LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Onere della prova redditometro: redditi passati non bastano

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20486/2025, ha stabilito che per contestare un accertamento basato sul redditometro, non è sufficiente per il contribuente dimostrare di aver percepito redditi in passato. È necessario adempiere a un preciso onere della prova redditometro, documentando che tali somme fossero ancora disponibili e siano state utilizzate per coprire le spese nell’anno di imposta contestato. La mera affermazione di possedere risparmi pregressi, senza prove concrete sulla loro permanenza, non è sufficiente a superare la presunzione dell’amministrazione finanziaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Onere della prova redditometro: i redditi passati non bastano a giustificare le spese

L’accertamento sintetico tramite redditometro rappresenta uno degli strumenti più incisivi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per contrastare l’evasione fiscale. Tuttavia, la difesa del contribuente pone questioni complesse, specialmente riguardo all’onere della prova redditometro. Con la recente ordinanza n. 20486/2025, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: non basta affermare di aver utilizzato redditi pregressi per giustificare una maggiore capacità di spesa; occorre dimostrarlo con prove documentali precise e circostanziate.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate rettificava il reddito di un contribuente per l’anno d’imposta 2008, portandolo da circa 46.000 euro a oltre 79.000 euro. La rettifica si basava sul metodo sintetico, evidenziando una serie di “indici di capacità contributiva” che apparivano sproporzionati rispetto al reddito dichiarato. Tra questi, il possesso di un’autovettura sportiva di lusso, un altro veicolo, un’abitazione principale di 163 mq e una secondaria di 100 mq, oltre a due contratti di mutuo.

Il contribuente si era difeso sostenendo di aver coperto tali spese grazie a cospicui redditi percepiti negli anni precedenti. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano accolto la tesi del contribuente, ritenendo sufficiente la dimostrazione di aver accumulato risparmi in un arco temporale di dieci anni per giustificare il tenore di vita nell’anno contestato. L’Agenzia delle Entrate, ritenendo errata tale valutazione, ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale e rinviando la causa per un nuovo esame. I giudici di legittimità hanno ritenuto che i giudici di merito avessero applicato in modo errato i principi normativi e giurisprudenziali in materia di onere della prova nell’ambito dell’accertamento sintetico.

Le Motivazioni della Sentenza e l’Onere della Prova Redditometro

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 38 del D.P.R. 600/1973. La Corte ha chiarito che il redditometro introduce una presunzione legale relativa: una volta che l’Ufficio dimostra l’esistenza di fatti-indice (come il possesso di beni di lusso), spetta al contribuente fornire la prova contraria. L’onere della prova redditometro a carico del cittadino è particolarmente rigoroso.

Non è sufficiente, secondo la Corte, dimostrare la mera disponibilità di ulteriori redditi in anni passati. Il contribuente deve fornire una “prova documentale su circostanze sintomatiche del fatto che ciò sia accaduto o sia potuto accadere”. Questo significa che deve provare, con documenti certi come gli estratti dei conti correnti bancari, due elementi fondamentali:

1. L’entità dei redditi pregressi.
2. La durata del loro possesso, ovvero la prova che tali somme fossero ancora nella sua disponibilità nell’anno d’imposta oggetto di accertamento e che siano state effettivamente impiegate per sostenere le spese contestate.

La decisione della Commissione Regionale è stata censurata proprio perché si era accontentata della mera asserzione della sussistenza di redditi risalenti, senza alcuna indagine sulla loro effettiva permanenza e utilizzo nell’anno contestato. Questo, secondo la Cassazione, contrasta con la consolidata giurisprudenza che impone al contribuente un onere probatorio specifico e non generico.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale molto chiaro e fornisce indicazioni operative preziose per i contribuenti e i professionisti. Chiunque si trovi a fronteggiare un accertamento da redditometro non può limitarsi a invocare genericamente risparmi o redditi accumulati nel tempo. È indispensabile conservare e, al momento opportuno, produrre una documentazione dettagliata (estratti conto, atti di disposizione, etc.) che possa tracciare il flusso finanziario e dimostrare in modo inequivocabile che le maggiori spese contestate sono state sostenute con fondi la cui disponibilità nell’anno di riferimento è provata.

In assenza di tale prova documentale, la presunzione di maggior reddito su cui si fonda l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate rimane valida, con tutte le conseguenze fiscali del caso. La decisione sottolinea, ancora una volta, l’importanza di una gestione documentale attenta e precisa della propria situazione patrimoniale e finanziaria.

È sufficiente dimostrare di aver percepito redditi in anni precedenti per giustificare un maggior reddito accertato con il redditometro?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è sufficiente la mera asserzione della sussistenza di redditi risalenti. È necessario fornire una prova documentale che attesti la loro permanenza nel patrimonio del contribuente nell’anno di imposta contestato.

Quale tipo di prova deve fornire il contribuente per contestare un accertamento basato sul redditometro?
Il contribuente deve fornire una prova documentale, come ad esempio gli estratti dei conti correnti bancari, idonea a dimostrare non solo l’entità di eventuali ulteriori redditi, ma anche la durata del loro possesso e, di conseguenza, la loro effettiva disponibilità per coprire le spese che hanno generato l’accertamento.

Cosa accade se il contribuente non adempie correttamente all’onere della prova?
Se il contribuente non fornisce una prova contraria adeguata e documentata, la presunzione legale su cui si basa l’accertamento sintetico dell’Agenzia delle Entrate resta valida. Di conseguenza, l’accertamento viene considerato legittimo e il maggior reddito presunto viene tassato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati