LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Onere della prova esenzione IMU: la Cassazione decide

Una congregazione religiosa ha impugnato un avviso di accertamento IMU. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che l’onere della prova per l’esenzione IMU spetta interamente al contribuente. La Corte ha chiarito che l’atto impositivo è valido se indica i dati catastali e le norme di riferimento, senza dover motivare l’esclusione di ogni possibile esenzione. Il contribuente deve dimostrare l’uso esclusivo e non commerciale dell’immobile per beneficiare dell’agevolazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Onere della prova esenzione IMU: la Cassazione chiarisce i doveri del contribuente

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per gli enti non commerciali: l’onere della prova esenzione IMU. La decisione ribadisce principi consolidati, sottolineando che spetta esclusivamente al contribuente che richiede l’agevolazione dimostrare la sussistenza di tutti i requisiti previsti dalla legge. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: La Controversia sull’IMU di una Congregazione Religiosa

Una congregazione religiosa si è vista notificare da un Comune un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2012 per due unità immobiliari e un terreno. L’ente, ritenendo di avere diritto all’esenzione prevista per gli immobili destinati a finalità istituzionali non commerciali, ha impugnato l’atto impositivo.

La Commissione Tributaria Regionale aveva parzialmente accolto l’appello della congregazione. Per alcuni immobili, infatti, è stata riconosciuta l’esenzione sulla base di una precedente sentenza passata in giudicato. Tuttavia, per altri fabbricati, i giudici di secondo grado hanno confermato la pretesa del Comune, evidenziando che l’ente non aveva fornito alcuna prova idonea a dimostrare lo svolgimento esclusivo di attività non commerciali, come quelle di culto, educazione o didattica a titolo gratuito o con corrispettivi simbolici.

Il Ricorso in Cassazione e l’onere della prova esenzione IMU

L’ente religioso ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un presunto difetto di motivazione dell’avviso di accertamento originario. Secondo la tesi difensiva, il Comune avrebbe dovuto specificare nell’atto le ragioni per cui non riteneva applicabile l’esenzione. La difesa sosteneva che tali ragioni erano emerse solo nelle controdeduzioni depositate in primo grado, configurando un’integrazione postuma e illegittima della motivazione.

La questione centrale portata all’attenzione della Suprema Corte riguardava quindi i confini dell’obbligo di motivazione dell’ente impositore e, di riflesso, la corretta ripartizione dell’onere della prova esenzione IMU tra amministrazione e contribuente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato, rigettandolo. Le motivazioni della decisione si basano su due pilastri fondamentali della giurisprudenza tributaria.

In primo luogo, la Corte ha chiarito cosa si intende per ‘sufficiente motivazione’ di un atto impositivo. Secondo gli Ermellini, l’obbligo motivazionale è adempiuto quando l’atto consente al contribuente di conoscere la pretesa tributaria nei suoi elementi essenziali. È sufficiente che l’avviso indichi i dati catastali degli immobili, le norme applicate e l’imposta richiesta. Non è invece necessario che l’ente impositore anticipi e confuti tutte le possibili cause di esenzione o esclusione. L’atto non deve contenere una motivazione sul ‘mancato riconoscimento’ di un’agevolazione, poiché è compito del contribuente chiederla e provarne i presupposti.

In secondo luogo, e questo è il punto cruciale, la Cassazione ha ribadito con forza il principio secondo cui l’onere della prova esenzione IMU grava interamente sul contribuente. Chi intende beneficiare di un regime fiscale agevolato ha il dovere di dedurre e dimostrare in concreto la sussistenza di tutti i requisiti richiesti dalla norma. Nel caso specifico, l’ente avrebbe dovuto provare che negli immobili contestati si svolgevano esclusivamente attività con modalità non commerciali. La semplice presentazione di un bilancio da cui emergevano entrate significative, secondo la Corte, non solo non provava il requisito, ma addirittura suggeriva lo svolgimento di un’attività commerciale.

Le Conclusioni

La decisione in commento conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato e fornisce indicazioni operative preziose per gli enti non commerciali. L’esenzione dall’IMU non è automatica ma è subordinata a una rigorosa dimostrazione da parte del soggetto che la invoca. Non basta essere un ente non commerciale per ottenere l’esenzione su tutti i propri immobili; è necessario provare, per ciascuno di essi, la destinazione esclusiva ad attività meritevoli e svolte senza scopo di lucro. La sentenza sottolinea l’importanza di una documentazione contabile e amministrativa chiara e dettagliata, capace di attestare in modo inequivocabile la natura non commerciale delle attività svolte, al fine di superare con successo l’onere della prova richiesto dalla legge.

Chi deve dimostrare il diritto all’esenzione IMU per un immobile di un ente non commerciale?
L’onere di provare la sussistenza dei presupposti per beneficiare dell’esenzione IMU spetta interamente al contribuente. È l’ente non commerciale che deve dimostrare attivamente che l’immobile è utilizzato esclusivamente per attività istituzionali con modalità non commerciali.

Cosa deve contenere un avviso di accertamento IMU per essere considerato sufficientemente motivato?
Secondo la Corte di Cassazione, un avviso di accertamento è sufficientemente motivato se indica i dati catastali degli immobili oggetto di tassazione e i riferimenti normativi che giustificano l’applicazione dell’imposta. Non è necessario che l’ente impositore spieghi preventivamente perché non si applica un’eventuale esenzione.

Per ottenere l’esenzione IMU, è sufficiente che l’ente proprietario sia non commerciale?
No, non è sufficiente. La legge richiede una duplice condizione: un requisito soggettivo (l’ente possessore non deve essere commerciale) e un requisito oggettivo (l’utilizzazione diretta degli immobili per attività istituzionali e la loro esclusiva destinazione ad attività svolte con modalità non commerciali). Entrambi i requisiti devono essere provati dal contribuente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati