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Omessa presentazione merci: le sanzioni doganali

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’omessa presentazione merci vincolate al regime di transito presso la dogana di destinazione costituisce una violazione sostanziale e non un mero errore formale. Questa mancanza impedisce l’esercizio dei poteri di controllo doganale, una funzione essenziale. Di conseguenza, non è applicabile la sanzione più lieve, anche se l’operatore dimostra a posteriori che le merci hanno lasciato il territorio dell’Unione e che non vi è stato danno per l’erario. La sentenza ha annullato la decisione della corte di merito, che aveva ridotto la sanzione, e ha rinviato il caso per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Omessa Presentazione Merci in Dogana: Non è un Semplice Errore

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale in materia di diritto doganale: l’omessa presentazione merci presso l’ufficio di destinazione non è una semplice svista formale, ma una violazione sostanziale che compromette la funzione di controllo dell’amministrazione. Questo principio ha importanti implicazioni per tutte le aziende che operano nel settore della logistica e delle spedizioni internazionali.

I Fatti del Caso: Una Spedizione Internazionale Sotto Esame

Una società di logistica era stata incaricata di gestire una spedizione di merci non comunitarie soggette al regime di transito esterno. Le merci, arrivate al porto di Genova, dovevano essere presentate all’ufficio doganale locale per il cosiddetto ‘allibramento’, ovvero la chiusura dell’operazione di transito. Invece, i beni sono stati direttamente imbarcati su una nave diretta in Canada, omettendo questo passaggio cruciale.

Successivamente, la società ha richiesto un allibramento postumo, dimostrando attraverso la documentazione del paese di destinazione che le merci erano state regolarmente esportate e introdotte in Canada. Nonostante ciò, l’Agenzia Fiscale ha irrogato una sanzione di oltre 8.000 Euro, ritenendo violato l’obbligo di presentazione.

La Decisione dei Giudici di Merito

In un primo momento, la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione alla società, derubricando la violazione a un ‘mero errore’ che non aveva causato danni all’erario. Secondo i giudici di merito, poiché era stato provato che le merci avevano lasciato il territorio comunitario, la sanzione doveva essere ridotta al minimo edittale di 258 Euro, previsto per violazioni meno gravi.

L’Omessa Presentazione Merci e l’Analisi della Cassazione

L’Agenzia Fiscale ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che l’omessa presentazione merci costituisce una violazione grave, disciplinata dall’art. 305 del Testo Unico delle Leggi Doganali (T.U.L.D.). La Suprema Corte ha accolto questa tesi.

I giudici hanno chiarito che l’obbligo di presentare fisicamente le merci all’ufficio doganale di destinazione non è una mera formalità. Al contrario, è un’attività fondamentale che permette all’autorità doganale di esercitare i propri poteri di controllo, verificando la quantità, la qualità e la natura dei beni in transito. Sottrarsi a questo controllo, anche se senza l’intento di evadere i dazi, mina alla base la sicurezza e l’efficacia del sistema doganale.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha sottolineato che la funzione di controllo doganale è prodromica e insostituibile. La presentazione della documentazione a posteriori (ex post), per quanto utile a dimostrare l’effettiva destinazione dei beni, non può surrogare la verifica diretta che l’ufficio doganale avrebbe dovuto effettuare. Ritenere il contrario significherebbe rendere facoltativo un obbligo imperativo, relegandolo a una formalità superabile con una semplice prova documentale successiva.

La violazione, pertanto, non risiede nel mancato pagamento dei dazi (che in questo caso non erano dovuti, trattandosi di esportazione), ma nella sottrazione della merce al controllo previsto dalla legge. Per questo motivo, la norma applicabile è l’art. 305 T.U.L.D., che sanziona specificamente questa condotta, e non le norme relative a semplici ritardi o errori procedurali sanabili.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado per una nuova valutazione. Il principio affermato è chiaro: l’omessa presentazione merci è una violazione sostanziale che deve essere sanzionata adeguatamente, poiché lede l’interesse pubblico al corretto funzionamento dei controlli doganali. La sentenza rappresenta un monito per gli operatori del settore a rispettare scrupolosamente tutte le fasi del regime di transito, consapevoli che la mancata presentazione fisica dei beni non può essere sanata a posteriori senza conseguenze.

La mancata presentazione fisica delle merci in dogana può essere considerata un semplice errore formale?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che si tratta di una violazione sostanziale, perché impedisce l’esercizio dei poteri di controllo da parte dell’ufficio doganale di destinazione, che è una funzione fondamentale del regime di transito.

Se si dimostra che le merci hanno lasciato il territorio dell’UE e non c’è stato un danno per l’erario, la sanzione per l’omessa presentazione merci viene annullata?
No. La sanzione prevista dall’art. 305 T.U.L.D. punisce la sottrazione delle merci al controllo doganale, a prescindere dal fatto che sia sorta un’obbligazione tributaria o che sia stato causato un danno economico. La presentazione di documentazione ex post non sana la violazione.

Qual è la differenza tra la sanzione dell’art. 305 T.U.L.D. e quella dell’art. 318 T.U.L.D. nel contesto di questo caso?
L’art. 305 T.U.L.D. si applica all’omessa presentazione di merci vincolate al regime di transito, considerata una violazione grave. L’art. 318 T.U.L.D., applicato erroneamente dalla corte di merito, riguarda l’ipotesi meno grave di chi, non presentando la merce, ne richiede l’immissione in libera pratica, configurando un mero ritardo sanabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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