LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Obbligo dichiarazione ICI: quando non è soppresso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19826/2025, ha stabilito che l’obbligo di dichiarazione ICI non è venuto meno per le situazioni fiscalmente rilevanti, come un leasing immobiliare, che non sono direttamente conoscibili dal Comune tramite i dati catastali telematici. Anche dopo la soppressione generale del 2007, se i dati essenziali non sono presenti nelle certificazioni catastali, il contribuente deve presentare la dichiarazione. La Corte ha quindi annullato la sentenza di merito che aveva esonerato una società immobiliare da tale obbligo, affermando che la semplice menzione del leasing in un atto di compravendita non è sufficiente a informare l’ente impositore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Obbligo Dichiarazione ICI: La Cassazione Chiarisce i Limiti della Soppressione

L’introduzione dei sistemi telematici ha semplificato molti adempimenti fiscali, portando alla soppressione di diversi obblighi di comunicazione per i contribuenti. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda che questa semplificazione non è assoluta. In particolare, l’obbligo dichiarazione ICI (e per estensione, IMU) non è sempre eliminato, specialmente in presenza di situazioni complesse come un contratto di leasing immobiliare non direttamente risultante dai dati catastali. Analizziamo la decisione per capire quando il contribuente è ancora tenuto a presentare la dichiarazione.

I Fatti del Caso: Un Leasing Immobiliare “Nascosto”

Un Comune notificava a una società immobiliare due avvisi di accertamento per omesso versamento dell’ICI relativo agli anni 2009 e 2010, contestando anche l’omessa denuncia e applicando le relative sanzioni. La società, utilizzatrice di un immobile in leasing, impugnava gli atti sostenendo che, a partire dal 2007, l’obbligo di presentare la dichiarazione ICI era stato soppresso. A suo avviso, il Comune avrebbe dovuto essere a conoscenza della situazione, dato che il contratto di leasing era menzionato nell’atto di compravendita dell’immobile, regolarmente registrato.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale accoglievano le ragioni della società, annullando gli accertamenti. I giudici di merito ritenevano che l’obbligo dichiarativo fosse venuto meno e che, di conseguenza, l’accertamento per il 2009 fosse anche tardivo (decaduto).

La Valutazione sull’Obbligo Dichiarazione ICI e i Dati Telematici

Il Comune ricorreva in Cassazione, sostenendo che l’interpretazione dei giudici di merito fosse errata. Il punto cruciale della controversia verteva sull’effettiva portata della soppressione dell’obbligo dichiarazione ICI. La normativa (in particolare l’art. 37, comma 53, del D.L. 223/2006) ha effettivamente eliminato tale onere, ma ha lasciato delle eccezioni. L’obbligo permane “nei casi in cui gli elementi rilevanti ai fini dell’imposta dipendano da atti per i quali non sono applicabili le procedure telematiche” di comunicazione automatica tra notai e catasto (il cosiddetto Modello Unico Informatico – MUI).

Nel caso specifico, l’atto oggetto di registrazione telematica era la compravendita dell’immobile tra il precedente proprietario e la società di leasing. Il contratto di leasing con la società utilizzatrice, invece, pur essendo menzionato nell’atto, non era di per sé oggetto di trascrizione o di una comunicazione telematica tale da rendere automaticamente edotti gli uffici comunali su chi fosse il soggetto passivo dell’imposta (ovvero l’utilizzatore del leasing).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Comune, cassando la sentenza impugnata. I giudici hanno chiarito che la soppressione dell’obbligo dichiarativo riguarda primariamente le unità immobiliari e i dati la cui pubblicità catastale viene resa direttamente accessibile agli Enti locali. Quando, invece, la determinazione del soggetto passivo o di altri elementi fiscali dipende da fatti non rinvenibili a livello catastale, l’obbligo di dichiarazione rimane in vigore.

La Corte ha sottolineato che la semplice “enunciazione” o menzione del contratto di leasing in un altro atto non equivale a una conoscenza ufficiale per l’Ente impositore e non può sostituire la prescritta dichiarazione. L’amministrazione non può essere onerata di un’attività di indagine per desumere da atti di terzi le informazioni necessarie alla liquidazione del tributo. Di conseguenza, la società utilizzatrice avrebbe dovuto presentare la dichiarazione ICI per comunicare la sua soggettività passiva.

Stante la persistenza dell’obbligo, la Corte ha anche rivisto la questione della decadenza. In caso di omessa dichiarazione, il termine di cinque anni per la notifica dell’accertamento decorre dalla fine dell’anno successivo a quello in cui la dichiarazione doveva essere presentata. Pertanto, l’accertamento per l’anno 2009, notificato a dicembre 2015, è stato ritenuto tempestivo. Infine, la sussistenza dell’obbligo ha reso potenzialmente legittima l’applicazione delle sanzioni per omessa denuncia.

Le Conclusioni: Implicazioni per Contribuenti e Comuni

Questa ordinanza offre un importante monito per i contribuenti: non si può dare per scontata la soppressione totale degli obblighi dichiarativi in materia di imposte immobiliari. La semplificazione telematica ha dei limiti precisi. Se un atto o una situazione giuridica che modifica la tassazione (come la stipula di un leasing, la riduzione dell’imposta per inagibilità, ecc.) non è oggetto di una specifica procedura di comunicazione automatica al Comune, la responsabilità di informare l’ente impositore ricade ancora sul contribuente attraverso la presentazione della dichiarazione. In assenza di tale adempimento, il contribuente si espone non solo all’accertamento del tributo, ma anche a pesanti sanzioni per omessa denuncia, con termini di decadenza più lunghi a favore dell’amministrazione.

L’obbligo di presentare la dichiarazione ICI è stato completamente soppresso dal 2007?
No, l’obbligo non è stato soppresso per tutte le situazioni. Permane nei casi in cui gli elementi rilevanti per l’imposta dipendano da atti per i quali non sono applicabili le procedure telematiche di comunicazione automatica ai Comuni, come un contratto di leasing immobiliare non trascritto.

La semplice menzione di un contratto di leasing in un atto di compravendita è sufficiente a esonerare il contribuente dalla dichiarazione ICI?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mera conoscenza di fatto o l’enunciazione di un contratto di leasing in un altro atto non è sufficiente. L’esonero dall’obbligo dichiarativo si applica solo quando i dati sono resi ostensibili ai Comuni attraverso la pubblicità catastale e le procedure telematiche ufficiali.

In caso di omessa dichiarazione ICI, da quando decorre il termine di decadenza per l’accertamento del Comune?
In caso di mancata denuncia, il termine quinquennale di decadenza per l’azione di accertamento del Comune inizia a decorrere, per ciascun periodo d’imposta, dall’anno successivo a quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata. L’obbligo di dichiarare, se omesso, si rinnova per ogni annualità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati