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Omessa dichiarazione e decadenza: il CUD non basta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31320/2024, ha chiarito che in caso di omessa dichiarazione dei redditi, la presentazione del CUD da parte del datore di lavoro non è sufficiente a far scattare il termine di decadenza breve per l’accertamento fiscale. Se il contribuente ha altri redditi oltre a quello da lavoro dipendente, l’omessa dichiarazione comporta l’applicazione del termine più lungo di cinque anni, a prescindere dalla conoscenza della sua posizione da parte dell’Amministrazione finanziaria tramite il CUD.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Omessa Dichiarazione e CUD: La Cassazione Chiarisce i Termini di Decadenza

La presentazione del CUD da parte del datore di lavoro può salvare un contribuente dall’accertamento fiscale in caso di omessa dichiarazione? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito una risposta netta, stabilendo un principio fondamentale sui termini di decadenza del potere di accertamento dell’Agenzia delle Entrate. La decisione sottolinea una distinzione cruciale tra la certificazione dei redditi da parte del sostituto d’imposta e l’obbligo personale del contribuente di presentare la propria dichiarazione dei redditi.

Il Caso: Accertamento Sintetico e Opposizione del Contribuente

Un contribuente riceveva due avvisi di accertamento IRPEF per gli anni 2007 e 2008. L’Agenzia delle Entrate, tramite un accertamento sintetico basato su elementi indicativi di capacità contributiva (disponibilità di beni e servizi), aveva rideterminato un reddito maggiore rispetto a quello risultante. Il contribuente impugnava gli avvisi, ottenendo ragione sia in primo grado (Commissione Tributaria Provinciale) che in secondo grado (Commissione Tributaria Regionale). I giudici di merito avevano ritenuto che il potere dell’Ufficio di procedere all’accertamento fosse decaduto. La loro tesi si fondava sull’equiparazione del CUD, trasmesso dal datore di lavoro, alla presentazione di una dichiarazione, facendo così decorrere il termine di decadenza più breve.

La Questione Giuridica e i Termini di Decadenza per l’Omessa Dichiarazione

Insoddisfatta della decisione, l’Agenzia delle Entrate proponeva ricorso per cassazione, sollevando un punto di diritto cruciale: il CUD può sostituire la dichiarazione dei redditi ai fini del calcolo dei termini di decadenza? Secondo l’art. 43 del d.P.R. n. 600/1973 (nella versione applicabile ai fatti), i termini per la notifica degli avvisi di accertamento sono diversi:

1. In caso di dichiarazione presentata: entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di presentazione.
2. In caso di omessa dichiarazione: entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata.

La CTR aveva erroneamente applicato il termine breve, considerando il CUD come un atto equipollente alla dichiarazione. L’Agenzia, al contrario, sosteneva che, avendo il contribuente percepito redditi ulteriori a quelli da lavoro dipendente, era tenuto alla presentazione della dichiarazione. La sua inerzia configurava, quindi, un’ipotesi di omessa dichiarazione.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza impugnata. I giudici hanno chiarito che la decisione della CTR non è conforme ai principi di diritto. Il CUD è un documento redatto dal sostituto d’imposta che certifica i redditi erogati, ma non assolve l’obbligo dichiarativo personale del contribuente. Quest’obbligo sussiste ogniqualvolta il contribuente possieda redditi ulteriori rispetto a quelli da lavoro dipendente che lo esonererebbero. La percezione di altri redditi, infatti, fa venir meno l’esonero dalla presentazione della dichiarazione.

La Corte ha ribadito che la conoscenza della posizione del contribuente da parte dell’Amministrazione finanziaria, tramite l’invio del CUD, è irrilevante. Ciò che conta è l’adempimento dell’obbligo dichiarativo. L’omessa dichiarazione fa scattare inesorabilmente il termine di decadenza più lungo, ovvero quello quinquennale. Pertanto, assimilare il CUD a una dichiarazione presentata è un error in iudicando che viola l’art. 43 del d.P.R. n. 600/1973. Il fatto che il contribuente non sia un “perfetto sconosciuto” per il Fisco non modifica la natura dell’inadempimento e le sue conseguenze legali.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza pratica. I contribuenti, in particolare i lavoratori dipendenti che percepiscono anche altri redditi (immobiliari, di capitale, ecc.), non possono fare affidamento sul solo CUD per considerarsi in regola con gli obblighi fiscali. L’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi è personale e la sua omissione espone il contribuente al rischio di un accertamento fiscale per un periodo di tempo più esteso. La decisione serve da monito: la certificazione del datore di lavoro non è uno scudo contro le conseguenze di una omessa dichiarazione.

La presentazione del CUD da parte del datore di lavoro sostituisce l’obbligo del contribuente di presentare la dichiarazione dei redditi?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il CUD è un adempimento del sostituto d’imposta e non assolve l’obbligo dichiarativo personale del contribuente, specialmente se quest’ultimo possiede altri redditi oltre a quello da lavoro dipendente.

Quale termine di decadenza si applica per l’accertamento fiscale in caso di omessa dichiarazione, anche se il Fisco ha ricevuto il CUD?
Si applica il termine più lungo, previsto per i casi di omessa dichiarazione. La legge stabilisce che l’avviso di accertamento deve essere notificato, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata.

Avere un reddito da lavoro dipendente certificato dal CUD esonera dalla presentazione della dichiarazione se si possiedono altri redditi?
No. La percezione di redditi ulteriori rispetto a quelli da lavoro dipendente (che da soli potrebbero rientrare nei casi di esonero) fa sorgere l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi per indicare tutti i redditi posseduti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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