Notificazione Ricorso Errata: la Cassazione Sospende il Giudizio e Ordina il Rinnovo
Nel processo, la forma è sostanza. Un principio che trova piena conferma in una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione. Il caso in esame dimostra come un errore nella notificazione del ricorso possa bloccare l’intero iter giudiziario, anche quando le questioni di merito sono di grande rilevanza. La Corte ha infatti sospeso il giudizio sulla prescrizione di un debito tributario per ordinare alla parte ricorrente di notificare nuovamente e correttamente il proprio atto al difensore giusto, a tutela del principio del contraddittorio.
I Fatti del Caso: Dalla Prescrizione all’Errore di Notifica
La vicenda ha origine da un ricorso di un contribuente contro un’intimazione di pagamento di oltre 66.000 euro. In secondo grado, la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione al cittadino, dichiarando prescritto il debito poiché l’ente della riscossione non era in possesso di un titolo giudiziale definitivo che potesse estendere i termini di prescrizione.
L’ente della riscossione, non accettando la decisione, ha presentato ricorso in Cassazione. Tuttavia, nel compiere questo passo cruciale, ha commesso un errore procedurale: ha inviato la notificazione del ricorso al legale che aveva assistito il contribuente solo nel primo grado di giudizio, e non a quello che lo aveva difeso vittoriosamente in appello. Questo errore non è passato inosservato alla Suprema Corte.
La Decisione della Corte: la Centralità di una Corretta Notificazione del Ricorso
Anziché entrare nel merito della complessa questione sulla prescrizione dei crediti erariali, la Corte di Cassazione si è fermata a un livello preliminare, quello procedurale. Ha rilevato d’ufficio il vizio nella notifica e, con un’ordinanza interlocutoria, ha disposto la ‘rinnovazione della notificazione del ricorso’.
In pratica, i giudici hanno ordinato all’ente ricorrente di ripetere la notifica, questa volta indirizzandola al corretto avvocato, entro un termine perentorio di sessanta giorni. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo, in attesa che questo adempimento venga correttamente eseguito. Solo dopo la regolarizzazione del contraddittorio, la Corte potrà procedere con l’esame dei motivi del ricorso.
Le Motivazioni
La motivazione alla base di questa decisione è radicata in uno dei pilastri del nostro sistema processuale: il principio del contraddittorio. Una notifica errata impedisce alla controparte di venire formalmente a conoscenza del ricorso e, di conseguenza, di esercitare il proprio diritto di difesa. Il destinatario dell’atto deve essere messo nelle condizioni di poter rispondere, presentare controdeduzioni e partecipare attivamente al giudizio.
La Corte considera l’errore nella notifica un vizio sanabile. Invece di dichiarare inammissibile il ricorso, un esito che sarebbe stato estremamente penalizzante per il ricorrente, l’ordinamento offre la possibilità di ‘curare’ il difetto. L’ordine di rinnovazione serve proprio a questo: a sanare l’errore e a ristabilire la corretta dialettica processuale tra le parti, garantendo che nessuno venga giudicato senza aver avuto la piena opportunità di difendersi.
Conclusioni
L’ordinanza in commento offre un’importante lezione pratica: la massima attenzione agli aspetti procedurali è fondamentale in ogni fase del contenzioso. Un errore, anche se apparentemente piccolo come l’individuazione del destinatario di una notifica, può avere conseguenze significative, ritardando la definizione del giudizio. La decisione ribadisce che la garanzia del diritto di difesa e il rispetto del contraddittorio sono valori preminenti, che il giudice è tenuto a tutelare prima di poter affrontare qualsiasi questione di merito. Per le parti in causa, questo si traduce nella necessità di una diligenza scrupolosa, mentre per il sistema giudiziario rappresenta la conferma del suo ruolo di garante delle regole del giusto processo.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene notificato all’avvocato sbagliato?
La notificazione è viziata, ma il difetto è considerato sanabile. La Corte di Cassazione non dichiara l’inammissibilità del ricorso ma ordina alla parte ricorrente di ripetere (rinnovare) la notificazione, inviandola al difensore corretto entro un termine stabilito.
Perché la Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria invece di decidere sul merito della prescrizione?
Perché prima di esaminare la sostanza di una controversia, il giudice deve assicurarsi che le regole fondamentali del processo siano state rispettate. La corretta notificazione è essenziale per instaurare il contraddittorio, ovvero per garantire a tutte le parti il diritto di partecipare e difendersi. Senza un contraddittorio validamente costituito, la Corte non può procedere all’esame del merito.
Qual è l’effetto pratico di questa ordinanza per le parti?
L’effetto immediato è la sospensione del procedimento. La parte ricorrente (l’ente della riscossione) ha 60 giorni per sanare il vizio notificando nuovamente l’atto. La controparte (il contribuente), una volta ricevuta la notifica corretta, potrà costituirsi in giudizio per difendere la sentenza a lui favorevole. La decisione finale sulla questione della prescrizione viene quindi posticipata.
Testo del provvedimento
Ordinanza interlocutoria di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 6980 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 5 Num. 6980 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 16/03/2025
ORDINANZA INTERLOCUTORIA
sul ricorso iscritto al n. 13686/2022 R.G. proposto da:
AGENZIA DELLE ENTRATE – RISCOSSIONE
-ricorrente-
contro
NOME
-intimato-
Avverso la SENTENZA della COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE del VENETO n. 1447/2021 depositata il 26/11/2021. Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 14/02/2025 dalla Consigliera NOME COGNOME
Rilevato che:
La Commissione Tributaria Regionale del Veneto ( hinc : CTR), con la sentenza n. 1447/2021 depositata in data 26/11/2021, ha accolto l’appello proposto dal sig. NOME COGNOME contro la sentenza n. 357/2018, con la quale la Commissione Tributaria Provinciale di Venezia aveva respinto il ricorso contro l’intimazione di pagamento dell’agente della riscossione, limitatamente alle pretese di una cartella di Euro 66.508,39, dichiarando inammissibile il ricorso, stante la mancata contestazione degli atti prodromici.
La CTR, richiamando il principio della ragione più liquida, ha ritenuto fondata l’eccezione di prescrizione sollevata dal contribuente, richiamando Cass., Sez. U, 17/11/2016, n. 23397 e Cass. Sez. U 12/06/2018, n. 12259, dovendosi ritenere che le pretese erariali portate dalle cartelle di pagamento, in mancanza di un titolo giudiziale diventato definitivo, fossero prescritte.
Contro la sentenza della CTR l’Agenzia delle Entrate -Riscossione ha proposto ricorso in cassazione con tre motivi.
La parte intimata non si è costituita
…
Considerato che:
In via preliminare deve essere disposta la rinnovazione della notificazione del ricorso in cassazione, poiché notificato all’indirizzo pec de ll’avv. NOME COGNOME difensore in primo grado del ricorrente, mentre dall’intestazione della sentenza impugnata, risulta quale difensore della parte intimata, sig. NOME COGNOME in grado di appello, l’avv. COGNOME
…
P.Q.M.
Rinvia alla causa a nuovo ruolo;
dispone che la parte ricorrente provveda a rinnovare la notificazione del ricorso al legale del sig. NOME COGNOME indicato nell’intestazione della sentenza impugnata , avv. NOME COGNOME entro il termine di giorni sessanta dalla comunicazione del presente provvedimento.
Così deciso in Roma, il 14/02/2025.