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Onere della prova: Cassazione e benefici fiscali

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che riconosceva benefici fiscali a un contribuente, riaffermando il principio che l’onere della prova per dimostrare la sussistenza dei requisiti, inclusi quelli del regolamento ‘de minimis’, spetta esclusivamente al richiedente. La decisione sottolinea che il giudice di merito deve verificare attivamente tali presupposti.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Onere della Prova nei Benefici Fiscali: La Cassazione Chiarisce

Quando si richiedono agevolazioni fiscali, chi deve dimostrare di averne diritto? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Num. 2353/2025) offre una risposta netta, ribadendo un principio fondamentale del diritto tributario: l’onere della prova spetta interamente al contribuente. Questa decisione fornisce importanti indicazioni per chiunque intenda accedere a benefici statali, specialmente quando sono coinvolte normative europee come il regolamento ‘de minimis’.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una richiesta di benefici fiscali avanzata dagli eredi di un’imprenditrice a seguito degli eventi sismici e vulcanici che avevano colpito la provincia di Catania nel 2002. La Commissione Tributaria Regionale della Sicilia aveva inizialmente dato ragione al contribuente, riconoscendo il diritto alle agevolazioni.

Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha impugnato questa decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che il giudice di secondo grado non avesse adeguatamente verificato la sussistenza di tutti i presupposti richiesti dalla legge. In particolare, l’Agenzia contestava che il contribuente non avesse dimostrato di rispettare i limiti imposti dal regolamento europeo sugli aiuti ‘de minimis’, una condizione essenziale per ottenere il beneficio.

La Decisione della Corte e l’Onere della Prova

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, annullando la sentenza precedente e rinviando la causa a un’altra sezione della Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Il cuore della decisione ruota attorno al concetto di onere della prova. I giudici supremi hanno stabilito che la Commissione Tributaria Regionale ha errato nel non esaminare se il contribuente avesse effettivamente fornito la prova del possesso dei requisiti.

La Corte ha sottolineato che non è sufficiente presentare una domanda di agevolazione; è il contribuente che deve dimostrare attivamente e con documentazione adeguata di soddisfare ogni singola condizione prevista dalla normativa. L’Amministrazione Finanziaria non deve provare il contrario; il suo ruolo è quello di verificare le prove fornite dal richiedente.

Le Motivazioni

Nelle sue motivazioni, la Cassazione chiarisce diversi punti cruciali. In primo luogo, la spettanza del beneficio era subordinata alla decisione della Commissione Europea 2016/195, che imponeva il rispetto del regolamento ‘de minimis’. La Corte regionale, secondo i giudici, ha dato per scontato che il contribuente avesse la natura di imprenditore ma ha omesso di verificare la sussistenza degli altri requisiti previsti da tale regolamento. Questo errore procedurale ha reso la sentenza viziata.

Inoltre, la Corte ha respinto l’idea che la prova potesse essere dedotta implicitamente dalla sospensione della cartella esattoriale. Il fatto che una normativa europea (la decisione della CE) sia intervenuta nel corso del giudizio non esime il giudice dal valutarne l’impatto e, di conseguenza, non solleva il contribuente dall’onere della prova circa il rispetto delle sue previsioni. Pertanto, la pronuncia del giudice di merito è stata cassata perché basata su un’analisi incompleta dei fatti e delle prove.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio cardine per tutti i contribuenti, sia persone fisiche che imprese: chi chiede un beneficio deve essere pronto a dimostrarlo. Non si può fare affidamento su presunzioni o su una verifica superficiale da parte degli organi giudicanti. È indispensabile raccogliere e conservare tutta la documentazione necessaria a provare il rispetto di ogni requisito legale, specialmente in contesti complessi come quello degli aiuti di Stato. La decisione serve da monito: la mancanza di prove concrete può portare alla perdita di agevolazioni altrimenti legittime, anche dopo una prima vittoria in tribunale.

Su chi ricade l’onere di provare i requisiti per un beneficio fiscale?
Secondo la Corte di Cassazione, l’onere della prova per dimostrare la sussistenza di tutti i requisiti necessari per ottenere un beneficio fiscale ricade interamente sul contribuente che lo richiede.

Cosa succede se un tribunale non verifica adeguatamente la sussistenza dei requisiti per un’agevolazione?
Se un tribunale non esamina e verifica che il contribuente abbia provato la sussistenza dei presupposti per l’agevolazione, la sua sentenza è viziata e può essere annullata (cassata) dalla Corte di Cassazione con rinvio ad un altro giudice.

L’introduzione di una nuova normativa durante un processo influisce sull’onere della prova?
Sì. Anche se una normativa, come una decisione della Commissione Europea, interviene a giudizio già iniziato, il contribuente è comunque tenuto a dimostrare di rispettare i requisiti da essa previsti per ottenere il beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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