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ONLUS attività commerciale: obblighi contabili

La Corte di Cassazione chiarisce i criteri per gli obblighi contabili di una ONLUS con attività commerciale. Un’associazione aveva ricevuto sanzioni per omessa tenuta delle scritture contabili. La Corte ha stabilito che un avviso di accertamento è sufficientemente motivato se rinvia a un processo verbale di constatazione (p.v.c.) dettagliato e già noto al contribuente. Il caso è stato rinviato al giudice di merito per valutare se le operazioni contestate fossero effettivamente di natura commerciale e se i ricavi avessero superato la soglia di legge per la contabilità ordinaria.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

ONLUS Attività Commerciale: La Cassazione Chiarisce gli Obblighi Contabili

Quando un’organizzazione non profit si dedica anche ad attività lucrative, sorgono complesse questioni fiscali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il delicato tema degli obblighi contabili per una ONLUS con attività commerciale mista, fornendo chiarimenti cruciali sulla validità degli avvisi di accertamento e sul confine tra motivazione dell’atto e onere della prova in giudizio. La decisione sottolinea come la trasparenza e la corretta qualificazione dei ricavi siano fondamentali per evitare pesanti sanzioni.

I Fatti del Caso

Una associazione ONLUS si è vista recapitare un avviso di accertamento con cui l’Amministrazione Finanziaria irrogava sanzioni per l’omessa tenuta dei libri contabili obbligatori per l’anno d’imposta 2010. L’obbligo, secondo l’Agenzia, derivava dal superamento, nell’anno precedente (2009), della soglia di ricavi provenienti da attività commerciali che impone il passaggio a un regime di contabilità ordinaria. L’accertamento si basava sulle risultanze di un processo verbale di constatazione (p.v.c.) redatto dalla Guardia di Finanza.

Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale aveva dato ragione all’ente impositore. Tuttavia, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado aveva ribaltato la decisione, accogliendo l’appello dell’associazione. Secondo i giudici d’appello, l’avviso di accertamento era nullo per insufficienza di motivazione, in quanto non specificava in modo chiaro e inequivocabile quali operazioni fossero state considerate commerciali, impedendo così al contribuente un’adeguata difesa.

La Decisione della Corte sulla ONLUS con attività commerciale

L’Amministrazione Finanziaria ha proposto ricorso in Cassazione, contestando la valutazione del giudice d’appello. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa per un nuovo esame. Il punto centrale della decisione è la distinzione tra l’obbligo di motivazione dell’atto impositivo e l’onere di provare in giudizio la fondatezza della pretesa.

La Cassazione ha stabilito che la Corte d’appello ha errato nel dichiarare nullo l’avviso per difetto di motivazione. L’avviso, infatti, richiamava esplicitamente il p.v.c. della Guardia di Finanza, un documento che era stato regolarmente notificato e sottoscritto dalla rappresentante legale dell’associazione. Tale atto, quindi, era ben noto al contribuente. Questo rinvio a un documento esterno, secondo i giudici di legittimità, integra una valida ‘motivazione per relationem’, sufficiente a informare il contribuente delle ragioni della pretesa fiscale e a metterlo in condizione di difendersi.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il p.v.c. non era affatto generico, ma conteneva un elenco dettagliato di fatture emesse dall’associazione nel 2009, considerate di natura esclusivamente commerciale, per un importo complessivo di 469.050 euro. Tale cifra era nettamente superiore alla soglia legale di 309.874,14 euro che, all’epoca, faceva scattare l’obbligo di adottare la contabilità ordinaria per l’anno successivo. Il giudice d’appello, concentrandosi unicamente sulla presunta genericità della motivazione, non ha compiuto il passo successivo e decisivo: verificare nel merito se le operazioni elencate nel p.v.c. fossero effettivamente commerciali. Confondendo il piano della motivazione dell’atto con quello della prova dei fatti, ha omesso di esaminare un elemento potenzialmente decisivo per la controversia.

Conclusioni

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per gli enti del terzo settore. In primo luogo, conferma che un avviso di accertamento che si fonda su un processo verbale di constatazione dettagliato e già noto al contribuente è, di norma, sufficientemente motivato. In secondo luogo, sposta il fulcro del contenzioso dal vizio formale dell’atto alla sostanza dei fatti. L’associazione, una volta ricevuto un atto così motivato, ha l’onere di contestare in giudizio la natura commerciale delle singole operazioni. La decisione finale dipenderà quindi dalla capacità delle parti di provare, o smentire, la classificazione delle attività svolte dall’ente come commerciali. Per le ONLUS, ciò si traduce nella necessità di una gestione contabile e documentale impeccabile, in grado di distinguere chiaramente le attività istituzionali da quelle commerciali per difendersi efficacemente da eventuali contestazioni fiscali.

Un avviso di accertamento fiscale può essere motivato facendo riferimento a un altro atto, come un verbale della Guardia di Finanza?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la motivazione ‘per relationem’ è legittima quando l’atto richiamato, come un processo verbale di constatazione, è già conosciuto dal contribuente o è allegato all’avviso stesso, garantendo così il pieno esercizio del diritto di difesa.

Quando una ONLUS che svolge anche attività commerciale è obbligata a tenere la contabilità ordinaria?
L’obbligo scatta quando i ricavi derivanti dalle sole attività commerciali, conseguiti nell’anno d’imposta precedente, superano la soglia massima stabilita dalla legge (nel caso esaminato, pari a 309.874,14 euro).

Cosa deve fare il giudice tributario se ritiene che l’avviso di accertamento sia sufficientemente motivato?
Il giudice non può fermarsi a una valutazione formale, ma deve procedere all’esame del merito della controversia. Deve quindi valutare le prove presentate dalle parti per stabilire se la pretesa dell’Amministrazione Finanziaria è fondata, ad esempio verificando se le operazioni contestate hanno effettivamente natura commerciale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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