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Notifica socio società estinta: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 35153/2024, ha stabilito la piena legittimità della notifica di un avviso di accertamento all’ex socio di una società estinta. A seguito della cancellazione della società dal registro delle imprese, i soci succedono nei debiti tributari. La Corte chiarisce che la quantificazione della responsabilità del singolo socio è una questione che attiene alla successiva fase esecutiva e non invalida la notifica socio società estinta.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica al socio di società estinta: la Cassazione fa chiarezza sulla legittimità

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un tema di grande rilevanza pratica: la validità della notifica socio società estinta di un avviso di accertamento fiscale. La decisione chiarisce che, una volta cancellata una società dal registro delle imprese, l’Agenzia delle Entrate può legittimamente notificare gli atti impositivi direttamente ai suoi ex soci, i quali succedono nei debiti sociali.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata, già posta in liquidazione e successivamente cancellata dal registro delle imprese, era destinataria di un avviso di accertamento per IRES, IRAP e IVA relativo a un’annualità precedente alla sua estinzione. L’atto impositivo, basato sull’utilizzo di fatture per operazioni ritenute inesistenti, era stato notificato a uno degli ex soci.
Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al contribuente, ritenendo illegittima la procedura. In particolare, la Commissione Regionale aveva sostenuto che l’avviso era stato erroneamente intestato a una società non più esistente e notificato al socio senza alcuna specificazione delle ragioni del suo debito personale. L’Agenzia delle Entrate ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La questione della notifica socio società estinta

Il punto centrale del ricorso riguardava l’applicazione dell’articolo 2495 del codice civile, che disciplina gli effetti della cancellazione della società. Secondo l’Agenzia delle Entrate, i giudici di merito avevano errato nel considerare illegittima la notifica all’ex socio, ignorando il fenomeno successorio che si verifica con l’estinzione della società.
La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi dell’amministrazione finanziaria. Ha ribadito un principio ormai consolidato, sancito dalle Sezioni Unite: l’estinzione della società determina un fenomeno successorio sui generis, in cui i soci subentrano nei rapporti debitori e creditori che facevano capo alla società.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che, a seguito dell’estinzione, i soci diventano successori ex lege (per legge) della società. Di conseguenza, l’avviso di accertamento, seppur formalmente intestato alla società estinta, è stato correttamente notificato ai soci in qualità di suoi successori. Essi non sono solo soggetti passivi della notifica (legittimazione passiva), ma sono anche attivamente legittimati a contestare nel merito la pretesa fiscale, agendo in giudizio per far valere l’eventuale illegittimità dell’accertamento.
Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda la critica mossa dai giudici di merito sulla mancata indicazione, nell’atto, delle ragioni di credito specifiche nei confronti del singolo socio. La Cassazione ha chiarito che questa è una questione che non riguarda la validità dell’accertamento, ma attiene esclusivamente alla successiva fase esecutiva. Sarà solo in sede di riscossione coattiva, infatti, che si dovrà determinare l’esatta misura della responsabilità del singolo socio, in base a quanto ricevuto in sede di liquidazione. Pertanto, l’assenza di tale dettaglio nell’avviso di accertamento non ne inficia la validità.

Conclusioni

La sentenza impugnata è stata cassata e il caso è stato rinviato alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame alla luce dei principi enunciati. Questa ordinanza consolida l’orientamento secondo cui la cancellazione di una società non estingue i suoi debiti tributari, ma li trasferisce ai soci. La notifica socio società estinta è una procedura corretta e legittima, e spetta ai soci, in qualità di successori, difendersi nel merito della pretesa fiscale. La definizione della quota di responsabilità di ciascun socio è un problema successivo, da affrontare nella fase di riscossione e non in quella di accertamento.

È legittima la notifica di un avviso di accertamento a un ex socio dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, a seguito dell’estinzione della società si verifica un fenomeno successorio per cui i soci subentrano nei debiti sociali. Pertanto, la notifica dell’atto impositivo all’ex socio è corretta in quanto egli è successore legale dell’ente estinto.

L’ex socio di una società estinta può impugnare un avviso di accertamento intestato alla società?
Sì. I soci non sono solo passivamente legittimati a ricevere la notifica, ma sono anche attivamente legittimati ad agire in giudizio per contestare la validità e il merito dell’accertamento emesso nei confronti della società estinta.

L’avviso di accertamento notificato al socio deve specificare i motivi della sua responsabilità e la sua quota di debito?
No. La Corte ha chiarito che la mancata indicazione delle ragioni di credito specifiche vantate nei confronti del singolo socio non invalida l’avviso di accertamento. Tale questione riguarda la successiva fase esecutiva (riscossione), non la fase di accertamento del debito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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