura dello Stato e avvocati privati non segue un rapporto di regola-eccezione, ma è disciplinata da una convenzione stipulata tra i due enti. Questa convenzione specifica le tipologie di controversie riservate all’Avvocatura. Per tutte le altre, come il contenzioso dinanzi alle commissioni tributarie, l’Agente della Riscossione può legittimamente e autonomamente conferire l’incarico a un legale esterno. Questo processo non richiede una delibera specifica per ogni singola causa, ma si basa su un meccanismo snello e predefinito, garantendo efficienza e flessibilità all’azione dell’ente.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il primo motivo per difetto di specificità e perché mirava a una rivalutazione dei fatti preclusa in sede di legittimità, soprattutto in presenza di una ‘doppia conforme’. Il secondo motivo è stato giudicato infondato in base al principio della soccombenza, secondo cui la parte che perde la causa è tenuta a pagare le spese legali. Infine, il terzo e più rilevante motivo è stato respinto perché, come analizzato, la legge consente espressamente all’Agente della Riscossione di utilizzare avvocati del libero foro per la difesa nelle commissioni tributarie. La procura conferita a un avvocato privato è quindi un atto pienamente valido che non necessita di ulteriori giustificazioni o allegazioni documentali nel corso del giudizio.

Conclusioni: La Legittimità della Difesa con Avvocati del Libero Foro

Questa ordinanza consolida un importante principio: la costituzione in giudizio dell’Agente delle Entrate-Riscossione tramite un avvocato del libero foro è legittima e non può essere usata come motivo per contestare la validità del procedimento o la condanna alle spese. La decisione fornisce certezza giuridica, chiarendo che la scelta del difensore da parte dell’ente rientra nella sua autonomia organizzativa, regolata da norme e convenzioni specifiche che non richiedono al contribuente o al giudice di verificarne l’applicazione caso per caso.

L’Agente della Riscossione può farsi difendere da un avvocato privato nelle cause tributarie?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’Agente della Riscossione può legittimamente avvalersi di avvocati del libero foro per la rappresentanza e difesa dinanzi alle commissioni tributarie. Questa facoltà è prevista dalla normativa vigente e regolata da una convenzione con l’Avvocatura dello Stato.

La parte che perde una causa deve sempre pagare le spese legali della controparte?
Sì, in base al principio della soccombenza, la parte interamente sconfitta in un giudizio è tenuta a rimborsare le spese legali sostenute dalla parte vittoriosa. Il giudice può solo decidere sulla quantificazione di tali spese o, in casi specifici, sulla loro compensazione, ma non può porle a carico della parte vincitrice.

È necessario che l’Agente della Riscossione produca in giudizio una delibera specifica per la scelta di un avvocato privato?
No, la Corte ha chiarito che non è necessaria alcuna specifica o separata documentazione, come una delibera ad hoc, per giustificare il conferimento della procura a un avvocato del libero foro. La scelta si basa su un meccanismo automatico derivante da atti generali e convenzioni interne all’ente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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