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Notifica società cancellata: valida per 5 anni

La Corte di Cassazione ha stabilito la piena validità della notifica di un atto fiscale a una società cancellata dal registro delle imprese, se effettuata entro cinque anni dalla cancellazione. In seguito a un avviso di accertamento per costi indeducibili, i soci di una S.a.s. si erano opposti sostenendo l’irregolarità della notifica del questionario prodromico, avvenuta dopo la loro cancellazione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, chiarendo che, ai soli fini fiscali, una norma speciale crea una ‘fictio iuris’ che posticipa l’estinzione della società per un quinquennio. Di conseguenza, la notifica alla società cancellata, indirizzata al suo ultimo rappresentante legale, è da considerarsi pienamente legittima.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica a Società Cancellata: Per il Fisco è Valida per 5 Anni

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per imprenditori e professionisti: cosa succede quando l’Agenzia delle Entrate deve notificare un atto a un’azienda che ha già cessato la propria attività? La questione della notifica a una società cancellata dal registro delle imprese è fonte di continui dubbi, ma la Suprema Corte ha fornito un chiarimento fondamentale, affermando il principio di una ‘sopravvivenza fiscale’ della società per ben cinque anni.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una società in accomandita semplice operante nel settore della moda, la quale aveva ricevuto un avviso di accertamento per l’anno d’imposta 2015. L’Amministrazione Finanziaria contestava l’utilizzo di costi derivanti da operazioni ritenute oggettivamente inesistenti. L’accertamento era scaturito dalla mancata risposta a un questionario inviato per documentare i rapporti commerciali con un fornitore sospettato di emettere fatture fittizie.

Il punto chiave della difesa della società e dei suoi soci era che il questionario era stato notificato nel 2019, mentre la società era stata cancellata dal registro delle imprese già nel 2018. Secondo i contribuenti, la notifica era quindi irregolare e l’atto impositivo conseguente illegittimo. I giudici di merito avevano dato loro parzialmente ragione, ma l’Agenzia delle Entrate ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Validità della Notifica a una Società Cancellata

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione precedente, accogliendo i motivi del ricorso dell’Agenzia. Il fulcro del ragionamento risiede nell’interpretazione dell’articolo 28, comma 4, del D.Lgs. n. 175/2014. Questa norma stabilisce che, ai soli fini della validità degli atti di liquidazione, accertamento e riscossione, l’estinzione della società ha effetto solo dopo cinque anni dalla richiesta di cancellazione.

Una ‘Fictio Iuris’ per la Tutela del Credito Fiscale

La Suprema Corte spiega che il legislatore ha introdotto una fictio iuris, ovvero una finzione giuridica, per cui la società, sebbene civilisticamente estinta con la cancellazione, continua a ‘vivere’ per il Fisco per un quinquennio. Questo differimento degli effetti dell’estinzione non è meramente procedurale, ma ha natura sostanziale. Di conseguenza, per l’Amministrazione Finanziaria e gli altri enti creditori indicati, la società non si considera estinta.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha chiarito che questa ‘sopravvivenza’ fiscale ha implicazioni dirette sulla legittimazione processuale e sulla destinazione degli atti.

1. Il Destinatario Resta la Società: Durante il quinquennio, il soggetto indefettibilmente destinatario della notifica degli atti impositivi è e rimane la società. Essa non perde la propria soggettività passiva tributaria.

2. Il Ruolo dell’Ultimo Rappresentante Legale: L’ultimo rappresentante legale (o il liquidatore) conserva tutti i poteri di rappresentanza della società, sia sul piano sostanziale che processuale. Egli è quindi legittimato non solo a ricevere le notificazioni per conto della società ‘sopravvissuta’, ma anche a impugnare gli atti e a conferire mandato ai difensori.

3. Le Modalità di Notifica: La notifica può avvenire secondo le regole ordinarie: presso il domicilio fiscale dell’ente (art. 60, D.P.R. 600/1973) o, in via alternativa, direttamente alla persona fisica che rappresenta la società (art. 145 c.p.c.). Nel caso di specie, il giudice di merito aveva errato nel ritenere invalida la notifica presso la vecchia sede, trascurando di considerare che l’atto era stato correttamente notificato anche all’ultimo legale rappresentante presso il suo domicilio fiscale.

Conclusioni

L’ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza pratica: la cancellazione dal registro delle imprese non pone una società immediatamente al riparo da accertamenti fiscali. Per un periodo di cinque anni, l’ente rimane un soggetto fiscale a tutti gli effetti. Gli amministratori e i liquidatori devono essere consapevoli che la loro responsabilità rappresentativa perdura in ambito tributario e che le notifiche indirizzate a loro per conto della società estinta sono pienamente valide ed efficaci. Questa ‘ultrattività’ della soggettività passiva tributaria garantisce la continuità dell’azione di accertamento e riscossione, tutelando il credito erariale.

È valida la notifica di un atto fiscale a una società cancellata dal registro delle imprese?
Sì, la notifica è pienamente valida ed efficace se avviene entro cinque anni dalla richiesta di cancellazione. La legge, infatti, crea una finzione giuridica per cui la società si considera ancora esistente ai soli fini fiscali per questo periodo.

A chi deve essere indirizzata la notifica per una società cancellata?
Il destinatario dell’atto resta la società stessa. La notifica può essere eseguita correttamente presso il domicilio fiscale che la società aveva prima della cancellazione oppure, in alternativa, direttamente alla persona fisica che ne era l’ultimo rappresentante legale.

Quali poteri ha l’ultimo amministratore di una società cancellata in ambito fiscale?
Durante il quinquennio successivo alla cancellazione, l’ultimo amministratore o liquidatore conserva pieni poteri di rappresentanza della società. Egli è quindi legittimato a ricevere notifiche, impugnare atti impositivi e nominare difensori in un contenzioso tributario per conto della società.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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