LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Onere della prova: frode carosello e IVA, la Cassazione

La Cassazione chiarisce l’onere della prova in caso di frode IVA. Non serve la ‘consapevolezza’ del contribuente, basta la ‘conoscibilità’ della frode. L’Agenzia Fiscale deve provare che il contribuente, con ordinaria diligenza, avrebbe dovuto sapere di partecipare a un’operazione illecita. Sentenza d’appello annullata con rinvio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Onere della Prova e Frodi IVA: La Cassazione Chiarisce la ‘Conoscibilità’

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è intervenuta per fare chiarezza su un tema cruciale del diritto tributario: l’onere della prova in caso di operazioni soggettivamente inesistenti, tipicamente inserite in complesse frodi carosello. La decisione sottolinea una distinzione fondamentale tra la ‘consapevolezza’ e la ‘conoscibilità’ della frode da parte del contribuente, abbassando di fatto la soglia probatoria richiesta all’Amministrazione Finanziaria.

Il Contesto: Una Controversia su Operazioni Inesistenti

Il caso trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia Fiscale nei confronti di una società operante nel settore della telefonia. L’amministrazione contestava l’indebita detrazione dell’IVA e la deduzione di costi relativi ad acquisti di prodotti di telefonia, qualificando le operazioni come soggettivamente inesistenti. Secondo l’accusa, la società si era inserita, consapevolmente o meno, in una frode carosello.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione alla società contribuente. I giudici di merito avevano ritenuto che l’Agenzia Fiscale non avesse fornito la prova di una ‘partecipazione consapevole’ della società alla frode. Di conseguenza, l’avviso di accertamento era stato annullato, ritenendo non sufficientemente provato l’elemento soggettivo del contribuente.

L’Onere della Prova secondo la Cassazione

L’Agenzia Fiscale ha impugnato la decisione di secondo grado dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso, ribaltando l’interpretazione dei giudici di merito. La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire e consolidare i principi che regolano l’onere della prova in queste fattispecie.

Dalla ‘Consapevolezza’ alla ‘Conoscibilità’

Il punto centrale della decisione è che, per contestare la detrazione IVA e la deducibilità dei costi, l’Amministrazione Finanziaria non è tenuta a dimostrare la piena e consapevole partecipazione del contribuente al disegno fraudolento. È invece sufficiente provare che il contribuente, utilizzando l’ordinaria diligenza richiesta a un operatore professionale, avrebbe dovuto sapere che l’operazione si inseriva in un contesto di evasione fiscale. Questo sposta il focus dalla prova di un dolo specifico (la consapevolezza) alla prova di una colpa (la negligenza nel non aver riconosciuto gli indizi della frode).

Il Ruolo delle Presunzioni

La Corte ha specificato che tale prova può essere fornita dall’Amministrazione anche attraverso presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti. Elementi oggettivi come le condizioni anomale della transazione, prezzi fuori mercato o la natura dei partner commerciali possono costituire indizi sufficienti. Una volta che l’Ufficio ha fornito questo quadro probatorio, spetta al contribuente dimostrare il contrario, provando di aver adottato la massima diligenza per accertare la regolarità dell’operazione e la buona fede del proprio fornitore.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello perché il giudice di secondo grado ha commesso un errore di diritto nel valutare l’onere della prova. Ha erroneamente richiesto all’Agenzia Fiscale la prova della ‘compartecipazione consapevole’ della società alla frode, un requisito più stringente di quello richiesto dalla giurisprudenza consolidata, sia nazionale che europea. Secondo i giudici di legittimità, il criterio corretto è quello della ‘conoscibilità’: l’Amministrazione deve dimostrare che il contribuente era a conoscenza della frode o che avrebbe dovuto esserlo usando la normale diligenza professionale. Poiché il giudice d’appello ha applicato un principio di diritto errato, la sua valutazione delle prove è risultata viziata in partenza. Pertanto, la sentenza è stata annullata con rinvio, affinché un’altra sezione della Corte di Giustizia Tributaria riesamini il caso applicando il corretto standard probatorio.

le conclusioni

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per le imprese. Si rafforza il principio secondo cui la mera regolarità formale delle fatture e dei pagamenti non è una difesa sufficiente contro le accuse di coinvolgimento in frodi IVA. Le aziende devono adottare un approccio proattivo, implementando procedure di due diligence sui propri partner commerciali per verificare la loro affidabilità e la coerenza delle operazioni. Ignorare i ‘campanelli d’allarme’ può costare caro, poiché la negligenza viene equiparata, ai fini fiscali, alla partecipazione attiva all’illecito. La decisione impone quindi agli operatori economici un dovere di vigilanza rafforzato per non essere considerati complici, anche solo per colpa, di meccanismi fraudolenti.

In una frode IVA, cosa deve provare l’Amministrazione Finanziaria a carico del contribuente?
L’Amministrazione deve provare, anche tramite presunzioni basate su elementi oggettivi, che il contribuente sapeva o avrebbe dovuto sapere, usando l’ordinaria diligenza professionale, che l’operazione faceva parte di un’evasione d’imposta.

È sufficiente che un contribuente dimostri la regolarità formale dei pagamenti e della contabilità per escludere il suo coinvolgimento in una frode?
No, la regolarità formale della contabilità e dei pagamenti non è sufficiente. Il contribuente deve fornire la prova contraria di aver adoperato la massima diligenza esigibile da un operatore accorto per non essere coinvolto nell’evasione.

Qual è la differenza tra ‘consapevolezza’ e ‘conoscibilità’ della frode ai fini della prova?
La ‘consapevolezza’ implica una prova di partecipazione attiva e cosciente alla frode. La ‘conoscibilità’, invece, è uno standard meno stringente: è sufficiente dimostrare che il contribuente, date le circostanze e la sua professionalità, avrebbe potuto e dovuto accorgersi dell’illecito usando l’ordinaria diligenza. La Cassazione ha stabilito che la ‘conoscibilità’ è il corretto criterio di valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati