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Notifica telematica: valida anche in appello

La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica telematica di un atto di appello in un processo tributario è pienamente valida, anche se il giudizio di primo grado si era svolto con modalità tradizionali cartacee. La sentenza impugnata, che aveva dichiarato inammissibile l’appello dell’Amministrazione Finanziaria per questo motivo, è stata cassata. La Suprema Corte ha chiarito che, nel periodo di transizione verso il processo telematico obbligatorio, la scelta della modalità digitale era una facoltà esercitabile in ogni grado di giudizio, indipendentemente dalla scelta della controparte o dalla modalità usata in precedenza.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Telematica: Sì all’Appello Digitale Anche con Primo Grado Cartaceo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un’importante questione procedurale nel processo tributario, affermando un principio chiave sulla transizione al digitale: la notifica telematica dell’atto di appello è sempre valida, anche se il primo grado di giudizio si è svolto in modalità cartacea. Questa decisione chiarisce la portata della facoltatività nell’adozione degli strumenti telematici, offrendo certezze agli operatori del diritto.

I Fatti del Caso: Dalla Carta al Digitale

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento catastale emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società proprietaria di immobili in un centro commerciale. La società aveva impugnato l’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, instaurando un giudizio con modalità tradizionali, ovvero cartacee. Il ricorso era stato accolto.

Successivamente, l’Agenzia delle Entrate ha proposto appello contro la decisione di primo grado, scegliendo però di effettuare la notifica telematica dell’atto alla società. Quest’ultima, costituendosi in giudizio con un controricorso cartaceo, ha eccepito l’inammissibilità dell’appello, sostenendo l’inesistenza della notifica digitale, dato che il processo era nato in forma cartacea.

La Decisione della Commissione Tributaria Regionale

La Commissione Tributaria Regionale ha accolto l’eccezione della società, dichiarando l’appello dell’Agenzia inammissibile. Secondo i giudici regionali, la scelta iniziale della modalità cartacea avrebbe vincolato le parti a proseguire con le stesse forme anche nel grado di appello. La notifica effettuata con strumento telematico è stata quindi ritenuta ‘inesistente’, portando a una pronuncia di absolutio ab instantia, ovvero una chiusura del processo per motivi procedurali senza entrare nel merito della questione.

L’Analisi della Cassazione sulla Notifica Telematica

L’Agenzia delle Entrate ha impugnato la decisione regionale davanti alla Corte di Cassazione, denunciando la violazione e falsa applicazione delle norme sul processo tributario telematico. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza e rinviando la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado.

Il Principio di Facoltatività del Processo Telematico

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione delle norme che regolavano il passaggio al processo telematico. La Corte ha sottolineato che, nel periodo antecedente all’obbligatorietà, la legge (in particolare l’art. 16-bis del D.Lgs. 546/1992, nella sua versione ratione temporis) configurava l’uso degli strumenti telematici come una facoltà, non un obbligo.

L’Interpretazione Autentica della Norma

Un punto decisivo è stato il richiamo a una norma di interpretazione autentica (art. 16, comma 2, del D.L. 119/2018), la quale ha chiarito definitivamente che le parti potevano utilizzare le modalità telematiche ‘in ogni grado di giudizio’, indipendentemente dalla modalità prescelta dalla controparte o dall’avvenuto svolgimento del giudizio di primo grado con modalità analogiche.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha spiegato che la facoltà di utilizzare la notifica telematica era svincolata dalla modalità con cui il processo era stato avviato. La scelta di una parte non poteva vincolare l’altra, né la modalità del primo grado poteva condizionare quella dell’appello. L’opzione telematica poteva essere esercitata per la prima volta anche in appello, a prescindere da come si era svolto il giudizio precedente. Pertanto, la notifica dell’appello effettuata dall’Agenzia delle Entrate via PEC nel maggio 2017 era perfettamente rituale e valida, anche se l’obbligatorietà del processo telematico nel Lazio sarebbe scattata solo nel dicembre dello stesso anno.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione rafforza il principio del favor digitalis nel processo tributario, proteggendo la scelta della parte che, nel periodo transitorio, ha optato per l’efficienza degli strumenti telematici. La decisione stabilisce che la facoltà di utilizzare la notifica telematica non poteva essere limitata da interpretazioni restrittive. Di conseguenza, l’appello dell’Agenzia era stato erroneamente dichiarato inammissibile e il giudizio dovrà ora proseguire nel merito davanti alla corte di secondo grado.

È valida la notifica telematica dell’appello se il primo grado di giudizio si è svolto in modalità cartacea?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la notifica telematica in appello è pienamente valida e rituale, anche se il giudizio di primo grado è stato instaurato e svolto con atti cartacei.

La scelta di una parte di utilizzare il processo cartaceo vincola anche la controparte a usare la stessa modalità?
No. La normativa, come interpretata dalla Corte, stabilisce che la scelta della modalità processuale (cartacea o telematica) è indipendente per ciascuna parte e in ogni grado di giudizio. La decisione di una parte non vincola l’altra.

L’uso facoltativo della notifica telematica era possibile anche prima che il processo telematico diventasse obbligatorio in una specifica regione?
Sì, la Corte chiarisce che la facoltà di utilizzare gli strumenti telematici era consentita indipendentemente dalle scadenze che hanno reso il processo digitale obbligatorio nelle varie regioni. La notifica effettuata prima di tale scadenza era, quindi, legittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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