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Pagamento COSAP: obbligo anche senza previsione espressa

Una società che gestiva un parcheggio pubblico per conto di un Comune si è opposta al pagamento del COSAP, sostenendo che l’obbligo non fosse esplicitato nell’atto di affidamento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l’obbligo di pagamento COSAP sussiste. La Corte ha chiarito che l’affidamento non si limitava alla mera gestione del servizio, ma concedeva alla società un’autonoma utilizzazione dell’area a scopo di lucro, sottraendola all’uso pubblico. L’obbligazione, seppur non scritta, poteva essere dedotta *per relationem* dal richiamo ai regolamenti comunali, che la società era tenuta a conoscere.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Gestione Parcheggi e Pagamento COSAP: Obbligo Anche se non Scritto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per le società che gestiscono servizi pubblici: l’obbligo di pagamento COSAP (Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche) anche quando il contratto di affidamento non lo menziona esplicitamente. La decisione chiarisce che la natura del rapporto e i richiami ai regolamenti comunali possono essere sufficienti a far sorgere l’obbligazione tributaria, sottolineando l’importanza di un’analisi approfondita di tutta la documentazione pertinente.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’ingiunzione di pagamento emessa da un Comune nei confronti di una società a responsabilità limitata per il COSAP relativo agli anni 2014 e 2015. La società gestiva le aree di un parcheggio pubblico in base a una convenzione stipulata con l’ente locale. La società si è opposta al pagamento, sostenendo che l’atto di affidamento del servizio non prevedeva alcun obbligo di versare il canone, né ne specificava l’importo. Secondo la sua tesi, l’assenza di una previsione esplicita equivaleva a una volontà del Comune di non richiederne il pagamento. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto le ragioni della società, la quale ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Pagamento COSAP

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto centrale della controversia era stabilire se l’affidamento del servizio di parcheggio a pagamento costituisse una mera gestione per conto del Comune (che non comporterebbe il pagamento del COSAP da parte del gestore) oppure una vera e propria concessione di utilizzo del suolo pubblico, che sottrae l’area all’uso collettivo per destinarla a un’attività economica privata.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un’attenta analisi degli accordi tra le parti e del contesto normativo. I giudici hanno evidenziato i seguenti punti chiave:

1. Natura della Concessione: L’accordo non si limitava ad attribuire alla società la sola gestione del servizio di parcheggio. Al contrario, le aree erano state consegnate alla società, che le gestiva in piena autonomia e ne tratteneva i ricavi. Questo configura un’utilizzazione particolare del bene pubblico, che integra il presupposto per l’applicazione del COSAP.

2. Integrazione per relationem: Sebbene l’atto di affidamento non menzionasse espressamente il pagamento COSAP, esso richiamava il Regolamento comunale per l’occupazione di suolo pubblico. La Corte ha ritenuto questo richiamo sufficiente a integrare il contratto (per relationem), rendendo applicabili le norme del regolamento, che la società era tenuta a conoscere. La Corte d’Appello aveva correttamente interpretato la volontà delle parti, concludendo che il riferimento a “condizioni applicate dal Comune per aree similari” implicasse l’applicazione del canone.

3. Potere di Disposizione dell’Area: Un elemento decisivo è stata la clausola contrattuale che permetteva alla società di sottrarre le aree al parcheggio pubblico per locarle a terzi. Questa facoltà dimostra inequivocabilmente che la società aveva la disponibilità giuridica dell’area, non essendo un mero sostituto del Comune, ma un soggetto che sfruttava il bene pubblico per un proprio profitto.

4. Interpretazione degli Atti Amministrativi: La Corte ha ribadito un principio consolidato: l’interpretazione di un atto amministrativo a contenuto non normativo è riservata al giudice di merito. La sua valutazione è censurabile in Cassazione solo per vizi logici evidenti o per violazione dei canoni legali di ermeneutica, vizi che nel caso di specie non sono stati riscontrati.

Conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio di notevole importanza pratica: l’obbligo di pagamento COSAP per un concessionario di aree pubbliche non dipende necessariamente da una clausola esplicita nel contratto di affidamento. È invece fondamentale analizzare la natura sostanziale del rapporto. Se al concessionario viene data la piena autonomia gestionale e la possibilità di trarre un profitto diretto dallo sfruttamento del bene, sottraendolo all’uso generale, l’obbligo di pagare il canone sorge in virtù dell’occupazione stessa. Le imprese che operano in questo settore devono quindi prestare la massima attenzione non solo al testo del contratto, ma anche a tutti i regolamenti comunali richiamati, per evitare spiacevoli sorprese fiscali.

Un concessionario che gestisce un parcheggio pubblico deve pagare il COSAP anche se il contratto non lo prevede espressamente?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’obbligo di pagamento può sorgere anche in assenza di una clausola esplicita, se il contratto, interpretato alla luce dei regolamenti comunali richiamati, conferisce al gestore l’autonoma disponibilità dell’area per trarne un profitto.

Chi è considerato l’occupante del suolo pubblico in un parcheggio a pagamento: il gestore o l’automobilista?
La sentenza conferma che l’occupante tenuto al pagamento del canone è la società concessionaria. Essa, infatti, non agisce come mero sostituto del Comune, ma sottrae l’area all’uso pubblico per svolgere una propria attività d’impresa, diventando il soggetto che realizza l’occupazione rilevante ai fini del COSAP.

L’omessa indicazione dell’importo del canone nell’atto di affidamento esonera dal pagamento?
No. La Corte ha stabilito che i dati relativi all’importo e alle modalità di pagamento possono essere dedotti per relationem (cioè per riferimento) dal regolamento comunale sull’occupazione di aree pubbliche, che il concessionario è tenuto a conoscere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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