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Opponibilità IMU: la scrittura privata è sufficiente

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4329/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di opponibilità IMU. Un contribuente aveva costituito un diritto di abitazione a favore del coniuge tramite una scrittura privata registrata ma non trascritta, comunicandola al Comune. L’ente impositore riteneva comunque il proprietario come soggetto passivo del tributo, data la mancata trascrizione. La Suprema Corte ha invece chiarito che, ai fini fiscali, la registrazione dell’atto è sufficiente a conferirgli data certa e a renderlo opponibile al Comune. Quest’ultimo, infatti, non è un terzo che vanta diritti reali in conflitto, per cui la trascrizione non è un requisito necessario per spostare l’obbligo di pagamento dell’IMU dal proprietario al titolare del diritto di abitazione.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Opponibilità IMU: La Cassazione chiarisce il valore della scrittura privata

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande rilevanza per i proprietari di immobili: l’opponibilità IMU di un diritto di abitazione costituito con una semplice scrittura privata registrata. La pronuncia chiarisce che la trascrizione dell’atto nei registri immobiliari non è un requisito indispensabile per spostare l’onere del pagamento dell’imposta dal proprietario al titolare del diritto reale. Analizziamo insieme la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

Il caso: un diritto di abitazione contestato

Un contribuente, proprietario di un appartamento, aveva costituito un diritto di abitazione decennale a favore della propria coniuge. L’accordo era stato formalizzato tramite una scrittura privata, regolarmente registrata presso l’Agenzia delle Entrate, acquisendo così data certa. Inoltre, il contribuente aveva tempestivamente comunicato la costituzione di tale diritto al Comune competente, ben prima dell’inizio dell’anno d’imposta in questione.

Nonostante ciò, l’ente locale aveva notificato al proprietario un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU, sostenendo che, in assenza di trascrizione dell’atto nei registri immobiliari, il diritto di abitazione non fosse opponibile all’amministrazione. Di conseguenza, il proprietario rimaneva l’unico soggetto passivo del tributo. La Commissione tributaria di secondo grado aveva dato ragione al Comune, portando il contribuente a ricorrere in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione e l’opponibilità IMU

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, ribaltando la decisione di secondo grado. Gli Ermellini hanno affermato un principio di diritto cruciale: la costituzione di un diritto di abitazione tramite scrittura privata, purché registrata (e quindi dotata di data certa) e comunicata al Comune, è sufficiente a esonerare il proprietario dall’obbligo di pagamento dell’IMU. In tal caso, unico soggetto passivo dell’imposta diventa l’habitator, ovvero il titolare del diritto di abitazione.

Le motivazioni: Trascrizione vs. Registrazione ai fini fiscali

Il cuore della motivazione risiede nella distinzione tra la funzione della trascrizione e quella della registrazione ai fini dell’opponibilità IMU. La Corte ha spiegato che la trascrizione, secondo il Codice Civile, serve a risolvere i conflitti tra più soggetti che abbiano acquistato diritti reali incompatibili sullo stesso immobile dal medesimo dante causa. In altre parole, tutela chi trascrive per primo.

L’ente impositore, tuttavia, non è un soggetto che vanta un diritto reale sull’immobile. La sua è una pretesa tributaria. Pertanto, il Comune non rientra nella categoria dei “terzi” tutelati dal meccanismo della trascrizione. Per l’amministrazione finanziaria, ciò che conta è l’individuazione certa del soggetto passivo del tributo.

A questo scopo, la registrazione della scrittura privata presso l’Agenzia delle Entrate è un atto sufficiente. La registrazione conferisce all’atto una “data certa”, come stabilito dall’art. 2704 del Codice Civile, rendendolo pienamente opponibile al Comune. Poiché il contribuente aveva non solo registrato l’atto ma anche comunicato l’avvenuta costituzione del diritto all’ente, quest’ultimo era perfettamente in grado di identificare il nuovo soggetto passivo dell’IMU (il coniuge) e non poteva più pretendere il pagamento dal nudo proprietario.

Le conclusioni: implicazioni pratiche per i contribuenti

Questa ordinanza consolida un orientamento favorevole al contribuente e fornisce importanti indicazioni pratiche. Per rendere efficace lo spostamento della soggettività passiva IMU in caso di costituzione di un diritto di abitazione (o altri diritti reali di godimento), non è strettamente necessaria la trascrizione dell’atto, procedura più complessa e costosa che richiede l’intervento di un notaio.

È invece sufficiente:
1. Redigere una scrittura privata che costituisca il diritto reale.
2. Registrare tale scrittura presso l’Agenzia delle Entrate per attribuirle data certa.
3. Comunicare tempestivamente l’avvenuta costituzione del diritto al Comune di competenza.

Seguendo questi passaggi, il proprietario può legittimamente considerarsi esonerato dal pagamento dell’IMU, che graverà esclusivamente sul titolare del diritto di abitazione per tutta la sua durata.

Per trasferire la soggettività passiva dell’IMU è necessaria la trascrizione dell’atto che costituisce il diritto di abitazione?
No, secondo la Corte di Cassazione non è necessaria. È sufficiente una scrittura privata registrata, che acquisisce così data certa, a condizione che l’atto sia stato comunicato al Comune in tempo utile prima dell’annualità d’imposta.

Una scrittura privata non autenticata ha valore nei confronti del Comune ai fini IMU?
Sì, se la scrittura privata è stata registrata presso l’Agenzia delle Entrate. La registrazione le conferisce “data certa” e la rende opponibile al Comune per l’individuazione del soggetto passivo del tributo, ovvero colui che è tenuto al pagamento.

Perché il Comune non è considerato un “terzo” tutelato dalla trascrizione?
Il Comune non è un terzo tutelato dalla trascrizione perché non vanta un diritto reale sull’immobile (come un diritto di proprietà o di usufrutto) in conflitto con quello costituito. La sua posizione è quella di un creditore d’imposta, e il suo interesse è limitato all’identificazione del corretto debitore. Pertanto, le norme sulla trascrizione, pensate per risolvere conflitti tra acquirenti di diritti reali, non si applicano nei suoi confronti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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